All’inizio c’è un ponte di legno coperto dalla neve. Nebbia spessa. K. alza gli occhi «verso quello che in apparenza era il vuoto», in die scheinbare Leere. Alla lettera: «verso il vuoto apparente». K. sa che in quel vuoto c’è qualcosa: il Castello. Non l’ha mai visto prima, forse non vi metterà mai piede.
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K. è un’intrigante e suggestiva interpretazione dell’opera di Franz Kafka, ma anche un’esplorazione ricca e senza precedenti nel mistero della sua scrittura. Una scrittura asciutta e fredda dal significato nascosto e perturbante che evoca il dramma dell’uomo contemporaneo.
La questione Kafka suscita ancora oggi sentimenti incerti e difficili da definire. Molte soluzioni sono state proposte, ma il mistero nella sua essenza resta tale.
Calasso cerca di entrare nel flusso e nel movimento tortuoso delle sue parole, nelle atmosfere sospese e nelle sue metafore. Forse per questo K. è un libro di notevole importanza letteraria. Non un libro qualsiasi.
Roberto Calasso, K., Biblioteca Adelphi, Adelphi, 2014.