SImone Pepe ha saltato praticamente
tutta la stagione per infortunio
TECNICA (Torino). In casa Juve continua il processo post-Bayern Monaco: il 2-0 subito all’Allianz Arena ha lasciato comprensibili strascichi nell’ambiente bianconero, che fatica a ridestarsi. Fortunatamente – e lo diciamo da italiani – in Baviera hanno pensato bene di ringalluzzire gli abbattuti animi juventini con una bella dose di provocazione – vedi Beckenbauer – che non ha lasciato indifferenti i Campioni d’Italia. Ecco allora che dal “sono più forti di noi” e “non si costruiscono i grattacieli dall’oggi al domani”, si è passati al “c’è ancora il ritorno” e “la partita è ancora aperta”.
Meglio così – e lo diciamo da calciofili – in vista del secondo atto di una partita che potrebbe assumere connotati diversi rispetto al primo round.
Tatticamente, tuttavia, Antonio Conte non potrà cambiare poi molto le carte in tavola, come d’altra parte non ha potuto fare per tutto l’arco della stagione. All’enorme truppa di critici e intellettuali del calcio che si è data da fare nelle ultime ore analizzando al dettaglio Bayern-Juve sembra essere sfuggita, infatti, la più evidente delle difficoltà: la Juve è prevedibile perchè non ha alternative tattiche al 3-5-2 finito sotto accusa nella serata tedesca.
Claudio Marchisio, in ombra contro il Bayern.
Mancano i campioni, servono i top player, avrebbe dovuto giocare Pogba dall’inizio… tutte osservazioni sacrosante, ma lasciano comunque il tempo che trovano.
Nella formazione intimorita e povera di idee scesa in campo a Monaco, la Juve è stata tradita dai suoi uomini cardine: Pirlo e Marchisio su tutti. Il regista campione del mondo ha sofferto la marcatura soffocante di Mandzukic, chiamato ad arretrare di parecchie decine di metri il suo raggio d’azione, mentre il “principino” bianconero pare essersi bloccato proprio sul più bello dopo la tonsillite patita nel ritiro della Nazionale. Proprio le intuizioni di Pirlo e gli inserimenti di Marchisio sono venuti a mancare nelle trame che di solito vengono tessute per fare da collante fra centrocampo e attacco, reparti mai così distanti come martedì sera. Che il 3-5-1-1 studiato da Conte alla vigilia, con Marchisio alle spalle di Vucinic, e Pogba nei 5 della mediana potesse far meglio? Difficile, non foss’altro perchè su Marchisio la Juve avrebbe affidato ancor più responsabilità, dovendo a quel punto occupare tutta la zona della trequarti scambiandosi con Vucinic.
Ciò che quindi viene a mancare alla Juventus e a Conte è la possibilità di trasformare il 3-5-2 in un più ficcante 4-3-3, così come accaduto per larghi tratti della scorsa stagione, soprattutto nella prima parte, quando i bianconeri hanno preso consapevolezza dei propri mezzi. Ma come poter approcciare a questo modulo e con quali interpreti? La risposta è semplice quanto “drammatica”: attualmente Conte non può utilizzarlo perchè non ha i giocatori per farlo.
Uno su tutti, in particolare, manca oltremodo alla Vecchia Signora quando indossa il vestito da Champions: Simone Pepe.
Non un top player, direte voi, eppure con Pepe l’intera squadra può ridisegnare la propria fisionomia. Capace di occupare tutta la fascia garantendo copertura anche quando chiamato a giocare nei tre d’attacco, il numero 7 ex Udinese è stato colui che nei momenti di maggior difficoltà è riuscito a “spaccare la partita” togliendo le castagne dal fuoco in più di un’occasione.
Se ripensiamo al Bayern, siamo convinti che la fascia sinistra dei bavaresi, occupata da Alaba – match winner, è vero, ma pur sempre un inesperto terzino del ’92 – e Ribery avrebbero offeso meno di quanto fatto martedì sera.
Il problema vero è che Pepe è out per infortunio praticamente da inizio stagione, e la sua alternativa naturale – Mauricio Isla – si spera di vederlo l’anno prossimo in forma smagliante, perchè quest’anno l’ha impiegato per recuperare dal brutto infortunio rimediato nella scorsa stagione.
Su cosa puntare, quindi, per ribaltare il risultato allo Juventus Stadium? Sull’ambiente, di sicuro, oltre che sull’orgoglio che da qui a mercoledì a Vinovo tornerà a bussare nell’animo dei protagonisti. Quanto all’aspetto tattico Conte spera di ritrovare un Vucinic al top e di tornare a vedere Pirlo e Marchisio dettar legge in proiezione offensiva. Che sia 3-5-2 o 3-5-1, mercoledì i numeri che conteranno saranno solamente quelli del risultato finale.