Sì ogni tanto capita anche a me di scrivere di cose che non mi piacciono ma, se presi dal verso giusto, anche questi articoli possono dare grosse soddisfazioni e al contempo mantenere dignità e professionalità intatte.
Mi riferisco nello specifico allo scorso 25 maggio quando, nel tardo pomeriggio, vengo informato dalla mia redazione circa la necessità di scrivere un grosso articolo sul palco (ebbene sì) del concerto di apertura del tour 2015 negli stadi di Lorenzo "Jovanotti" Cherubini.
Senza che io stia qui a dire cosa ne penso dell'artista in sé, mi limiterò ad affermare che trovo oltremodo inutile scrivere con un mese di anticipo del palco che si porta appresso, ma come detto in apertura ogni tanto qualche articolo che non ci piace va scritto.
Ebbi così l'idea di inserire un messaggio nascosto nel testo. Una di quelle cose come il cazzo su Fight Club. Tutti l'hanno visto, ma non sanno di averlo visto.
Ed ecco a voi quindi la riproposizione del testo integrale, così come venne pubblicato.
Sta al vostro ingegno trovare il messaggio nascosto. Ovviamente i pochi che conoscono la risposta si astengano dal suggerirla.
[FINE DISCLAIMER]
Jovanotti comincia pian piano a svelare i primi dettagli sul suo prossimo tour negli stadi che, come da tradizione, partirà il 20 giugno dalla data zero/test di prova del Dorico di Ancona, location più volte scelta dall'artista per inaugurare i suoi pellegrinaggi su e giù per lo stivale.
Ora che nemmeno gli stadi sono più un tabù (come invece lo erano durante lo scorso tour del 2013, prima volta in cui Lorenzo si affacciò in un tale contesto) bisognava fare le cose in grande per davvero, un vero e proprio upgrade rispetto all'ultimo già faraonico tour.
Viene così creata da Giancarlo Sforza (collaboratore per i palchi di Jovanotti sin dal 1992) una struttura enorme volta ad abbracciare il pubblico nella sfida di creare uno spazio intimo dentro lo stadio, sfida resa ancor più difficile dal fatto che si sta parlando del palco più grande mai realizzato da un artista italiano.
Al centro degli 800mq di palco si trova un fulmine di colori idealmente scagliato in mezzo al pubblico a simboleggiare sia il rapporto tra cielo e terra che l'energia, l'elettricità, la rapidità e la meraviglia del concerto.
Ma non c'è solo questo, lo stesso Lorenzo dice tramite il suo canale web Jova TV che "il fulmine è anche una crepa che dichiara la nostra fragilità e l'assoluta precarietà delle cose. E questo è il significato dello show: siamo vivi in questo momento, in questo pezzo di tempo che ci è dato da vivere e il fulmine è la crepa che segna il nostro passaggio di conoscenza."
"Rispetto al 2013 ho riconfermato tutta la squadra" aggiunge Cherubini "quello spettacolo funzionava molto bene e questo gruppo di persone può fare anche di più; è una band fortissima, siamo una squadra da finale di Champions e i titolari sono tutti in campo."
Francesco Mandolini dal Resto del Carlino del 26/05/2015Da allora nel team dei musicisti di Jovanotti (come sempre capitanato dall'ascolano Saturnino Celani, bassista fenomenale e fidato amico oltre che socio da oltre 20 anni) si è aggiunto solo il prodigio diciannovenne Daniele Bronzini, fenomeno delle sei corde scoperto in un bar di Pisa da Riccardo Onori, altro chitarrista di lungo corso nella band jovanottiana.
A questo punto non rimane che fregarsi le mani e fare il countdown dei giorni che separano tutti i fan dell'artista naturalizzato toscano alla data di debutto dello spettacolo anconetano (per la cronaca: -26), che, ovviamente, non poteva che essere anticipato da Lorenzo stesso come "il più grande dopo il Big Bang".