Julian Assange, sei mesi di arresti domiciliari

Creato il 16 giugno 2011 da Newfractals @NewFractals

Oggi, 16 giugno, sono 6 mesi esatti da quando Julian Assange, fondatore di WikiLeaks è agli arresti domiciliari, mentre cerca di evitare l’estradizione in Svezia. Sembra strano come un’accusa che non riesce neanche a raccogliere le prove per richiedere in maniera credibile l’estradizione di Assange abbia però il potere di tenerlo imprigionato in casa per un tempo così lungo.
Sgradito a molti governi per via del lavoro di WikiLeaks che cerca di costringerli alla trasparenza e all’onestà su diversi argomenti spinosi (come il comportamento dei soldati americani in guerra), Assange è stato premiato da Amnesty International per il materiale pubblicato riguardo persone “fatte scomparire” dal governo del Kenya, uccise senza alcun processo regolare.

Gli attacchi perpetrati contro WikiLeaks hanno già spinto molti gruppi a preoccuparsi del rischio di censura in rete, portando fra le altre cose all’appello della Eletronic Frontier Foundation contro la censura nella rete. Fra questi attacchi ricordiamo la chiusura senza preavviso dell’account PayPal di WikiLeaks, che ha diminuito la possibilità di fare donazioni al sito e ha anche impedito, per un certo periodo, l’accesso di WikiLeaks ai soldi che già si trovavano nel conto. Questo senza che vi fosse alcuna accusa contro WikiLeaks che potesse giustificare una simile azione.

WikilLeaks ha oggi diffuso un filmato che mostra le condizioni in cui quest’uomo, contro il quale in Inghilterra non è ancora stata formalizzata alcuna accusa, ha dovuto vivere negli ultimi sei mesi.
Non ne ho trovato una versione sottotitolata in italiano, mi spiace.

Ogni giorno, in questo periodo, Julian Assange ha dovuto presentarsi ad un posto di polizia per certificare la sua presenza ed impegnarsi a non fuggire nelle successive 24 ore. Per quanto questo durerà non è dato saperlo. Deve indossare tutto il tempo uno strumento alla caviglia che ne identifica la posizione all’interno della casa in cui vive ed attenersi ad un rigido coprifuoco… Insomma, tutte le cose “peggiori” degli arresti domiciliari, riservate a criminali e non certo a cittadini innocenti.
Interessante come gli impiegati della SERCO, che si occupa della sorveglianza di Assange, non si lascino filmare: infrangerebbe i loro diritti. Non ce l’ho con i tecnici che si vedono nel video, ma perché i loro diritti sono così ben difesi quando quelli di Assange sono calpestati con tale noncuranza?
Citando il video: “[Assange] sarebbe stato trattato meglio se fosse stato accusato di omicidio”.

Nel frattempo, il video racconta anche di come siano state aggiunte telecamere di sorveglianza intorno alla casa in cui è agli arresti, si suppone per spiare i suoi movimenti e vedere chi lo vada a trovare. Le telecamere sono state montate sei mesi fa, all’arrivo di Assange, all’ingresso della villa del Norfolk di Vaughan Smith, che lo ospita in attesa di decisione sull’estradizione in Svezia per reati sessuali

Sarah Harrison, di WikiLeaks, commenta:

“I’m British and I’v always been proud of our justice system. But this is just wrong. This is a man who hasn’t even been charged and he’s being treated like a caged animal.”

Ovvero:

“Sono inglese e sono sempre stata orgogliosa del nostro sistema giuridico. Ma tutto questo è semplicemente sbagliato. Questo è un’uomo che non è nemmeno sotto accusa e viene trattato come un animale in gabbia.”


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