Johnny Cash (The Man in Black) e June Carter; la storia considerata il simbolo del romanticismo del ventesimo secolo
Johnny Cash ha sette anni quando dalla radio di casa sua ascolta la voce di June Carter. Suo padre, spesso ubriaco, urla dall’altra stanza pretendendo che venga spenta. Lui tiene il volume basso, cerca di non farsi scoprire.
Lei è cresciuta nell’ambiente dello spettacolo, canta e registra brani dall’età di nove anni. Forse anche per questo è spesso soffocata dall’importanza delle apparenze e dal giudizio degli altri. La forte tradizione cristiana viene fortemente accentuata dalla famiglia Carter, che in quegli anni ha una significativa influenza sul mondo dello spettacolo statunitense.
In quegli anni Johnny condivide tutto con il fratello più grande, Jack. Impara da lui la disciplina, il rispetto e alcuni passi della Bibbia. Condividono i giochi e insieme crescono con la complicità del gioco di squadra, contro un padre che concede poco, dominato dalla rabbia e dall’insoddisfazione per la vita.
Jack è al lavoro, come ogni giorno. Sta tagliando della legna con una sega circolare quando qualcosa va storto e muore all’età di dodici anni. Da quel momento cambia l’intero impatto di Johnny con la vita.
Dallo shock ricevuto alla vista del fratello ricoperto di sangue e morente, Johnny ha imparato a gestire la sofferenza, rendendola una miccia utile per creare. Nessuno come Johnny Cash è in grado di trasmettere la sofferenza e la solitudine in quegli anni.
Il padre, rassegnato alla perdita del figlio primogenito di cui andava tanto orgoglioso, non riesce a perdonare a Johnny il fatto di non essere morto al suo posto e questo compromette i rapporti in famiglia, intensificando la solitudine di Johnny, seppur circondato da altri fratelli. Uno di questi, Tommy, diventò anni dopo un artista country di successo.

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L’avvicinamento alla musica avviene già nei primi anni di vita. Oltre ad ascoltare in radio tutte le sere la voce di June, che nel frattempo ha un programma radio condotto dalla mamma e dalla sorella Anita, Johnny canta gli inni della chiesa e studia le metriche delle canzoni. Questo gli permette una confidenza immediata con la stesura dei testi negli anni successivi. E’ così che comincia a raccontar le sue storie, con l’iniziazione del Talkblues unito al Country.
All’età di 19 anni conosce Vivian Liberto, una donna americana amante della normalità e cresciuta con lo stereotipo di coppia del tempo. Non desidera altro che la normalità per lei e il suo Johnny; sposato soltanto tre anni dopo, in seguito ad una fitta corrispondenza mentre lui si trova in Germania per scontare una parte del sevizio militare.
Ed è proprio in Germania che Johnny compra la sua prima chitarra e fonda la sua prima band musicale, i The Landsberg Barbarians.
In Baviera il cantautore conosce sé stesso più di quanto non gli sia capitato di fare negli anni precedenti, in cui la redenzione era l’unica via per evitare i conflitti famigliari.
Il matrimonio con Vivian dura 13 anni. Durante questo periodo Johnny conosce il successo e non ha tempo e spazio per sua moglie. Viene travolto dalla confusione e da uno stile di vita fino a quel momento nemmeno immaginato, tanto da cadere in un vortice di dipendenza dalle droghe. Il suo comportamento libertino e il suo evidente degrado fisico (seppur mantenendo tutto il suo fascino) non sono compatibili con la vita di coppia all’insegna della normalità tanto desiderata da Vivian e questo porta alla rottura del loro matrimonio.
Johnny è in quel periodo alla deriva fisica, ma in un’ esplosione artistica mai vista prima.
Durante questi 13 anni di matrimonio si intensifica la sua carriera e qui arriva in stretto contatto con le colonne portanti della musica di quel periodo; Elvis Presley, Bob Dylan e, proprio lei, June Carter: artista ormai affermata da tempo e stimata comica, in grado di intrattenere il pubblico con il suo spirito e la sua manifestazione di gioia. Un simbolo di leggerezza e semplicità dalla voce angelica.
Johnny Cash si innamora di lei all’età di sette anni e non è difficile immaginare cosa sia stato in grado di fare quando, tra i palcoscenici di decine di Stati, lei era una presenza fissa.
Un animo forte ma al tempo stesso fragile come quello di Johnny Cash non è immune ai condizionamenti esterni e alle acclamazioni del grande pubblico. Tutto questo ha un impatto devastante sulla vita dell’artista e la prima prova del suo malessere sono i suoi occhi, contornati da pesanti occhiaie, e il suo viso, sempre più scavato e pallido. La voce, però, è sempre la stessa. Rude e forte come l’animo di un uomo dalle corde infuocate.
Il ritmo di vita altissimo porta Cash all’uso di stimolanti e anfetamine per reggere lo stress dei tour e quindi all’utilizzo di sonniferi per riuscire a dormire. Ogni giorno stimolanti per andare avanti e sonniferi per dormire, in un’autodistruzione di cui lui stesso era la colonna sonora.
Sono numerosi i concerti annullati a causa di abusi. Molte volte non è in condizioni di parlare. Così la solitudine si intensifica e molte volte sembra arreso all’idea di non farcela. Seduto in una stanza, lontano dalle luci, poggiato sulla sua chitarra. Ne ha una nuova. Ne ha sempre una nuova. Tutte le altre sono distrutte nella camera di qualche albergo.
