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Jonathan Demme ed Enzo Avitabile

Creato il 13 novembre 2013 da Ilcirro

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Un incontro impensabile ed imprevedibile, nato dall’ascolto casuale di un brano in radio.

Jonathan Demme, il grande regista premio Oscar per Il silenzio degli innocenti ed Enzo Avitabile, il poliedrico musicista napoletano.

Enzo Avitabile Music Life è un film-documentario con cui Demme racconta la musica, la famiglia e il mondo di un personaggio fuori dagli schemi, che ha costruito un percorso artistico del tutto personale, fondendo molte anime della musica: la canzone napoletana, il jazz, il soul e la musica etnica, solo per citarne alcune.

Dice Demme: ”Enzo Avitabile Music Life è il risultato di una settimana incredibile trascorsa con questo eccezionale uomo di musica, di un viaggio attraverso Napoli e di uno speciale ritorno al suo magico luogo di nascita, Marianella”. Mentre Avitabile racconta: “Ho raccontato e rivisitato luoghi e ricordi, una sorta di passato con gli occhi del futuro in un presente pronto ad accogliere musicisti amici e suoni del mondo al di là dello spazio e del tempo”.

E’ una bella notizia sapere che il film, presentato l’anno scorso alla Mostra del Cinema di Venezia, non si è perso nei meandri della distribuzione italiana e che da lunedì sarà nelle sale cinematografiche per un doveroso (anche se breve) passaggio. Il documentario di Demme è indubbiamente ben fatto: le immagini dei quartieri di Napoli, la vita quotidiana, ordinaria e non, di Avitabile, sono accompagnate dall’ascolto della sua musica, la vera protagonista del film. Dalle tradizioni più antiche degli artisti di strada, fino alla musica contemporanea, nel film sfila una straordinaria serie di artisti provenienti dal Sud del mondo (Eliades Ochoa, Naseer Shamma, Gerardo Núñez, Ashraf Sharif Khan, Poonchwala, Trilok Gurtu, Luigi Lai, Zi’ Giannino Del Sorbo, Amal Murkus, Djivan Gasparyan Trio, Hossein Alizadeh, Daby Touré e Bruno Canino – da casertanews.it -) alla ricerca di una spiritualità arcaica e complessa, che nasce e si sostanzia nella sonorità di strumenti e  voci antiche e popolari e si completa nel moderno desiderio di evasione.

Un’opera che merita una visione.

Ma, soprattutto, un ascolto.


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