Dinosauri 2.0
Dopo 14 anni tornano i dinosauri sul grande schermo. Un’operazione che ha, di fatto, “cancellato” i due sequel e ha riportato lo spettatore su Isla Nublar, laddove l’onirica visione di Hammond aveva trovato libero sfogo.
Il parco divertimento con i dinosauri è ormai una realtà. Tuttavia i visitatori chiedono nuove “attrazioni”, nuovi spaventosi e accattivanti “mostri”. Così viene creato in laboratorio un ibrido dall’intelligenza molto più sviluppata. L’Indominus Rex, questo il suo nome, riesce a scappare e mette a repentaglio la vita dei ventidue mila visitatori del parco.
C’era una volta Spielberg e la sua passione per i dinosauri. C’era una volta un parco nel quale i dinosauri resuscitavano dalla propria polvere (fossile) e tornavano a calcare la terra. Tutto ciò c’era e c’è ancora, senza l’apporto registico di Spielberg, stavolta fattosi da parte preferendo la produzione alla sedia da regista. Eppure Jurassic World non pare soffrire della mancanza di Spielberg, facendo appassionare il pubblico seduto in sala, grazie al suo apporto adrenalinico e coinvolgente. Sia ben chiaro, Jurassic World non è perfetto, contiene pregi ma anche difetti (come a esempio il raffazzonato finale), che non permettono al film diretto da Colin Trevorrow di rivelarsi un prodotto di pari livello del primogenito. Inoltre l’impresa era e rimane ardua perché Jurassic Park ha segnato una generazione e, oltre a portare sullo schermo temi cari a Spielberg (rapporto adulti-bambini, l’avventura e la palpitante tensione), metteva in campo il fattore wow, uno stupore che accomunava bambini e adulti. Per questo motivo Jurassic World perde in partenza, ma si difende bene. Difatti la pellicola riesce a definire un nuovo modello di spettacolo, un’emozione diversa, partendo dal presupposto che ciò che viene ostentato (i dinosauri) è tangibile, realistico, già conosciuto e per questo motivo di facile impatto emotivo. Jurassic World sfrutta a proprio favore Jurassic Park ponendosi, di fatto, come ideale seguito e prosecuzione 2.0 dello stesso. Infatti Jurassic World diviene citazionista, omaggia, recupera e dimostra ancora una volta che l’essere umano è l’animale più pericoloso perché si sente superiore a qualsiasi specie. Jurassic World è la pericolosa evoluzione di un progetto che ha affascinato e appassionato, è la realizzazione di un sogno (quello di Hammond e dello spettatore), è una pellicola che, sfruttando a dovere effetti speciali e giganteschi robot, si fa apprezzare fino in fondo. Poco importa se il finale lasci parecchio a desiderare perché, dopotutto, l’intrattenimento e la spettacolarizzazione sono fondamentali elementi per poter accalappiare il pubblico di tutte le età.
Film che mette in guardia sulla variazione del corso naturale, sull’arroganza umana e che imbastisce una metafora sullo scontro tra analogico e digitale, natura ed esperimenti genetici, Jurassic World è spettacolare, adrenalinico e ironico. Un brillante esempio di come Hollywood sia ancora in grado di sfornare pellicole d’intrattenimento di lodevole fattura, gonfie di personaggi mai banali, ben costruiti dal punto di vista psicologico e costantemente funzionali alla storia.
Pellicola che sfrutta a dovere le nuove tecnologie e cosparge di apparente onnipotenza l’umanità, Jurassic World non raggiunge i livelli del primogenito Jurassic Park, ma dimostra di saper costruire svolte narrative e di coinvolgere con estrema genuinità. Un film che vede l’utopistica visione di Hammond realizzarsi e aprire (nuovamente) le porte al pubblico seduto in sala. I dinosauri faranno ancora paura?
Uscita al cinema: 11 giugno 2015
Voto: ***1/2