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E lui scatena l'inferno.
Come si evince dalla sinossi niente inutili sofismi o voli pindarici: un canovaccio usato, forse anche abusato, ai limiti della consunzione su cui il direttore d'orchestra Walter Hill lavora con la sua bacchetta ( quasi) magica per musicare una sinfonia rosso sangue in crescendo dal primo all'ultimo minuto.
Se nei mani di un regista normale un canovaccio come questo può diventare al massimo un film "normale", medio se non mediocre, nelle mani di uno come il vecchio Walter state sicuri che diventerà una fuoriserie.
E così è.
Jimmy Bobo-Bullet to the head è il classico film visto e stravisto migliaia di volte però è una di quelle opere che è assolutamente godurioso riguardarsi fosse anche per l'ultima volta.
E' il classico film girato come il dio del cinema action comanda: sequenze ariose e terribilmente vere, non di quella artificiosità plasticosa che caratterizza l'action di questi tempi. Qui gli attori interagiscono tra di loro e non con fondali neutri, le coreografie sono fatte dal vero e non ricostruite in postproduzione davanti a un computer. E' un piacere vedere un action come questo che sembra figlio di un altro tempo assai rimpianto.
Ed è lo stesso rimpianto con cui vediamo tornare all'opera dopo tanti anni un maestro come Walter Hill tenuto vergognosamente lontano da un set cinematografico per dieci anni.
Che cosa ci avrebbe potuto regalare in questo decennio uno come Walter che, anche se ha passato la settantina, dirige ancora con la verve di un ragazzino?
Lo schema che usa è lo stesso usato in tanto cinema poliziesco che sconfina nel buddy movie, ricetta da lui messa a punto in perle incastonate nella memoria del cinefilo come 48 ore ( e relativo seguito ) o Danko.
In più di un'occasione si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un remake apocrifo di Danko in cui però l'alieno non è il russo trapiantato in quella strana nazione che sono gli Stati Uniti, ma lo stesso Jimmy Bobo, tipo di poche parole e molti fatti , un buonuomo ( anzi un Bonomo che è il suo nome del film, ditemi da dove avete tirato fuori Jimmy Bobo) assolutamente delizioso nel suo anacronismo conclamato.
Così come fanno sorridere le battute di Jimmy sul suo socio asiatico che non si segnalano per eleganza in tempi politically correct come questi.
E il film è tutto un fiorire di queste battute acide e fulminanti,quando non razziste.
Jimmy Bobo - Bullet to the Head è una pellicola che certifica il ritorno all'azione dei vecchi dinosauri che mordono ancora e non ci stanno a fare la figura delle balene spiaggiate che si sono fatte rivedere solo per misere esigenze di pagnotta.
Vecchi dinosauri combattivi sia dietro che davanti la macchina da presa perchè Stallone con i suoi muscoli vecchi ma ancora gonfi e quell'espressione un po' così di chi si è fatto overdosi di botox per una vita, è assolutamente irresistibile.
Non sarà mai stato un grande attore ma funziona egregiamente in un film dove deve parlare poco e menare le mani o sparare tanto ( vogliamo parlare di come tratti la testa di Christian Slater alla stessa stregua di un cocomero da poligono di tiro?), in cui i confini tra i buoni e i cattivi sono impercettibili come non mai , in cui la musica è scritta dalle traiettorie curvilinee delle pallottole che fischiano per ogni dove.
Se la statura dei protagonisti si misura con quella degli antagonisti direi che qui siamo messi abbastanza bene perchè l'avversario di Jimmy Bobo Stallone è Jason Momoa, bello e con imponente massa di muscoli al seguito che per una volta si trova a suo agio anche nelle parti in cui deve anche recitare e non solo gonfiare i bicipiti. Son convinto che ne risentiremo parlare, basta che abbia l'agente giusto.
E adesso senza indugi: scaraventarsi al cinema a godere suinamente senza vergogna di ( e con) questo film.
( VOTO : 7,5 / 10 )
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