E nel frattempo, la scissione del Pd sembra essere sempre più vicina. La minoranza del Pd, di cui fa parte lo stesso Bersani, si dichiara assolutamente non disposta ad abolire l’articolo 18, che, nonostante la sua infelice formulazione, rappresenta una garanzia per i lavoratori, vessati e costernati. Ed è questo dissenso ad aver generato la proposizione degli otto emendamenti. Felice Casson, in proposito: Se Renzi manterrà la parola data in direzione e tradurrà in norma gli emendamenti della minoranza noi non avremmo più problemi.
Intanto la leader della Cgil, Susanna Camusso, rimane ferma nella sua posizione; l’articolo 18 è un tema vecchio: Il criterio di anzianità non è un criterio che, di per sé, vale per decidere se una legge è utile o inutile: ci sono dei simboli che non invecchiano mai.
Luigi Angeletti, segretario della Uil, invece si dimostra più flessibile: Renzi mi ha abituato a distinguere velocemente tra ciò che dice e ciò che fa: voglio vedere cosa fa. Il buon senso ci dice di aspettare e vedere cosa esce realmente, visto che credo che si tratti soltanto di un colpo politico.
Dissenso e sconcerto provengono altresì dai forzisti; il centrodestra in generale aveva aderito alle originarie intenzioni del premier di superamento dell’articolo 18. In proposito Brunetta: Noi avevamo detto ok a Renzi rispetto alle sue affermazioni di superamento dell’art. 18, ma se Renzi, per tenere insieme il suo partito, fa marcia indietro noi non potremo fare altro che votare contro e denunciare questo imbroglio.
Conclude Giuliano Poletti, Ministro del lavoro, anche se il suo intervento si mantiene aleatoriamente vago: Stiamo ancora ragionando su quello che c’è da fare. Ascoltiamo la discussione e poi decideremo.
Eppure l’articolo 18 non è il solo punto a crear confusione alla Camera: la questione del Tfr, presentata da Renzi i giorni scorsi, è stata assolutamente bocciata dai sindacati, per gli interessi che graverebbero sui lavoratori per il maggior importo in busta paga: Nessuno dica che si stanno aumentando i salari dei lavoratori: quelli sono soldi dei lavoratori, frutto dei contratti e delle contrattazioni e non una elargizione di nessun governo e non è un nuovo bonus se no, davvero, siamo alla disinformazione, replica animosamente la Camusso.
Lo stesso Bersani si dimostra scostante: I soldi del Tfr sono soldi dei lavoratori, non del governo. Se si vuole fare qualcosa con i soldi dei lavoratori, bisognerà che si parli con i lavoratori perché non sono soldi del governo né delle imprese.