L’arresto a El Paso per introduzione illegale di droghe nel 1965, all’età di 33 anni, e l’overdose di due anni dopo, sono il punto più basso della sua carriera, ma ancor prima della sua vita.
June, che accompagna il cantautore in tutte le date, è sempre presente nei momenti di debolezza del cantautore. Anche lei, d’altronde, divorziata in quegli anni, deve superare diverse prove fisiche e psicologiche. La sua vita, passata sotto i riflettori, é di dominio pubblico e così tutti si sentono autorizzati a giudicarla e ad additarla come una “cattiva cristiana” che brucerà all’inferno.
La tenerezza che racchiude i momenti in cui lei si prende cura di lui sono raccontati da Sarah Vowell, subito dopo la scomparsa del cantante nel 2003.
La prima volta che i due si incontrano è nel 1961, all’Opra, nel backstage.
Johnny, con il suo fare mascolino e sicuro di sé, si avvicina a June e all’orecchio le dice:” Tu ed io ci sposeremo, un giorno”. La risposta di June è quella di chi se l’aspetta e dalla sua bocca rosa e sorridente escono queste parole: “Non vedo l’ora”.
Viaggiano insieme tutti gli Stati Uniti perché June si aggrega al road Show, proprio nel periodo in cui Johnny attraversa le peggiori pene fisiche e psicologiche. Il supporto di June è fondamentale.
Quando June si innamora di Johnny diventa impossibile a tutti quelli che li circondano non accorgersene.
Lei, anni dopo, descrive il suo amore per Johnny Cash con queste parole:
“Mi sentivo come se fossi caduta in un pozzo infuocato, e stavo letteralmente bruciando viva”. In quel momento June decide di chiamare Merle Kilgore, con cui scriveva, e scrivono insieme una canzone che parla dei suoi sentimenti segreti per Cash. Quella canzone prende il titolo di “Love’s Ring of Fire“.
Viene registrata da Anita Carter, sorella di June, che la interpreta come fosse sua.
Johnny, appena sentita la registrazione, sogna la stessa canzone, ma suonata con dei corni mariachi (probabilmente influenzato dal fenomeno musicale di quel periodo: i Tijuana Brass). Apre gli occhi e si precipita in studio, mettendo in subbuglio tutta la troupe per l’occasione e registra l’intero brano così come lo aveva sognato.
Una registrazione inedita, con uno stile mai sentito prima. Tutto questo viene condito da un contesto incredibile: un uomo sposato che canta una canzone, scritta su di lui, da una donna a sua volta sposata ma innamorata dell’uomo di cui parla nel brano.
In questa canzone viene paragonato l’amore al fuoco. Un fuoco affiancato dallo zolfo biblico, come nella tradizione religiosa. Lo stesso fuoco in cui brucerà l’autrice della canzone per i suoi peccati. Quando l’amore è un peccato e si sceglie, da credenti, di morire tra le fiamme pur di non rinunciare a qualcosa di così forte, significa che tutto comincia ad avere un senso.
Desiderare l’uomo di un’altra donna era allora un dei peccati peggiori, significava violare uno dei dieci comandamenti. La decisione di June riporta a Huckleberry Finn, quando, nell’America schiavista, decide di liberare uno schiavo nero: “Non farlo o brucerai all’inferno, è peccato liberare gli schiavi!” “E va bene, andrò all’inferno”.
Johnny Cash riesce a smettere con le droghe e entrambi divorziano uno a poca distanza dall’altro.
Così, nel 1968, Johnny Cash e June Carter si sposano. Un amore nato in radio, a basso volume e festeggiato all’inferno, con le corde infuocate di un amore che brucia.
Passano insieme 35 anni di matrimonio e chi li ha vissuti in prima persona racconta di loro che “Erano così belli da guardare da rimanerci quasi male, ridevano sempre. Non ho mai visto nessuno ridere csosì tanto come quando June faceva ridere Johny o viceversa”.
C’è una foto, nell’album Love, in cui lei si è appena addormentata su di lui. La pelle distesa e gli occhi rilassati di entrambi descrivono sensazioni di tranquillità e pace. L’amore in uno scatto. Silenzioso e armonico.
Nell’album da solista di June (Press On), in scaletta, subito dopo la sua interpretazione di Ring Of Fire, c’è un duetto con Johnny. Si tratta di una ballata gospel e parla di una vecchia coppia sposata, tormentata dal fatto che uno morirà prima dell’altro. Entrambi esprimono con tenerezza la paura di essere lasciati soli. “Se sarò davvero io la prima ad andare via” canta June “e, chissà come, mi sento che sarà così”
June morì il 15 maggio del 2003, quattro mesi prima di Johnny.
“Questa cosa, fra noi due, va avanti dal 1961 e, semplicemente, non voglio fare nessun viaggio se lei non può venire con me”. Le parole di Johnny Cash sono quelle di un bambino invecchiato e innamorato.
“Se sarò davvero io la prima ad andar via,
e, chissà come, mi sento che sarà così,
quando sarà il tuo turno non sentirti perso
perché sarò io la prima persona che vedrai.
Così, senza aprire gli occhi, aspetterò su quella spiaggia
finché non arriverai tu, e allora vedremo il paradiso.”
Simone Ciccorelli
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