A dispetto di un campionato disputato da dominatrice, la Juve non perde occasione per rendersi antipatica.
Principalmente è stato Antonio Conte a innescare continue e pretestuose polemiche.
Prima Mazzarri, poi Montella, poi la più clamorosa con Capello e infine l'ultima con Prandelli, Conte non perde occasione per polemizzare, criticare, puntualizzare.
Questo tipo di atteggiamento dovrebbe presupporre un analogo comportamento nei confronti delle altre società e degli altri tesserati.
Niente di più falso!
La Juve si diverte a punzecchiare gli avversari come fece Agnelli con Thohir o come è accaduto ieri dopo la partita con la Fiorentina.
Un tweet al veleno che ha fatto infuriare i tifosi gigliati: "Buona la Fiorentina a pranzo. Ci rivediamo fra 4 giorni per la cena."
Assoluta mancanza di stile, ma anche di tatto nei confronti di un avversario.
Se uno sfottò ci può stare tra tifosi, anche eccellenti, è incomprensibile come sia una società, anche se attraverso un social a prendere in giro un'altra squadra.
Eppure la Juventus, per anni, ha menato vanto del suo stile, del suo aplomb, della sua ironia, oggi tutto questo è scomparso e ha lasciato spazio a un'alterigia, una prepotenza, che riflette molto anche il modo di essere della dirigenza Fiat. Un complesso di superiorità, una supponenza che non addolcisce i rapporti, che crea nuove rivalità e acuisce vecchi rancori. Tutto questo in un mondo, come quello del calcio nostrano popolato da migliaia di balordi e violenti.