Finnis ha elaborato una filosofia della legge naturale che verte su una serie di “basic goods” di evidenza antropologica, i quali non necessitano di essere di per sé dei credenti in Dio. Lui la spiega così: «Tutta la realtà poggia ontologicamente o “presuppone” un’esistenza divina, una Creazione e una Provvidenza. Ma uno può occuparsi di fisica anche senza occuparsi del suo presupposto ontologico definito filosoficamente. Allo stesso modo, uno può arrivare molto lontano nella ragion pratica senza doversi confrontare con le primissime precondizioni ontologiche (metafisiche) dei beni verso i quali si orienta. L’ordine epistemologico della scoperta e l’ordine metafisico della dipendenza seguono direzioni opposte, è possibile quindi trovare un punto di incontro con tutti coloro che non siano nichilisti dogmatici».
Il filosofo conclude elogiando il pensiero di San Tommaso: «Tutta la mia filosofia della ragione pratica, della legge naturale, della giustizia, della legge positiva, dell’intenzione e dell’azione, i miei lavori sulla teologia naturale seguono profondamente la linea, per quanto posso giudicare, di san Tommaso. In particolare, la sua teoria della legge positiva è di un tale livello che non è stata veramente mai superata. Il mio lavoro a riguardo è poco più che una sua elaborazione». In un’intervista per II Tempo, oltre a elogiare il Santo Padre e il suo discorso a Ratisbona, ha dichiarato: «Considero Tommaso un fondatore del pensiero moderno perché è alla lunga il più lucido e comprensivo divulgatore delle parti migliori della migliore tradizione filosofica della storia umana». Ha poi accennato anche alla portata dei cambiamenti culturali inaugurati dalla contraccezione: «è emersa l’auto-distruzione demografica delle culture che li hanno abbracciati».