“What’s wrong with me?” I asked Dr. Abbot once when I was at my lowest point.
“Nothing,” he said. “You just need to practice the art of living.” So that’s what I’m doing these days. I’m practicing the art of living.
“Just Pru” è l’ultimo romanzo di Anne Pfeffer che ho avuto il piacere di conoscere agli albori del mio blog e il suo è stato uno dei primi eARC che abbia ricevuto da recensire. Ne è passata di acqua sotto i ponti da allora, ma devo dire che mi ha sempre lasciato dei libri molto interessanti e anche in questo caso la storia è intrigante e divertente, piena di curiosità e sicuramente fuori dagli schemi. Pungente e dolce, ha il marchio di fabbrica della Pfeffer e mi ha convinto ancora una volta.
Quando la venticinquenne Pru Anderson –
senza reggiseno, avvolta dal pigiama, mentre stringeva a se il suo gatto, Chuck
– è stata salvata dal suo appartamento in fiamme a Los Angeles, la cosa che la
spaventa di più è incontrare i suoi vicini. Persone sconosciute la fanno
nascondere nel bagno, contare per sette, ma quando la sua casa rimane
distrutta, deve trasformare degli estranei in amici… o ritornare con la coda
tra le gambe dai genitori da cui è recentemente scappata. Cosa farebbe il suo idolo Pepper Hathaway? Il
detective – barra – modella protagonista della serie TV preferita da Pru non si
arrenderebbe mentre si mostra fiera nel suo tankini e i suoi tacchi alti. Così
quando ne ha la possibilità si trasferisce dalla sua vicina del piano di sopra
Ellen, una regista e scrittrice di opere teatrali. Iniziano così le avventure
di Pru che non ha mai avuto un lavoro, un amico o un primo bacio. Trascinata
nella vita di Ellen, Pru inizia a costruire un proprio equilibri, come
assistente regista per il nuovo spettacolo di Ellen, come musa per l’attore protagonista
Blake e possibilmente come interesse amoroso per l’adorabile vicino neurotico
Adam. Solo una cosa può portare Pru fuori strada. Beh, veramente due cose – e
sono in una automobile diretti a LA per distruggere la sua vita. Quando il
passato che l’ha quasi distrutta viene a cercarla, chi sarà: una Prudence o una
Pepper?
Decisamente sopra le righe, quasi al confine dell’impossibile, questo volumetto della Pfeffer ha tutti gli elementi per strappare un sorriso e imporre il lettore di fare il tifo per Pru. Decisamente dotata di una certa dose di sfiga, accompagnata costantemente dalla voce del suo analista, abituata a sentirsi dire che non è in grado di fare le cose, Pru è una persona adorabile, di quelle che non puoi ignorare, perché in fondo racchiude in se tutte le insicurezze di cui siamo affetti. Sovrappeso, insicura, si rifugia nelle soap opera e nelle serie tv che le capitano a tiro, traendone insegnamenti per la sua vita quotidiana. Educata in casa, privata dei normali rapporti sociali con gli altri, Pru è incapace di relazionarsi con il prossimo, vittima di una sequela di imbarazzanti approcci in cui appare fragile e terribilmente incerta. Ma in fondo Pru è più forte di quello che crede ma soprattutto è una persona speciale, dotata di un grosso spirito di osservazione. Pru ha sofferto, nel suo passato si annida un trauma di qualche tipo, di cui non veniamo a conoscenza, ma che resta secondario mentre la seguiamo nel suo percorso di crescita. Da un lato è tutto troppo veloce, il libro non è particolarmente lungo, dall’altro assistiamo, in diretta a tutti i dubbi e ai pensieri della protagonista. Ellen, la chioccia che la prende sotto la sua ala protettiva e che la spinge a reagire quando ha evidentemente bisogno di aiuto, mi è molto piaciuta. Ellen, infatti, è dolcemente autoritaria e non si ferma di fronte ai ripetuti crolli emotivi di Pru, senza metterle fretta la sostiene, ma soprattutto le fornisce gli strumenti per ricostruire la sua vita. D’altro canto è proprio questo ciò di cui ha bisogno Pru, un sostegno vero, qualcuno che la sproni al meglio, che non la lasci a languire in quella sedimentata parte del cervello in cui i genitori hanno impiantato il seme del dubbio. Pru può farcela con le proprie forze deve solo provarci.
Meraviglioso anche il personaggio di Adam, che non manca di essere un maniaco della pulizia, con le sue nevrosi e le sue paure, bellissimo, un self-made man, ma allo stesso tempo attento e premuroso. Non è di certo perfetto, anche lui commette degli errori, ma non si lascia intimorire dalle fisse di Pru, e anzi, anche lui è li per spronarla a non arrendersi. Non da meno anche Blake è un personaggio molto particolare, che affronta la sua carriera e lo spettacolo messo in piedi da Ellen con serietà e spensieratezza, ma mette la testa a posto solo quando Pru arriva a sorreggerlo e spronarlo. Ed è molto bello vedere come Pru terrorizzata dalle interazioni con gli altri, riesce a far ragionare il recalcitrante attore. Anche lo spettacolo di Ellen, il Prigioniero, ha un ruolo primario, un parallelismo con i fatti del libro, che fornisce diversi spunti di riflessione.
Lo stile della Pfeffer è incredibilmente semplice e abbordabile, non indugia molto in descrizioni ma arriva dritta al punto, esponendo una sensibilità rara e un’empatia con i suoi personaggi che mi ha molto colpita.
L’ambientazione, quella della città degli angeli, Los Angeles, è molto scarna e ricorrente, infatti la maggior parte dell’azione si svolge tra l’appartamento di Ellen e il teatro, ma rende bene il bisogno di Pru di staccarsi dal nido dei genitori e affrontare davvero il mondo, e come farlo se non in una grande città?
Il particolare da non dimenticare? Una scatola di cioccolatini…
Un viaggio nell’emotività di una ragazza di venticinque anni, che dopo aver vissuto per anni nella paura, si apre al mondo, affronta le sue difficoltà e ne esce vincente. A volte surreale, a volte sopra le righe, la Pfeffer regala una storia intensa e carinissima, che vi strapperà più di una risata.
Buona lettura guys!
Ringrazio immensamente Anne Pfeffer per avermi regalato l’opportunità di leggere questo libro in anteprima, in cambio della mia onesta opinione.