Premessa numero 1: non sono mai stato un grande fan del signor Cherubini, in arte Jovanotti.
Premessa numero 2: sono uno dei pochi che avrebbe fatto volentieri a meno dell’overdose di romanticismo provocata dalle varie A te, Baciami ancora e connessi vari… Gusti, per carità.
Se c’è una cosa però che va riconosciuta a questo eterno ragazzo, tra le tante, è il continuo bisognodi evolversi e la capacità di sperimentare territori musicali a lui sconosciuti per farli propri. E ancora una volta ha fatto centro. Jovanotti ha pubblicato lo scorso 25 gennaio il suo ultimo lavoro, dal titolo “Ora” (cover realizzatada Maurizio Cattelan).
Risultato? Sorprendente, spiazzante, energico e terribilmente movimentato. Jovanotti esplora la dance in tutte le sue sfaccettature e produce un’esplosione di suoni chevanno dalla tecno di Io danzo all’elettonica della bellissima La porta è aperta (ascoltatela) e di Amami, per passare dall’elettro funk del singolo di lancio Tutto l’amore che ho all’hip hop di Battiti di ali di farfalla.
Non c’è solo quello, ovvio. Bellissima L’elemento umano, forse uno dei pezzi più intimisti del disco che ospita un cameo di Luca Carboni e Le tasche piene di sassi dedicata alla madre scomparsa da poco. Persino la più bella canzone d’amore dell’album Il più grande spettacolo dopo il big bang diventauna irresistibile dichiarazione d’amore in salsa rock. Sarà uno dei singoli di punta di questo nuovo lavoro, ne sono sicuro.
Concludendo penso proprio che la risposta alla domanda che Lorenzo si pone in modo ossessivo nel brano di apertura del disco Megamix “è questa la vita che sognavo da bambino?” debba necessariamente essere affermativa se questi sono i risultati. Album strapromosso e da avere assolutamente. Ascoltare per credere, bravo Lorenzo.