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Juventus Stadium: i cori dei bambini

Creato il 02 dicembre 2013 da Newebsolutions

Piccoli tifosi crescono, qualche volta scimmiottando le brutte abitudini degli adulti. Quell’insulto partito ripetutamente nello Stadium di Torino, ad accompagnare ogni rinvio del portiere dell’Udinese, ha colpito perchè scandito dalle voci di 12.000 bambini chiamati a riempire gli spazi altrimenti vuoti per la squalifica delle curve, dopo i cori discriminatori contro il Napoli. Offese rivolte ad un giocatore avversario, colpevole solo di essere tale, secondo un malcostume imperante da anni nella maggior parte degli stadi.

bambini juventus stadium

Dispiace, ma sorprendersi è piuttosto ipocrita. Ne è convinto Marco Lodoli, educatore, scrittore e giornalista. «Non possiamo illuderci che lo stadio diventi un luogo di totale età dell’innocenza solo perchè nelle curve ci sono dei bambini». «Da adulti coltiviamo il desiderio che a 10 anni siano puri, anime cristalline». Invece «c’è una predisposizione mentale a certi atteggiamenti, un immaginario collettivo dominante. Il rimedio? Più sport praticato e meno guardato dal divano». «In una società in cui i genitori tendono a regredire verso l’età adolescenziale ed i figli cercano di apparire sempre più grandi – continua – può accadere che ci siano una confusione di ruoli. C’è una contaminazione, appunto». Senza trascurare il fascino che suscitano tra i più giovani certi comportamenti: «il buono è noioso, la trasgressione esalta e diverte». E non manca una dose di «maleducazione» diffusa: «Quando guardo la televisione con i miei figli a volte mi sorprendo dalla quantità di parolacce che sento». Da uomo di cultura che però ha «fatto sport da sempre», Lodoli si sente di suggerire un rimedio: «Più pratica ‘sul campò e meno sul divano». In una scuola che trascura l’educazione fisica, i giovani dovrebbero essere altrimenti stimolati. Perchè «l’educazione al rispetto dell’altro parte dalla conoscenza delle regole, dal confronto con l’avversario e con se stessi»


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