Stephen, ma chi sei!
Non smetti mai di stupirmi!
Sempre al top della creatività... ed in questo caso anche al top del sentimentalismo.Questo libro si legge in pochissimo tempo: il carattere importante, bordi pagina eccessivi lo rendono davvero breve, ed è strano per Stephen, ma la "durata" intrinseca della storia è di quelle che lasciano il fiato.
Tutta una vita, o almeno i suoi fatti salienti, gli episodi "importanti", i momenti "migliori e peggiori di un'intera esistenza" per parafrasare l'autore.Sono un fan del Re, non in quanto "re dell'horror", ma in quanto autore sopraffino e davvero capace. In questi ultimi anni si è trasformato. E' cambiato. Non è più decisamente lui.
Farsi investire rischindo la vita, smettere di bere, invecchiare son cose che lasciano il segno, ed il nuovo King è diverso.
Più diretto, malinconico e poetico.Si perde meno nei dettagli, va al cuore delle storie e dei personaggi.
Ha abbandonato il superfluo per andare all'osso... ma ha perso atmosfera.
E se n'è reso conto.
Non credo che abbia cambiato "genere" volontariamente.Ha cambiato stile di scrittura, ed il nuovo stile non è adatto a far saltare il lettore sulla sedia per spaventi improvvise o visioni al cardiopalma.
E' migliore?
No, è diverso, e mi piace comunque tantissimo.Ma, sinceramente, mi manca il vecchio "Re dell'Horror".