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John Cantlie: Attenti al Tracollo del dollaro!

Creato il 02 gennaio 2015 da Maria Carla Canta @mcc43_

E’ apparso in rete un nuovo numero del periodico dello Stato Islamico, Dabiq 6, che si chiude con un altro articolo di John Cantlie, il giornalista ostaggio per il quale il Governo inglese non intrattiene con Isis – secondo quanto è dato sapere – contatti utili al rilascio e a preservargli la vita. Se Cantlie non è stato giustiziato, come altri compagni di prigionia, è per la caratteristica professionale che il Califfato utilizza nel suo accorto progetto comunicativo.(articoli precedenti)

I colleghi della stampa internazionale evitano di commentare i suoi articoli, sia nel merito della drammatica situazione esistenziale, sia nella sua critica politica e, questa volta, economica. John Cantlie dipinge un quadro preoccupante: un tracollo, una dissoluzione del sistema monetario internazionale legato alla coppia petrolio-dollaro. La sua tesi non si può dire settariamente ispirata dai carcerieri perché si ritrova in decine di pubblicazioni a firma di grandi esperti internazionali, tenuti lontano dai talk-show  e quindi largamente ignorate dal pubblico.

gold dinar isis califfato L’elemento che Cantlie aggiunge, e sottolinea poiché portato avanti dallo Stato Islamico, è la necessità di un ritorno a un sistema di valute legate a un valore reale: l’oro. Si esprime in modo semplice perché si rivolge a noi, non esperti. Sicuramente chi, invece, esperto è potrà fare dei distinguo o delle parziali contestazioni, ma difficilmente screditare in toto, se non squalificando contemporaneamente grandi nomi della politica e della scienza delle Finanze. La ragione per cui il suo articolo non viene lasciato alle cure critiche degli esperti può dipendere proprio dall’incisiva espressività e da quel tanto di “moderno” che l’argomento sovrappone all’immagine dell’Isis che si vuole… colà dove si puote sia esclusivamente e irredimibilmente arretrata di 1600 anni. Come i ribelli in campo uccidono con le stesse armi degli eserciti moderni che li fronteggiano, così i livelli intermedi e di vertice dell’Isis si destreggiano con le stesse tecniche di comprensione e analisi del presente adottate dai think tank  cui si affidano i nostri governi.

La pubblicazione in questo blog  dell’articolo di Cantlie  – leggibile in inglese: MELTDOWN John Cantlie  e qui di seguito nella versione in italiano – intende  darne conoscenza e possibilità di un’analisi critica. Non secondariamente, intende essere modesto contrasto alla cortina di silenzio sulla sua prigionia, prassi non rara nei casi di occidentali sequestrati in Medio Oriente, i quali entrano nella cronaca al momento dell’uccisione.

MELTDOWN
John Cantlie

front page dabiq 6E’ semplice: oggi ci sono troppi “soldi” in giro per il mondo e la conseguenza sarà che nei prossimi anni le cose non gireranno  più altrettanto bene. Lo si può vedere nell’economia di quasi tutti i paesi. Il costo della vita è in costante aumento e la moneta ha sempre meno valore, mentre le Banche Centrali  gonfiano il problema continuando a inondarci di pezzi di carta con dei numeri stampati sopra.
Si è visto decine di volte nel corso della storia e ogni volta fu un fallimento. Il dollaro sta andando giù, ma questa volta con sé porterà a picco il mondo.

Dal 1971, il sistema finanziario mondiale si è basato sulla fiducia. La valuta vale qualcosa scambiandola con dei beni solo perché le banche ci dicono che, se il caffè e il panino ieri si scambiavano con 5 dollari, voi siete fiduciosi che domani sarà ancora così. Ma, quando la fiducia in ambito finanziario, tra cittadini e governi, scende a un minimo che non si vedeva dal 1930, e nessuna delle valute mondiali è legata a qualcosa che abbia un effettivo  valore, la realtà della crisi economica globale è sempre più vicina.
Come riserva valutaria nel mondo, e finora unica valuta nelle transazioni del petrolio, il dollaro USA rappresenta circa il 60% del valore di tutte le valute del pianeta, e oltre la metà di questi dollari sono fuori degli Stati Uniti. Così appena il dollaro crolla, si crea un effetto domino e il resto crolla in conseguenza.

Adesso il mondo guarda a qualcosa che abbia un po’ più di valore della carta, per sostenere le proprie finanze. Una cosa con un valore intrinseco, un valore che non sale o scende selvaggiamente appena una Banca Centrale manovra qualche leva. Potrebbe anche andar bene una mucca, un sacco di grano o un barile di petrolio, ma da millenni  la scelta più popolare per rappresentare il valore è stata l’ oro. E’ in quantità finita, il che significa che non perderà mai il suo valore; le banche non possono decidere di stamparne di più. Vale quanto stabilisce il mercato, non quanto le banche impongono. E’ duraturo, lo si può scambiare con altre merci e vale tanto, o di  più, oggi quanto valeva migliaia di anni fa. Ecco: questo è il denaro reale.

