Johnnie Ray
London Palladium, Londra, Aprile 1955
Quando si trattava di Johnnie Ray nomignoli e definizioni si sprecavano: “il cantante che singhiozza”, “il pianto che rende tanto”, “la lacrima da un milione di dollari”, “l’anello mancante tra Frank Sinatra ed Elvis Presley”. Apparecchio acustico bene in vista sotto capelli abbondantemente spalmati di brillantina, Ray sapeva spezzare i cuori degli ascoltatori con ballate cariche di passione, mentre la sua presenza scenica esagitata e un po’ naif scatenava negli adolescenti le prime vere urla d’entusiasmo.
Nell’aprile del 1955, proprio mentre il suo ultimo successo strappa lacrime, If You Believe, stava scalando le classifiche, il cantante volò verso la Gran Bretagna per creare pathos e turbare le folle. “Il posto acccanto al mio era vuoto perché un’amica non era potuta venire”, ricorda Erika Lewis che all’epoca era una studentessa e adorava Ray. “Così, quando attaccò Walking My Baby Back Home venne a cantare vicino a me. Ero imbarazzatissima, ma anche molto emozionata. All’epoca lui era all’apice della popolarità”.
Ma Johnnie Ray non piaceva solo alle ragazze. “Possedeva una carica che non ho più rivisto in nessun musicista”, ha ricordato Nic Cohn nella sua celebre storia del rock’ n’ roll intitolata Awopbopaloobop Alopbamboom
Tratto dal libro “IO C’ERO”, di Mark Paytress
Immagini di repertorio