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Johnny Depp si ritira. Tutta colpa di Jack Sparrow?

Creato il 01 agosto 2013 da Onesto_e_spietato @OnestoeSpietato

jack sparrow ops

“Non è molto lontano il momento in cui potrò dire: mi ritiro”. Parola di Johnny Depp che, compiuti 50 anni da un paio di mesi, afferma di come la pensione possa essere vicina. Una decisione che molti attribuiscono al flop ottenuto al botteghino dal suo ultimo film, The Lone Ranger, nel quale, vestendo i panni dell’indiano Tonto (nomen omen), è riuscito là dove in pochi riescono: fare volontariamente una parodia di sé stesso, o meglio del personaggio che lo ha reso celebre: il capitano Jack Sparrow. Che il ritiro sia quindi anche colpa sua, dell’effemminato e affascinante pirata? Che sia stato allo stesso tempo croce e delizia? Un pensiero che nato in me anche uscendo di sala dopo aver visto quel ranger solitario e noiosetto.

Forse Johnny Depp ha voluto tirare troppo la corda, chiamando al cinema i suoi fan per l’ennesima copia (storpiata) del buon vecchio Jack (ma non lo squartatore!). E’ come se Depp si fosse appiattito sul quel genere di “character”, stiracchiandolo a più non posso per ben 4 episodi di Pirates of the Caribbean (e si attende il quinto!) e raschiando il barile (di rum) con un ridicolo doppio(ne) in salsa “scorribanda western”. A monte è quindi tutta colpa di Jack Sparrow? Forse sì… ma non solo. Oltre ad essere diventato attore feticcio di Gore Verbinski, lo è stato in primis per Tim Burton. Dinamiche che lo hanno condotto ad accasciarsi in “involucri” attoriali stantii, mai rinnovatisi veramente, che hanno generato forti crepe nel suo appeal cinematografico.

E’ quindi con malinconia che ricordiamo remote parentesi di successo come Buon Compleanno Mr. Grape e Chocolat di Lasse Hallstrom o Nemico pubblico di Michael Mann. Ovvero personaggi dotati di anima, profondità psicologica, capaci di originare magnetismo ai nostri occhi.

Quale possibile soluzione alla sua “crisi” d’attore? Chiudere per sempre in un vecchio baule (o se preferisce un forziere!) le macchiette viste negli ultimi anni, scendere dall’albero maestro e tornare a personaggi veri, magari con un bel ruolo intimista, quotidiano, come (mi permetto umilmente di suggerire) un semplice padre di famiglia. Cosa che ora i 50 anni gli rendono agile…


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