Personaggi in cerca d’autore. 17° puntata: Joe Gaetjens
1950, Inghilterra in allenamento: Roy Bentley, Billy Wright, Tom Finney, Eddie Baily, Bill Eckersley e Wilf Mannion
A Belo Horizonte, in una partita valida per il campionato del mondo, gli Stati Uniti hanno battuto l’Inghilterra. Accadesse oggi, il risultato non ci sembrerebbe così clamoroso, ma è accaduto il 29 giugno del 1950 e, allora, sì che lo fu.
L’Inghilterra era arrivata in Brasile da favorita. Era alla sua prima partecipazione alla Coppa Rimet, avendo disertato le prime tre edizioni. Per tanto tempo l’unico impegno ufficiale era stato l’annuale Torneo Interbritannico; per il resto, si era limitata a disputare amichevoli con le selezioni di oltremanica e aveva sfidato nel 1934 e nel 1939 l’Italia campione del mondo in carica, ricavandone una vittoria e un pareggio, quanto bastava per sentirsi ancora la nazionale più forte.
Quattro giorni prima del match con gli Stati Uniti gli inglesi, all’esordio nel Mondiale e forti di stelle come Billy Wright, Alf Ramey, Mortensen e Dickinson, avevano regolato 2-0 il Cile. Nessuno, quindi, sospettava che uno degli avvenimenti più sorprendenti della storia dei Mondiali fosse dietro l’angolo e che il protagonista sarebbe stato Joe Gatjens, di ruolo attaccante, nato ad Haiti, ma in campo con la maglia della selezione statunitense (alla federazione era bastata una dichiarazione di voler prendere cittadinanza americana per poterlo schierare).
Del resto la nazionale a stelle e strisce era una squadra decisamente inesperta, aveva già perso 3-1 contro la Spagna e, quindi, nutriva pochissime possibilità di qualificarsi per il turno successivo, visto che ad andare avanti sarebbe stata solo la prima del girone.
Dopo un inizio tambureggiante, per Mortensen e compagni, e condito da un po’ di fortuna, per gli statunitensi,[1] al 37′ arrivò il gol del nativo di Port au Prince, che non aumentava di molto le speranze di qualificazione degli Stati Uniti, ma in compenso dava un duro colpo a quelle degli inglesi.
Dopo il Mondiale, la vita di Joe Gaetjens sembrava dovesse avere una svolta positiva, dato che l’haitiano era diventato persona nota. Ma non fu così. Gaetjens, che non ebbe mai la cittadinanza americana, andò a giocare un po’ di anni in Francia, decise poi lasciare il calcio e di fare altro. Quattro anni dopo il suo famoso gol al Mondiale brasiliano tornò nel paese natale.
Nel 1964, a luglio, il presidente haitiano François Duvalier si autoproclamò presidente a vita e iniziò immediatamente una dura repressione nei confronti dei suoi oppositori. Joe Gaetjens non era un’attivista, ma alcuni suoi familiari lo erano stati, avevano sostenuto gli avversari di Duvalier e, per questo, avevano deciso di scappare dall’isola. Joe, invece, decise di restare, ma non fu risparmiato. L’ex calciatore fu catturato dagli squadroni della morte e scomparve senza lasciare traccia. Nessuno seppe più niente di lui. Il fratello minore cercò il più possibile di scoprire cosa fosse successo, ma senza nessuna fortuna. Gli investigatori credono che il giocatore morì lo stesso anno dell’arresto, 1964, ma non c’è nessuna prova a favore di questa o di altre tesi. Non si sa nemmeno dove sia stato sepolto. Un segreto in più della dittatura della piccola isola caraibica.
Nel 1976, dodici anni dopo la sua scomparsa, la federazione statunitense volle inserire Joe Gaetjens nella Hall of Fame. Un bell’omaggio per questo eroe, cui la vita non aveva riservato un lieto fine.
victor, originale in spagnolo
federico, traduzione e adattamento
Puntata precedente: Amarildo
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[1] La cronaca del match riportata su wikipedia parla di sei occasioni create e di due pali colpiti dagli inglesi nei primi 12 minuti
[2] cfr. questo link per una scelta di prime pagine dei quotidiani britannici
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