E’ stupefacente, a pensarci, che un pezzo d’oro che potrebbe essere stato utilizzato nello scambio commerciale per migliaia di anni sia ancora in circolazione. Potrebbe essere stato fuso, diventato un lingotto o essere stato al collo di qualcuno, ma è ancora qui in giro. Provate a farlo con un pezzo di carta!

PERCHE’ PARLIAMO DI SOLDI?

Il mese scorso lo Stato islamico ha annunciato l’intenzione di battere la propria serie di dinari d’oro e  dirhams d’argento come mossa svincolante dalle monete legali connesse al dollaro, creare, cioè, la propria valuta dotata di valore intrinseco.
Ogni paese ha bisogno di una propria valuta, e il dinaro oro può essere  una mossa brillante da parte dello Stato Islamico nell’odierna turbolenza dei mercati. Il sito Financial Quartz ha scritto “Il dinaro d’oro pesca profondamente nella storia dei sistema monetario islamico che risale quasi ai tempi di Maometto. Il dinaro islamico è apparso nel 696 d.C. quando l’impero Omayade – con capitale Damasco – si estendeva dalla penisola iberica al fiume Indus in Asia meridionale “.

Il prezzo dell’oro è in una fase d’impennata. Nel 2006 avevo un lingotto d’oro da un kg e valeva, allora, intorno  ai 17.000 dollari. Purtroppo non era mio, me l’aveva prestato un operatore per scrivere un articolo. Tutto il personale della sede quando lo è venuto a sapere, faceva la fila per dare un’occhiata, tanto era bello. L’oro fino dà un po’ alla testa a tutti. Se io avessi avuto i soldi per comprarlo, quello stesso lingotto oggi varrebbe oltre 60.000 dollari.
Nel procedere verso l’espansione del Califfato, sarebbe appropriato per lo Stato Islamico introdurre i propri dinari e dirhams. Una forma concreta praticabile di valuta che mette il potere d’acquisto nelle mani delle imprese e dei consumatori. Il dinaro d’oro è una delle valute più durature del mondo. Ricorrere all’oro ha senso quando c’è una crisi economica in rapido avvicinamento, e del calibro che non si era più visto da lunghissimo tempo.

La morsa con cui il dollaro ha stretto il mondo  dall’accordo di Breton Woods del 1944 – quando le valute di tutto il mondo sono state agganciate al dollaro, che a sua volta si fissava  a 35 dollari  per un’oncia – è finita da un pezzo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli stati avevano spedito, per metterlo al sicuro, il loro oro in America, che aveva così accumulato circa 20.000 tonnellate di metallo. Nel giro di pochi anni nel dopoguerra, il dollaro divenne la moneta di riserva del mondo attraverso un gold standard riconosciuto a livello internazionale.

L’America si rotolava nei soldi, ma l’eccesso di spesa, il continuo warfare e una palese avidità hanno fatto sì che dagli anni ’60 venissero stampati molti più dollari di quanti se ne sarebbero potuti riscattare in oro. Si calcola che gli Stati Uniti abbiano speso 546 miliardi di dollari solo durante la Guerra Fredda. Si stampavano banconote come se fossero modelli che andavano fuori moda e il mondo aveva cominciato a impensierirsi: a chiedere di restituire dollari e riavere indietro oro. Cominciò una frana, la Federal Reserve fu costretta ad ammettere di non avere abbastanza oro per effettuare il cambio.

Nel 1971, il presidente Nixon dichiarò che l’America non avrebbe più riscattato i dollari di carta contro l’oro, a meno che ciò non fosse nell’interesse degli Stati Uniti.

Fu il più grande default della storia moderna. Nixon sostituì al volo l’oro con il petrolio, nel 1973, dichiarando che tutte le transazioni internazionali con i paesi produttori dell’OPEC avrebbero dovuto avvenire in dollari.

L’infame e corrotta famiglia reale saudita accettò. In cambio dell’esclusività del dollaro come moneta delle transazioni, e dell’investimento di miliardi in bond degli Stati Uniti, l’America promise supporto miliare e protezione dei giacimenti petroliferi. Concluso l’accordo da parte dei Sauditi, gli altri paesi dell’OPEC  scivolarono, allineandosi: nacquero i petrodollari. Il dollaro, che prima era agganciato all’oro, venne agganciato al petrolio.

