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Jeu de dupes...

Creato il 16 maggio 2013 da Bernardrieux @pierrebarilli1
JEU DE DUPES... Enrico Costa, capogruppo del Pdl in commissione Giustizia, ripropone il problema della limitazione delle intercettazioni telefoniche. “Proprio ieri, dice, nell'Ufficio di presidenza della commissione, ho chiesto che sia data la priorità a quei provvedimenti che erano già stati approvati da una parte del Parlamento, in primis le intercettazioni e la responsabilità civile dei magistrati, in materia di giustizia”. Anna Rossomando, del Pd, anche lei della Commissione Giustizia, ha replicato: “Il tema delle intercettazioni non è certamente una priorità nell'ambito delle importanti riforme che attendono i cittadini per l'efficienza della Giustizia”. Più tranchant Felice Casson: “Sulle intercettazioni telefoniche il Pdl vuole arrivare allo scontro”.
Sulla materia del contendere basterà dire che si praticano più intercettazioni in Italia che in tutti gli Stati Uniti. E la differenza non è piccola. Inoltre questa pesca a strascico per trovare dei reati costa al contribuente somme spropositate. La sinistra non vuole modificare nulla perché, sentendosi favorita dai magistrati per mettere in imbarazzo (e se possibile in galera) i nemici politici, poi a sua volta protegge le toghe checché dicano o facciano. Senza nessun riguardo per i terzi innocenti le cui conversazioni private, in barba al segreto istruttorio, vengono date in pasto al pubblico. Ma questo è secondario. Se entra nel tritacarne con cui si vuole annullare un avversario, il cittadino normale non pesa nulla. Tutto ciò è risaputo. Né si intende convincere nessuno di coloro che dalle intercettazioni si aspettano la vittoria della sinistra e al passaggio la moralizzazione del Paese. Dunque è più utile riflettere sulle parole sopra riferite: 1) Il tema delle intercettazioni è una priorità? 2) Sollevandolo si vuole arrivare allo scontro? Quando Enrico Letta ha presentato alle Camere il suo governo, ha esposto un programma tanto vasto (dunque impreciso) e tanto poco chiaro riguardo al suo finanziamento (dunque irrealizzabile) che la fiducia è stata concessa sul nulla. Non su un programma ma su un governo ritenuto necessario per evitare le elezioni immediate. Ciò posto, che senso ha dire: “Non è una priorità”? Quali sono le priorità? Per il Pdl l’abolizione dell’Imu è anche più di una priorità, tanto che sostiene di averla concordata prima della fiducia e oggi ne fa una ragione per rimanere al governo o per farlo cadere: e tuttavia il Pd probabilmente riuscirà ad impedire in tutto o in parte l’abolizione di quell’imposta. Il Pdl magari non può dimostrare che una legge sulle intercettazioni sia una priorità, ma il Pd non può dimostrare che non lo sia. Il dilemma non riguarda le priorità ma se una cosa la si vuol fare oppure no. Interessante è pure l’obiezione di Casson, il quale parla di “arrivare allo scontro” come se fosse una cosa scandalosa e non normale vita politica. Noi abbiamo al governo una coalizione di cani e gatti - momentanea, necessitata - che evidentemente resisterà finché uno dei soci non penserà che gli conviene scioglierla. È stato sempre così e sarà sempre così.  L’atteggiamento severo e indignato di Casson sfiora il ridicolo: sembra dire che chi fa politica a muso duro e magari fa cadere il governo è spregevole e condannabile. Questa è un’ingenuità da osteria. E poiché quel magistrato non sembra cliente abituale di quelle mescite, o è annebbiato dal fanatismo o gioca coscientemente al moralista. In politica è “lecito” ben di peggio. In realtà anche in episodi insignificanti come quello in questione assistiamo ancora una volta al sistema della doppia morale. In pubblico ci riempiamo la bocca della più alta etica, in concreto siamo attaccati come ostriche al nostro personale interesse e siamo cinici e privi di scrupoli come signori rinascimentali. Ci differenziamo da loro soltanto per una minore propensione all’omicidio. Ovvio che il Pdl si permetta di tirare la corda. Lo fa, come qualunque altro partito, per normale cinismo: infatti eventuali elezioni col Porcellum attualmente gli farebbero avere un’enorme maggioranza alla Camera. Altrettanto ovvio che il Pd non voglia ciò per lo stesso motivo, non per il bene del Paese. Ovvio che il Pd non abbia voluto modificare il Porcellum durante l’anno di Monti, perché sperava di beneficiarne, come in effetti ne ha beneficiato (sia pur per un pelo). Ovvio che ora esso parli di cambiare il Porcellum assolutamente come prima cosa da fare: perché ora ha paura che ne benefici il Pdl. Ma tutto ciò non si può dire. In Italia pratichiamo un continuo “jeu de dupes”: cioè una partita in cui tutti cercano di ingannare tutti. I politici ingannano gli elettori, gli elettori per partigianeria si ingannano vicendevolmente e per farla completa ingannano se stessi, ubriacandosi di una morale pubblica da cui personalmente sono molto lontani. Gianni Pardo, [email protected] http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane

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