Il cambio di rotta deciso dagli editor Bonelli circa il personaggio di Myrna (ne parla Giancarlo Berardi qui) è evidente: due apparizioni nell’arco di 8 uscite. Ma non è il dato in sé a meritare attenzione quanto la qualità degli episodi dedicati alla nemesi di Julia, fra i quali spicca sicuramente questo. Myrna: infanzia perduta è infatti senza dubbio una delle storie migliori di tutta la serie.
Improprio dire “la” migliore, visto che parte dell’efficacia dell’episodio sta proprio nella costruzione progressiva del personaggio di Myrna, sviluppato attraverso il dipanarsi delle uscite precedenti. Ma va sottolineata la perfetta sceneggiatura, in grado di catturare il lettore sin dalle prime pagine attraverso un realismo crudo, a tratti spietato e ricco di grande pathos.
La follia di Myrna è letale e contagiosa, tanto che stavolta Julia stessa sembra vacillare davanti a quella che pare un’eco distorta di sé. Giancarlo Berardi e Maurizio Mantero arricchiscono e sviluppano la psicologia della serial killer, fornendo nuovi particolari sulla sua infanzia e mostrandocela all’opera, in un crescendo di tensione davvero raro per la media dei prodotti seriali. Ai disegni uno Steve Boraley capace di far recitare alla perfezione i personaggi, tratteggiati in maniera sapientemente caricaturale, così da regalare a ciascuno di loro un ruolo ed un carattere specifico.
Una serie di definizioni grafiche decisamente azzeccate per un albo privo di sbavature.
Abbiamo parlato di:
Julia # 175 – Myrna: infanzia perduta
Giancarlo Berardi, Maurizio Mantero, Steve Boraley
Sergio Bonelli Editore, aprile 2013
130 pagine, bianco e nero, brossurato – € 3,40
ISBN: 977112717700530175
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