No dollari, non accesso alle materie prime importanti del mondo” dice Nick Giambruno *1, consulente finanziario di Casey Research *2. “Se l’Italia voleva comprare petrolio dal Kuwait, doveva acquistare prima dei dollari sul mercato dei cambi per poter pagare il petrolio. Meccanismo creatore di una domanda artificiale di dollari, che non avrebbe luogo se l’Italia potesse regolare gli acquisti in euro.”

PER UN PO’ TUTTO E’ FILATO SECONDO I PIANI.

I Sauditi hanno fatto miliardi a palate. L’America ha fatto miliardi a palate. Poi nel 1991 Saddam si è annesso il Kuwait e gli Stati Uniti, fedeli al patto concluso,  gli hanno distrutto il suo esercito baathista. Ma non si sono fermati lì. Gli hanno imposto sanzioni paralizzanti per lo stesso popolo iracheno e la conseguente povertà ha provocato la morte di oltre 500.000 bambini, limitandoci a parlare di loro, fino a che nel 2000, l’ex regime baathista dichiarò che avrebbe cominciato a vendere il petrolio solo in euro e non a “uno stato nemico”. E l’America è tornata, nel 2003, con il pretesto delle “armi di distruzione di massa” e con la “guerra al terrorismo” ;  dopo aver rovinato il paese e gli Iracheni, ristabilì nuovamente la regolazione delle vendite del petrolio in dollari.

L’America è capace di cominciare guerre e uccidere centinaia di migliaia di persone pur di proteggere il valore del dollaro, oltre agli altri suoi interessi economici. E’ stato evidente quando gli Stati Uniti e i fidi alleati sono rimasti a guardare mentre Assad faceva uccidere oltre 200.000 persone in Siria. Tuttavia, non appena lo Stato Islamico si è spostato verso i giacimenti petroliferi dell’Iraq e dell’Arabia, l’America si è immediatamente coinvolta.

Nonostante l’aggressione per proteggere il valore a livello mondiale del dollaro,  i leader americani della politica e della finanza sanno di avere i giorni contati. Il deputato repubblicano Ron Paul *3 prevede un imminente collasso  del dollaro: “Noi sappiamo che si avvicina il giorno in cui i paesi produttori di petrolio chiederanno l’oro, o un suo equivalente, per dare il proprio petrolio, piuttosto che accettare dollari o euro” .

Sta accadendo in questo momento. Russia e Cina regolano le vendite del loro petrolio nella propria moneta e accumulano tanto oro da poter seppellire dollaro e petrodollari come strumenti internazionali del commercio. La Cina ha una montagna d’oro: 6.500 tonnellate di lingotti. Altri paesi stanno commerciando in euro e oro o  hanno intenzione di farlo nel prossimo futuro.
Il più grande produttore di gas naturale del pianeta, la società russa Gazprom, ha recentemente firmato accordi per passare i pagamenti da dollari a euro. Gazprom è anche una grande produttrice di petrolio e ciò è un grande passo nello sforzo della de-dollarizzazione della Russia. La Cina farà altrettanto.

L’attività militare dello Stato Islamico ha dato un’altra stretta al monopolio del petrolio americano attaccando, che scocciatura…, e impadronendosi degli impianti nelle zone conquistate.

L’Iraq è il secondo più grande fornitore di petrolio dopo l’Arabia, ma lo Stato Islamico guadagna terreno e distrugge impianti estrattivi. Le forniture dalla Libia sono interrotte da attacchi dello Stato Islamico, la produzione nigeriana viene ostacolata dai Mujaheddin locali.
Non è un caso colpire intelligentemente l’America dove le fa male, così gli Stati Uniti devono fare affidamento sulla propria fornitura. In preda al panico per allontanare il peggio, hanno investito miliardi nei propri programmi di perforazione per petrolio e gas; ora sono il più grande produttore di petrolio al mondo, 11 milioni di barili al giorno, e in guerra dei prezzi del petrolio con gli amici sauditi.

Così improvvisamente il mercato è invaso da petrolio a basso costo, che tutti possono ora acquistare con i loro sempre più inutili dollari americani. Non è necessario essere un esperto finanziario per vedere verso dove procede tutto questo. Guerre, implosione economica, deflazione cronica e, infine, un nuovo sistema finanziario globale che emergerà dalle ceneri.

Tornare all’oro in questi momenti ha un senso. Oro e argento sono ancora considerati i mezzi di scambio più forti del mondo perché è la gente a chiederli, conoscendone il valore confermato da un utilizzo millenario. Nessuno ha inventato per gli esseri umani un posto migliore dove vivere che una casa. Nessuno ha scoperto un modo migliore per tenere calde le persone che indossare vestiti. Nessuno ha trovato un denaro più stabile di oro.
Se nel 1944 il dollaro è stato agganciato ai 35 dollari per oncia d’oro, oggi avremmo bisogno di 15.400 dollari per oncia, volessimo coprire la quantità di dollari in circolazione!

