Jobs, la Recensione

Creato il 13 novembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Era uno dei film più attesi ma si è rivelato un incredibile flop poiché bocciato dai critici e snobbato dal pubblico che ne ha decretato l’insuccesso al botteghino. Stiamo parlando di Jobs, il film sulla storia del fondatore dell’Apple, interpretato da Ashton Kutcher e diretto da Joshua Michael Stern, uscito negli Stati Uniti lo scorso 16 Agosto. Il film ripercorre gli episodi salienti della vita di Steve Jobs dai tempi dell’università alla presentazione del primo Ipod nel 2001. Difficile immaginare un soggetto più interessante per un film come Steve Jobs, un uomo controverso, fragile ma anche coraggioso e dall’impareggiabile determinazione. Se ne parlava da due anni esatti dopo la sua prematura morte avvenuta nel 2011. Eppure il risultato è stato un film banale, lento che restituisce davvero poco della rivoluzione digitale che quest’uomo con la sua caparbietà è stato in grado di mettere in atto.

Il difetto principale del film risiede indubbiamente nella scelta dell’attore protagonista. Ashton Kutcher non è certo all’altezza del ruolo che gli è stato assegnato e fallisce miseramente il tentativo di cimentarsi con una prova attoriale superiore a quelle a cui ci aveva abituati sinora. L’ex-toyboy non ha il minimo carisma attoriale che gli avrebbe permesso di ridare vita ad una figura di questo calibro. Nonostante la somiglianza con Steve Jobs giovane avrebbe potuto essergli d’aiuto, la sua interpretazione è sottotono, talvolta imbarazzante per non parlare della mimica facciale e della camminata di Jobs che più che studiate sembrano piuttosto scimmiottate, tanto da apparire alquanto insopportabile. Contrariamente alle previsioni che davano Kutcher talmente calato nella parte da essere finito in ospedale a furia di seguire la stessa dieta fruttariana che seguiva Jobs, l’attore risulta infine una caricatura. Kutcher è attualmente l’attore più pagato della televisione americana, un vero e proprio sex-symbol, balzato agli onori della cronoca rosa per il suo matrimonio/divorzio con la celebre attrice Demi Moore, 16 anni più grande di lui. E’ questo il caso di dire che la scelta di affidargli un ruolo così importante è stata davvero un buco nell’acqua.

La cosa non è ovviamente passata inosservata negli States dove Kutcher è stato subissato dalle critiche del New York Times (“Jobs impazzirebbe di rabbia se sapesse che il nuovo film sulla sua vita ha il sex-appeal di una presentazione in PowerPoint… Kutcher sfortunatamente ha la tendenza a sottolineare i momenti più emozionanti delle sue scene con un sorrisetto, facendoci tornare alla mente la sua carriera di testimonial di macchine fotografiche digitali”), del Los Angeles Times (“Ashton Kutcher non riesce mai a raggiungere l’anima di quel mago della tecnologia”) e del Time Magazine che gli imputa “la mancanza dei due elementi fondamentali della personalità di Jobs come l’intensità e la concentrazione”.

La regia di Stern contribuisce inoltre a restituire un ritratto incompleto e confusionario delle vicende interne alla Apple (talvolta il passaggio da una scena all’altra avviene senza alcun rigore logico). Ciò che ne rimane è un film noioso, superficiale e per niente appassionante che non riesce ad aggiungere nulla al racconto della vita di un uomo che ha segnato i giorni nostri come pochi altri. Anche gli eventi più traumatici della sua vita, come la nascita del figlio, i fallimenti dei prodotti Apple ed il difficile rapporto con la dirigenza vengono trattati in maniera approssimativa e cinica quasi si trattasse di un automa e non di una persona in carne ed ossa. Evidenti sono anche dei clamorosi vuoti di sceneggiatura, curata dall’esordiente Matt Whiteley, che taglia fuori dalla narrazione eventi salienti come la presentazione dell’Iphone, dell’Ipad e, non ultimo, della Pixar, la casa di produzione cinematografica che ha inventato il cinema in grafica 3D. Come se non bastasse, alcuni personaggi chiave della storia della Apple non vengono neanche citati, è questo il caso di Ronald Wayne, il terzo socio meteora che ha disegnato il primo logo Apple. Aggiunge il Los Angeles Times: “possiamo dire che il film è lento, stereotipato e prevedibile come un film per la TV, ma pensandoci bene oggi ci sono film per la TV realizzati molto meglio.”

Jobs era un film che l’America doveva ad un uomo, morto prematuramente, che, in qualsiasi modo la si pensi, ha cambiato le vite di tutti noi. L’omaggio a Steve Jobs non ha raccolto i consensi sperati, eppure gli Studios sono già corsi ai ripari. Aaron Sorkin, uno degli sceneggiatori più ricchi di Hollywood, è già impegnato nella realizzazione di un nuovo film-biografia di Steve Jobs – tratto dal libro best-seller di Walter Isaacson – che uscirà nel 2015. Speriamo dunque che la Sony Entertainment, che ne ha acquistato i diritti, riuscirà a restituire un ritratto dignitoso di una delle figure più importanti degli ultimi 20 anni.

L’uscità di Jobs nelle sale italiane è prevista per il 14 novembre 2013.

Di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net

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