Magazine Concerti
Dopo quel concerto ho continuato a seguirla con soddisfazione e con il suo ultimo album, The deep field, mi ha definitivamente conquistata, tanto che ho contagiato anche C. e l'ho trascinata al concerto.
Ovviamente non ci siamo fatte mancare una cenetta etnica prima del concerto a base di riso byriani con gamberetti, kofte vegetali in salsa di pomodoro con riso in bianco, taboulé e felafel con salsa di yoghurt, accompagnati da un bel bicchiere di aglianico. Né abbiamo potuto sottrarci al fascino del biliardino, dove ho mostrato ancora una volta la mia naturale propensione che ha fatto tanto arrabbiare C. ;-)
Il tempo di mangiare un dolcino arabo ed ecco Joan sul palco. Con la mia fidata Nikon D80 riesco a piazzarmi (come per il concerto di Fink) proprio sotto le transenne (del resto a Villa Ada non è così difficile) e così posso non solo godermi appieno Joan e la sua musica, ma anche scattare fotografie in libertà.
Questa volta Joan è vestita molto casual e molto estiva rispetto a come ha abituato il suo pubblico, probabilmente ha anche tagliato i capelli: pantaloni leggerissimi con una fantasia tipo "militare", una canotta nera con una stampa fucsia, un cappellino traforato piantato sulla testa. Non manca però il particolare che la caratterizza: degli scarponcini bianchi che sembrano delle scarpe da ginnastica, ma invece hanno un tacco 12 che lei mostra volentieri quando dal pubblico arriva la richiesta.
Joan è sempre accompagnata dai fidati Tyler Wood e Parker Kindred (non so se è un'impressione, ma mi pare che i loro tic si siano accentuati dall'ultima volta che li ho visti!) e soprattutto dalla sua tastiera e dalla sua chitarra.
Apre il concerto con un brano nuovo (probabilmente destinato al suo prossimo lavoro), poi seguono alcuni dei suoi più grandi successi, tra cui Magic, The ride, Real Life, Save me, Flash, To be loved, I defy, The deep field (quello che lei annuncia canticchiando "du du du, du du du du, du du du").
Durante tutto il concerto scherza con il pubblico, accorda la chitarra, beve il thè bollente dal suo thermos, esprime il piacere di stare a Villa Ada, un'ambientazione meravigliosa in una notte incredibile.
Il pubblico risponde con affetto e simpatia. C'è feeling tra Joan e questa città, che lei ringrazia in continuazione e lo fa con una straordinaria versione di quella che seconda me è la sua canzone più bella e più toccante: Forever and a year, con cui si chiude il concerto.
Eccola:
I found my dream tonight
But it's not you
You're my fantasy
I've always known
I would die alone
So here I go
I like to stay right here
Forever and a year
Don't you be scared ‘Cause I'm in it, I mean it, admit it
I'm into love
I've never dreamed a dream
That feels like you, romancing me
I long to hear you whisper in my ear
Come on let's go
Give in to the night
The legs of afterglow
The last leap open
I'll breathe your atmosphere
Forever and a year
Don't you be scared
‘Cause I'm in it, I mean it, admit it
I'm into love
I've been in love before
And it's been true
Both the love and me
And memory sends
Forward history
That I could go
As soon as now
So I am telling you
I love you forever
And this is always sealed
Within the deep, deep field
I like to stay right here
Forever and a year
La canta in piedi, imbracciando la sua chitarra, chiusa in un'emozione che arriva certamente al pubblico.
Ed è così che dopo essere uscita dal palco tutti la invocano a gran voce battendo le mani e i piedi a ritmo, e fischiando di soddisfazione (anch'io!) a più non posso.
Non può che tornare e dopo aver attaccato con lo scotch le parole della sua nuova canzone, ci si butta a capofitto, iniziando in maniera soft per poi procedere in un crescendo che finisce in un vero e proprio trionfo di chitarra e batteria.
Un unico appunto: magari un po’ di movimento con le luci avrebbe un po’ movimentato la scena e migliorato la resa fotografica della serata! ;-))
Mi convinco ancora una volta che Joan e la sua musica si assomigliano moltissimo: alternano una dolcezza insospettabile a una forza - e talvolta una durezza - che plasmano sia la sua espressività fisica, sia i movimenti del suo corpo, sia le note dei suoi strumenti, sia il timbro e la potenza della sua voce. In Joan e nella sua musica ci sono tante anime, tutte da scoprire.
Joan, ti aspettiamo presto di nuovo a Roma.
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