Il leader venezuelano Hugo Chavez l’aveva intravisto, e iniziato nel 1998 una campagna per rimpatriare 211 tonnellate di oro depositate negli Stati Uniti. *4 Ci sono state una quantità enorme di dispute prima che l’oro tornasse a casa; a un paese non piace restituire quello che ha nei suoi forzieri. Ma la palla è entrata in campo e tutti vogliono giocare: riavere i propri lingotti. Svizzera, Ecuador, Olanda e Austria ne chiedono la restituzione. La Germania ha chiesto alla Fed il quantitativo di sua proprietà nel 2012 per sentirsi dire semplicemente che non c’era. *5

I paesi prendono sempre più rapidamente le distanze dal dollaro prima che si verifichi il prossimo disastro. Pertanto, ha enorme senso per lo Stato islamico coniare i suoi dinari aurei. Se puoi negoziare con una valuta che ha valore sul mercato libero, mentre in altri paesi si va in giro con la carriola piena di carta moneta per pagare un tozzo di pane, sei in una posizione molto più forte della loro. La tua economia fiorirà mentre la loro crollerà.

Oro e guerra sono sempre andati di pari passo, come scrive l’esperto di Finanza David Graeber. “Nel corso delle guerre di espansione durante il periodo dell’impero Omayyade, enormi quantità di oro e argento sono state saccheggiate dai palazzi, templi e monasteri e fusi, permettendo al Califfato di produrre dinari d’oro e dirhams d’argento di notevole purezza “

Naturalmente, molte banche centrali di tutto il mondo trattano come spazzatura l’idea di un ritorno all’oro o un gold standard nel 21° secolo, bollandolo come enorme passo indietro. Ma è lavoro dei banchieri disprezzare l’oro, perché se il mondo dovesse tornare a un sistema monetario basato sui metalli preziosi, il controllo che i governi hanno sul paese e il benessere finanziario del pubblico cesserebbe di esistere. Loro sarebbero disoccupati. Non è possibile modificare il valore dell’oro.

E’ ciò che il mercato richiede che sia, mentre coi soldi di carta si può smanettare a piacimento. Tutto progettato per salassare quanto più denaro possibile dalla tasca del consumatore medio.
Il nostro sistema monetario ruba dalla classe media e trasferisce la ricchezza alle banche” dice l’esperto di Finanza Mike Maloney. “L’abbiamo visto nel corso della storia e si ripete  più e più volte.” *6

Il sistema bancario mondiale è una truffa progettata per alimentare se stesso e i governi. Niente di tangibile esiste, solo una grande quantità di carta e una fila di numeri su computer. Con il sistema attuale, i governi e le banche possiedono tutto l’oro, mentre il pubblico ha pezzi di carta senza valore con cui giocare, e quando crolla l’economia indovinate chi avrà ancora l’oro …
Ecco perché mettere metallo prezioso in circolazione è un bene per tutti, tranne che per le banche. Si inverte il processo: si mette la carta moneta nel sistema, mentre la vera ricchezza, i metalli preziosi, è nelle mani del popolo.

La Federal Reserve sta stampando oltre 1 trilione  di dollari all’anno per “Quantitative Easing3″ *7 nel disperato tentativo di allontanare la deflazione e stamparsi una via d’uscita dal collasso. Possono anche esaurire la carta a disposizione in questi loro sforzi, ma ancora non funzionerà. Il tempo del dollaro volge al termine, come ogni altra valuta a corso legale prima e, nonostante la morte di centinaia di migliaia di persone per allontanarlo nel tempo, la storia dimostra che è un evento inevitabile.
Per la prima volta, tutte le valute del mondo sono anche moneta legale sostenuta dall’assoluto nulla. 
Quando il crollo arriverà, sarà devastante…

 ****

da Dabiq 6, magazine integrale nel web, se link ancora funzionante
o in questo pdf  Dabiq6

Per facilitare il lettore, propongo una bibliografia sulle tesi e i nominativi citati nell’articolo

*1 http://www.internationalman.com/articles/timing-the-collapse-ron-paul-says-watch-the-petrodollar
*2 http://www.caseyresearch.com/
*3 http://www.trend-online.com/prp/ron-paul-petrodollaro-crollo-cina-russia/
*4 http://mcc43.wordpress.com/2012/11/13/loro-delle-riserve-nazionali-una-luccicante-finzione/
*5 http://www.geopolitica.info/la-fed-si-oppone-alla-richiesta-tedesca-di-rimpatriare-il-suo-oro/
*6  
http://hiddensecretsofmoney.com/blog/death-of-the-dollar-update-mike-maloney
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/03/quantitative-easing-banca-inghilterra.shtml?uuid=1eed0b1a-0e31-11de-8d17-a3d409d4aa4c

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