Mancano pochi giorni a Natale e sono in ritardo su tutto. Capita.
Le corse frenetiche del weekend non mi hanno tuttavia impedito di riflettere e osservare.
Rifletto … Il momento storico che stiamo vivendo non è dei migliori. I problemi sociali ed economici sono seri e pesanti, la corruzione è ovunque, la risposta politica non sembra per il momento sempre adeguata alla gravità.
È periodo comunque di una rinascita. Non smetto di crederci, sia nel suo significato religioso sia in quello più laico.
Osservo … Si è cercato di creare, nonostante tutto, il solito clima di festa, di calore e colore: le decorazioni natalizie illuminano le strade e le riscaldano con luci bianche, azzurre, sgargianti, intermittenti; le vetrine dei negozi accolgono lo sguardo dei passanti con Babbi Natale ammiccanti, pupazzetti dalle fogge più strane, statuine e paesaggi da presepe dal vintage al futuristico.
In quest’atmosfera anche gli incontri abituali diventano particolarmente entusiasmanti: baci, abbracci, auguri, saluti speciali a chi parte e lascia la città anche solo per qualche giorno.
Il periodo natalizio amplifica e rende solenni i gesti consueti, le parole comuni.
Entrando nei negozi o nei centri commerciali, si è accolti dal tepore dell’interno e cullati dal sottofondo dei canti di Natale. Sembra vogliano ispirare una sorta di stand by da pensieri e problemi. E seguo questo suggerimento.
Li sentiamo un po’ ovunque, sono sempre gli stessi. Possono piacere o no, comunque esistono.
I CD incisi per l’occasione ormai non si contano più e, anche in questo settore, siamo travolti dalla cultura anglosassone.
Vero che la tradizione dei Christmas Carols e canzoni dedicate al tema è “cosa seria” ma, con vero piacere, rispondo ai vari Nat King Cole, John Lennon, Elvis Presley, Ella Fitzgerald, Michael Bublé, per citare alcuni interpreti peraltro bravissimi, con qualche brano della tradizione francese, forse meno noto oltre i confini, o comunque meno diffuso.
È con questa mia personale mini playlist che auguro a tutti con allegria un Natale di serenità interiore, affetti veri, spiritualità autentica. Ne abbiamo tutti bisogno, facciamone un po’ di scorta. ;-)
Alors, on y va!
Petit Papa Noël è un brano natalizio molto popolare in Francia; la versione più famosa è quella cantata da Tino Rossi e incisa nel 1946.
Sono seguite nel tempo varie cover, da Dalida, Mireille Mathieu e Céline Dion per citarne alcune molto conosciute, ma il fascino dell’originale è insuperabile.
È un Natale reso particolarmente intimo dall’abbondante nevicata. Inginocchiati vicino ai loro letti, prima di addormentarsi i bambini rivolgono una semplice preghiera a Babbo Natale. Uno di loro lo supplica di non dimenticarsi di depositare i doni accanto alla sua scarpetta, tradizione tipicamente francese. Il suo è un sogno che desidera diventi realtà.
Questa è la versione originale del 1946.
C’est la belle nuit de Noël
La neige étend son manteau blanc
Et les yeux levés vers le ciel
A genoux, les petits enfants
Avant de fermer les paupières
Font une dernière prière.
[Refrain:]
Petit papa Noël
Quand tu descendras du ciel
Avec des jouets par milliers
N’oublie pas mon petit soulier.
Mais avant de partir
Il faudra bien te couvrir
Dehors tu vas avoir si froid
C’est un peu à cause de moi.
Il me tarde que le jour se lève
Pour voir si tu m’as apporté
Tous les beaux joujoux que je vois en rêve
Et que je t’ai commandés.
[Refrain:]
Le marchand de sable est passé
Les enfants vont faire dodo
Et tu vas pouvoir commencer
Avec ta hotte sur le dos
Au son des cloches des églises
Ta distribution de surprises.
[Refrain:]
Si tu dois t’arrêter
Sur les toits du monde entier
Tout ça avant demain matin,
mets-toi vite, vite en chemin.
Et quand tu seras sur ton beau nuage
Viens d’abord sur notre maison
Je n’ai pas été tous les jours très sage
Mais j’en demande pardon.
