Vanguard VSD-79291-12/68
- Think I can
- Walking around in your disguise
- Give it to me
- Reality
- She is there for me
- I need a friend
- Back Street girl
- I can understand your problem
- My Good Woman
- Ain't that lovin' you baby
- I'm Free
Jeff Monn, al secolo
Jeff Neufeld, è stato il cantante dei Third Bardo gruppo di culto dei sixties,
il loro singolo“I’m five year ahead of my time", negli anni, grazie ai fan
dell garage sixties e alla presenza in compilation come “Pebbles,
"Born Bad” e altre, ha fatto si che il gruppo diventasse una band
oggetto di culto.
I Third Bardo si
formano nel 1966 nella zona di Long Island, e Jeff Monn cantante carismatico
con una voce molto simile a Mick Jagger si unisce a loro nell’ autunno dello
stesso anno.
La band ha un certo
seguito nei circuiti underground e nel 1967, sotto la guida di Teddy Randazzo,
registrano per la Roulette Records il loro singolo più famoso, cioè il già
citato “I’m five years ahaed of my time”, ottimo esempio di psych –garage rock
e ad oggi uno dei singoli ricercati dai fan di garage sixties. In una
intervista rilasciata alla stupenda fanzine Ugly Things, gli altri membri dei
Third Bardo, confermano quanto fosse importante il carisma di Jeff Monn,
addirittura dichiarano che era l’unico di loro a vivere davvero come una
rockstar, ricordano che abitava in una casa dove era abituale la presenza donne
nude che correvano avanti e indietro per i corridoi.
I Third Bardo, a
causa di problemi di salute di alcuni elementi della band e di un management
non ottimale, hanno una vita breve e si sciolgono quasi subito, Jeff Monn
inizia ad esibirsi nei club della zona da solista, con chitarra elettrica e
voce; grazie al manager dei Third Bardo riesce ad ottenere un provino con
Maynard Salomon della Vanguard, il provino ha un esito positivo e Monn firma un
contratto per cinque album con l’etichetta.
La Vanguard affianca
a Jeff Monn in studio di registrazione il giovane compositore Peter Schikele
(diventerà famoso per il personaggio fittizio di P.D.Q. BACH), o meglio secondo
quanto dichiarato da Monn, dopo aver registrato i pezzi suonando basso,
chitarra e voce furono aggiunti fiati, ottoni, violini; credo l’intenzione
della casa discografica fosse quella di creare un album di pop barocco, stile
Van Dyke Parks, unendo le capacità vocali di Jeff Monn con un arrangiamento
orchestrale, rendendo il disco leggermente meno convenzionale.
“Reality”, con una
copertina davvero Sixties, esce nel dicembre del 1968, ottenendo anche delle
buone recensioni, il magazine Billboard addirittura vede il disco come un
potenziale successo commerciale.
Purtroppo il
risultato non è privo di pezzi non riusciti, infatti nel disco ci sono alcuni
brani non memorabili (almeno due), ed è un peccato perché le capacità vocali di
Monn sono/erano notevoli.
Il cantante scrive
quasi tutti i brani, con l’eccezione di due cover degli Stones, di un
brano di Jimmy Reed e della iniziale “Think I care”, uno dei piatti forti dell’
Lp: una bellissima folk pop song con una orchestrazione davvero
notevole.
Folk pop barocco per
due ottimi brani “Walking around your disguide” e la title track “Reality, con
la voce e chitarra acustica di Jeff Monn in evidenza e ben accoppiata con i
fiati e l’arrangiamento.
“I can understand
your problem”, pezzo già dei Third Bardo (la versione del gruppo è però molto
più garage con più riverbero nelle chitarre e forse più immediata), è ottima,
il sottofondo di vibrafoni, organi e fiati (accompagnata da un bel giro di
basso) la rendono molto "cool".
La successiva “Give
it to me” invece, è un esempio di quanto accennato in precedenza, il pezzo è un
classico r'n’b alla Bo Diddley che viene purtroppo rovinato da un arrangiamento
orchestrale che qui non ha nè capo nè coda, addirittura imbarazzante durante
gli stacchi.
“She is there for me”
è un brano ipnotico, con una gran prova vocale di Monn, quasi un raga rock,
molto garage con i fiati in sottofondo a aumentare il ritmo del brano.
Una bellissima
ballata folk è invece “I need a Friends”, brano molto jaggeriano e con
potenzalità da singolone, purtroppo non sfruttate..
La cover di “Back
street girl” degli Stones apre il lato b, ed è una ottima versione, con una
bella chitarra acustica, e un bellissimo arrangiamento.
Un bel esempio di
fingerpicking folk in apertura per “My good woman”, il brano più acid folk del
disco, davvero notevole.
La cover di Jimmy
Reed “Aint'that loving you baby”, è senza infamia e senza lode, mentre per il
brano finale “I'm free” (degli Stones) vale il discorso per “Give it to me”,
gli arrangiamenti orchestrali sono eccessivi e rendono il pezzo un pochino
complicato e confuso.
Secondo quanto
dichiarato da Monn ci furono dei riscontri abbastanza positivi,
soprattutto per le esibizioni dal vivo, ma il risultato non soddisfò
completamente il cantante che non continuò con la Vanguard, la quale
probabilmente non era in grado di gestire questa tipologia di cantanti essendo
una etichetta prettamente Folk.
In realtà
"Reality" è un buon lavoro, che con un pochino di attenzione maggiore
sugli arrangiamenti avrebbe potuto diventare un must per gli appassionati
del rock barocco di fine sessanta, il fatto che Monn fosse il cantante dei
Third Bardo ha fatto diventare il disco relativamente raro, con quotazioni su
internet che variano dai 35 ai 60 dollari .
Jeff Moon ricomparve
con lo pseudonimo Chris moon Group due anni dopo con un lp omonimo per la
Kinetic, etichetta della CBS, il disco è un lavoro solista improntato ad un
rock più convenzionale, anche questo disco non ebbe un grosso riscontro e di
Jeff Monn si persero le tracce, fino alla fine degli anni novanta quando
riapparve per la “consueta” reunion dei Third Bardo.
Foto della label della mia copia in vinile di "reality" VSD 79291-12/68, label con il logo del cavallo bianco, usato dalla Vanguard da metà anni sessanta ad inizio settanta
Jeff Monn - I Can Understand your problem (sample)