Prima intervista del 2014 per Claudio Marchisio che è intervenuto ai microfoni di Sky Sport.
Ecco le sue parole:
”Dopo due anni che vinci lo Scudetto, la Supercoppa, non è mai facile. Invece questo gruppo sia chi è restato e chi è arrivato ha dato sempre il massimo impegno mettendosi a disposizione dell’allenatore. E i risultati si vedono. Ma anche chi sta dietro di noi sta facendo bene quindi è maggiore il lavoro fatto quest’anno.
Avete chiuso il girone d’andata a 52 punti. Questo vi avvicina terribilmente alla Juve di Capello, l’avete eguagliata. Tu ti allenavi con quella squadra, nel 2005-06. Questa Juve può diventare più forte di quella squadra?”L’obiettivo non sono i 100 punti, ma il terzo scudetto di fila. Sono due squadre completamente diverse, ma se riusciremo a vincere il terzo scudetto di fila si potrebbe parlare di una delle migliori Juventus. Come l’anno scorso che siamo stati sempre primi in classifica, è normale che quando sei davanti a tutti hai quel pensiero lì, perchè comunque stiamo facendo veramente bene e nonostante ci siano molte altre partite e tutto il girone di ritorno, dobbiamo pensare solo a noi stessi, al nostro cammino, alle partite che abbiamo davanti, a differenza del primo anno quando abbiamo dovuto inseguire il Milan. Quindi sono situazioni diverse. Come l’anno scorso continuando su questa strada, con questo impegno, con questa voglia di vincere, lo Scudetto sicuramente si può raggiungere”.
Domenica sei tornato al gol…
Un gol importante. Non perchè c’è chi ritiene che Marchisio sia stanco della panchina o altro, di rivalsa o altre cose. Contento per il gol perchè la partita era difficile e lo abbiamo visto nel primo tempo quindi sono contento per quello. Poi è normale che il gol aumenti la stima per me stesso, ma al di là della panchina o di giocare titolare, la mia voglia di essere disponibile, durante una partita negli allenamenti, con i compagni, l’allenatore ci sarà sempre.”
Conte ha detto: “Marchisio è un simbolo della Juventus, per quella che è stata che la sua carriera, perchè è parte di questo ambiente fin da piccolo”. Ti chiedo, per un simbolo è più facile accettare la panchina in alcuni casi? Come senso di responsabilità..
”Penso che non sia mai facile accettarla, perchè tutti i giocatori vorrebbero scendere sempre in campo e dare il proprio contributo. Però al di là di quello come lo è il mio caso, sto facendo più panchina. ma come tutti i miei compagni, in questi due anni e mezzo con Conte, la differenza l’ha fatta soprattutto chi gioca meno o entra a partita in corso, come si è visto al primo anno dove chi ha giocato meno ha dato sempre il proprio contributo quando chiamato in causa,segnando e facendo ottenere punti importanti. Ma oltre la domenica, è importante anche il lavoro di tutti i giorni: i miglioramenti degli undici che giocano di più sono anche merito di chi gioca di meno, che ha sempre voglia di allenarsi al 100% e mettere in difficoltà non solo l’allenatore ma anche i compagni”