Un altro gran libro da un piccolo editore, Zandonai. A cui sono giunto incuriosito da una recensione, in questo caso.
Il titolo italiano, Di passaggio, sembra traslare un poco il senso di quello tedesco (Heimsuchung è la ricerca di una casa, la punizione divina, il destino che incombe), per un’opera che resta comunque un capolavoro. Una tenuta nel Brandeburgo affacciata su un lago è al centro di questo testo, con un antico fatto di sangue ad introdurci alla storia, il suicidio di una giovane. Undici capitoli ci raccontano altrettanti episodi con diversi protagonisti di chi vi ha vissuto, anche se il vero protagonista è la Storia che avvolge inesorabile le esistenze di persone e stravolge i luoghi. Dodicesimo tassello, l’opera del giardiniere che si prende cura nei decenni del giardino. Uno stile asciutto, poetico e duro al tempo stesso, costellato di riflessioni e attenzione ai dettagli, una prosa e una tensione letteraria sempre in equilibrio e di gran spessore, la capacità di interrogarsi sul senso del secolo scorso come altri grandi autori tedeschi hanno saputo fare lo rendono veramente una ottima lettura.
Jenny Erpenbeck ,DI PASSAGGIO, Zandonai
Una tenuta nelle campagne del Brandeburgo viene suddivisa tra le quattro figlie di un vecchio possidente terriero. La parte più modesta, un bosco su cui sorge una piccola casa con un grande giardino e l’accesso diretto al lago, è affidata all’ultimogenita, Klara, che proprio nelle acque di quel lago decide di togliersi la vita. Tra cessioni ed espropri, l’abitazione passa di mano in mano, testimone silenziosa di violenze e passioni, urla e sospiri dei suoi inquilini, tutti inesorabilmente alla ricerca dello Heim, di un luogo in cui sentirsi “a casa”. Undici le vite, undici i destini che si danno il cambio, incastrandosi come tessere di un raffinatissimo mosaico naturale, su cui però la storia lascia le sue indelebili impronte, dalla tragedia della guerra all’orrore dei campi di concentramento, dalla sofferenza dei vinti all’arroganza dei “liberatori”.
A scandire il ritmo di questo racconto fuori dal tempo – ma dal tempo profondamente segnato – è la presenza costante della dodicesima tessera, il giardiniere, l’unico a credere soltanto nella natura e nell’alternarsi delle stagioni, il solo a prendersi cura della casa, con immutata devozione, fino alla fine.
Jenny Erpenbeck (1967), nata a Berlino Est ed erede di una dinasta di scrittori della DDR, ha una formazione accademica musicale e teatrale. È stata allieva, tra gli altri, di Ruth Berghaus e Heiner Müller. Il suo libro d’esordio, Geschichte vom alten Kind (Racconto della bambina vecchia, 1999), ne ha rivelato il precoce e originale talento, mentre il più recente Di passaggio, tradotto in una dozzina di lingue e straordinario successo di critica e pubblico, l’ha consacrata come uno degli astri nascenti della letteratura tedesca