[Refrain:]
Molto diverso è il brano Le Noël des enfants noirs cantata da Charles Trenet (prima versione del 1955).
Il testo è davvero bello: i piccoli africani pregano lo stesso Dio dei bimbi bianchi, come loro guardano il cielo aspettando l’arrivo di Babbo Natale, come loro attendono I Re Magi davanti alla capanna e al Bambino nella mangiatoia.
Sanno che i giocattoli più belli andranno ai figli dei ricchi, ma non se ne preoccupano perché un angelo li accarezza, li bacia dicendo a ognuno di loro : “c’è posto in cielo, ti potrai divertire”.
Resta tuttavia un mistero che li tormenta un po’: “perché in terra d’Africa il buon Dio è bianco? Perché?”
Il canto si chiude su questa domanda che resta senza risposta.
Les petits Noirs d’Afrique
Ont le même Bon Dieu que nous
Ils lui chantent les mêmes cantiques
Tout comme nous à genoux
Et vers la fin décembre
Tout comme nous ils regardent le ciel
Jusqu’à ce qu’ils voient descendre
Dans la nuit le Père Noël
Ils se souviennent d’Hérode
De ce roi qui fut si méchant
Aussi jamais ils ne rôdent
A travers les bois et les champs
Ils restent comme des images
Eblouis devant la crèche
En attendant les Rois Mages
Devant Jésus sur la paille sèche
Ils savent mais ils s’en fichent
Que les plus jolis joujoux
Iront aux enfants des riches
Mais ils sentent là sur leur joue
La caresse d’un ange qui passe
Et qui leur donne un baiser
En leur disant : “Y a d’la place
Au ciel tu pourras t’amuser”
Mais une chose les tourmente
Ils en parlent souvent à mi-voix
C’est comme un rêve qui les hante
Et leur met le cœur en désarroi
C’est un mystère qu’on n’explique jamais
Pensent-ils tout tremblants
Pourquoi sur la terre d’Afrique
Le Bon Dieu est-il blanc ?
Pourquoi… ?
Concludo con due brani davvero notissimi, se non altro perché sono adattamenti dalle versioni inglese e tedesca.
Il primo è Vive le vent, conosciuta come Jingle Bells, adattata in francese da Francis Blanche nel 1948. La differenza è che invece di sentire il suono delle campane e di divertirsi su una slitta, qui si canta al vento.
Il testo è ricco di assonanze, allitterazioni, espressioni onomatopeiche che rendono il sibilo dell’aria fredda. Si canta anche al tempo invernale allietato dai fiocchi di neve che danzano al ritmo del vento e si augura “Buon Anno”. Insomma, un’atmosfera di festa che fluttua in ogni casa.
Questa è la versione recente del 2012 arrangiata dal grande Michel Legrand e cantata da Mika, a dimostrazione che queste tradizioni sono rivalutate anche dalle nuove generazioni.
Sur le long chemin
Tout blanc de neige blanche
Un vieux monsieur s’avance
Avec sa canne dans la main
Et tout là-haut le vent
Qui siffle dans les branches
Lui souffle la romance
Qu’il chantait petit enfant :
[Refrain:]
Vive le vent, vive le vent
Vive le vent d’hiver
Qui s’en va sifflant, soufflant
Dans les grands sapins verts…
Oh ! Vive le temps, vive le temps
Vive le temps d’hiver
Boule de neige et jour de l’an
Et bonne année grand-mère…
Joyeux, joyeux Noël
Aux mille bougies
Quand chantent vers le ciel
Les cloches de la nuit,
Oh ! Vive le vent, vive le vent
Vive le vent d’hiver
Qui rapporte aux vieux enfants
Leurs souvenirs d’hier…
Et le vieux monsieur
Descend vers le village,
C’est l’heure où tout est sage
Et l’ombre danse au coin du feu
Mais dans chaque maison
Il flotte un air de fête
Partout la table est prête
Et l’on entend la même chanson :
[Refrain:]
Boule de neige et jour de l’an
Et bonne année grand-mère !
Vive le vent d’hiver!
Il secondo è un classico: Douce Nuit, Stille Nacht/Silent Night/Astro del Ciel, canto natalizio di origine austriaca e riproposto in varie lingue in tutto il mondo.
E ora non mi resta che augurare a voi, davvero dal cuore,