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Johnatan, l'uomo che sussurava ai gabbiani. Per un'insalata con mango, aringa sciocca e noci
Da Lacucinadiqb"Hai voglia di un'insalata per pranzo?" mi viene chiesto da una paziente, sempre più e sempre troppo paziente, Valentina. "Hai voglia che la prepariamo noi?" le rispondo. E vedo già un lampo misto, tra curiosità e preoccupazione, farle brillare gli occhi scuri. "A casa ho solo un mango ed un po' di aringa sciocca!" replica, rassegnata. "Basteranno....", la rassicuro. "E ricordati che abbiamo un pomeriggio di appuntamenti serrati. Ma tanto so che mi dirai che faremo in tempo. Come sempre".
Valentina sa che "prepararla noi", qualsiasi cosa essa sia, significa correre a casa sua, prendere tutto quello che in pochi minuti viene individuato come utile per scattare qualche foto, e dirigersi verso il Porto a tutta velocità, fermandoci in un negozio ad acquistare gli ingredienti che durante il tragitto entrano ed escono nella lista della spesa, perennemente aperta nella mia mente. Leggevo qualche giorno fa che un rapporto della Global Food Security denunciava con percentuali drammatiche quanto già si sa da tempo: buttiamo via ogni anno tonnellate di cibo perché non è "bello" dove per "non bello" si intende una piccola scalfittura dovuta alla grandine oppure a dimensioni poco consuete. Nel piatto 2.0 entrano solo la mela di Biancaneve, che ricordo era avvelenata, l'insalata che si mantiene come un reperto anatomico nella formaldeide, i colori turgidi e omologati da replica industriale. Quindi "bello" è riconoscibile immediatamente, standardizzato e rassicurante. Altrimenti viene ignorato. Quanta paura ci fa essere sorpresi...
E se venisse applicato questo metodo di valutazione agli essere umani? Non parlo di eugenetica o di manipolazione del dna. Parlo proprio di scartare, di ignorare. Cos'è che ci rassicura in una persona? La sua prevedibilità, sicuramente. Una persona che si comporta sempre nello stesso modo ci consente anche di relazionarci senza tante complicazioni, come seguire una ricetta conosciuta e replicata più volte: mai ci sogneremo di cambiare gli ingredienti! Chissà cosa miampotrebbe accadere. Eppure sono le persone "fuori standard" che ci danno spunti di riflessione, che riescono a strapparci un sorriso, che ci donano la loro attenzione e la loro personalità. Arricchendoci. Come l'altro giorno, a Porto Vecchio. Stavamo cercando tra i sassi bagnati da un mare cristallino qualche vecchia tavola, che avrebbe fatto da appoggio al tavolino rimasto sul bagnasciuga tutta l'estate quando, all'improvviso, arriva Johnatan, un signore che ha lavorato per anni al porto e che ha sempre palesato la sua "non omologazione". Ora è in pensione e si cura di alcuni gatti randagi, tra cui un bellissimo quanto schivo "Rosso". Ci saluta e non fa domande: trova del tutto normale che due persone armeggino con vecchi tavolini scrostati, ciotole di porcellana e insalatiere in riva al mare. Da un sacchetto prende un po' di cibo e lo appoggia in bella vista sullo "scoglio" di cemento vicino. "E' per altri gatti?" gli chiedo, non riuscendo a soffocare la domanda. "No, xe per Angelo", mi risponde. E chiama. "Aaaangeeeeloooooo!" "Angelo?", domando sempre più incuriosita. "Si, il gabbiano! Vardalo che riva". Alzo lo sguardo e vedo un gabbiano minuto volare a cerchio sopra noi, appoggiarsi sullo scoglio, prendere senza fretta il cibo che Johnatan gli aveva preparato e poi rialzarsi in volo, spostandosi di fronte, sul tetto di un magazzino abbandonato, come a voler pranzare guardandoci.Noi, la sua televisione. "Lo go' trovà che el gera picio, lo go portà in associazion perchè el gaveva l'ala rotta e dopo lo gavemo liberà. E mi so qui tutti i giorni". Nel frattempo il Rosso aveva già fatto capolino, come a pretendere quell'attenzione che Johnatan ci stava dedicando. "Si, desso rivo", risponde alla muta domanda felina. Ci saluta e se ne va, con lo stesso sorriso con il quale ci aveva accolto.
Sono giorni che ho nel cuore questo signore fuori standard, come una mela ammaccata che una volta morsa si dimostra dolce, succosa, croccante. Buona. Ricca. Sono giorni che ho negli occhi i riflessi della luce spavalda di settembre, il canto del mare, il ticchettio del coltello, il tintinnio dei piatti e delle posate. Un silenzio operoso carico di significato. Sono giorni che ho nell'anima questo sorriso disarmante, la gelosia di Rosso e la leggiadria di Angelo, il gabbiano dall'ala rotta a cui Johnatan insegnò a volare. E ho nel cuore anche questa insalata, imperfetta, ma indubbiamente profumata e croccante. Direi anche buona. E nella video ricetta anche bella! Insalata profumata all'arancia con aringa sciocca, mango e noci. Ingredienti (per una persona abbastanza affamata) 1/2 cespo di insalata (riccia o ice), 1 filetto di aringa affumicata, 1/2 mango, 1/4 di mela pink lady o granny smith (a seconda se preferite un sapore più dolce o più aspro), 1 arancia succosa, qualche datterino, un cucchiaio di gherigli di noci, un po' di origano secco, cristalli di sale, olio evo, pepe nero macinato al momento. Procedimento Tagliare a julienne l'insalata, a fettine sottili la mela mondata del torsolo ma lasciando la buccia, a tocchetti il mango (sempre con la buccia), a pelo vivo l'arancia conservando "il bianco" per la preparazione successiva del condimento, a spicchi i datterini e in dadolata il filetto di aringa. Sbriciolare con le mani le noci. In una ciotola unire il succo dell'arancia ottenuto strizzando l'albedo che la avvolge, un po' di olio evo, qualche cristallo di sale e il pepe macinato al momento. Condire l'insalata e profumarla con un po' di origano essiccato. E buona visione :)
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