Secondo A.M., agente di scorta di Maurizio Belpietro (hereinafter “MBP”), MBP stava tornando a casa con il suo agente di scorta (A.M. stesso). Una volta lasciato MBP alla porta, invece di prendere l’ascensore come fa sempre l’uomo della scorta decide di scendere le scale per fumare un cicchino. Ad un certo punto, su un pianerottolo diverso da quello di Belpietro, incontra un tipo. Iltipo è vestito da finanziere dalla cintura in su (ma senza giacca della finanza: camicia della finanza e basta). Per non destare sospetti, poi, porta dei pantaloni della tuta neri (come i finanzieri la domenica sera) e delle scarpe da ginnastica.
Appena i due si incontrano, quello della scorta, uomo miracolosamente intuitivo, capisce immediatamente che: i) il finanziere a metà è un malintenzionato; ii) oggetto della sua malintenzione è proprio MBP; iii) il movente della malintenzione è chiaramente politico (sembra che il finanziere a metà portasse la barba à la Renato Curcio).
Il finanziere a metà, sapendo che quello della scorta sapeva, sfodera la sua pistola, gliela punta contro e preme il grilletto. Qui avvengono altri due miracoli. Il primo è che la pistola fa cilecca (“cosa piuttosto frequente“, ha commentato Steven Seagal). Il secondo è che, mentre la pistola faceva cilecca, quello della scorta aveva la prontezza di sfoderare la sua calibro 9 e provare pietà, non scaricando una raffica di proiettili contro il finanziere a metà (“ho pensato che poteva tenere famiglia“) ma esplodendo un paio di colpi in aria per metterlo in fuga.
D’accordo con le intenzioni dell’uomo della scorta, il finanziere a metà si mette in fuga. E sparisce. Nel senso che nessuno lo vede uscire dal palazzo di MBP (dove un altro uomo della scorta – meno buono del primo – stava aspettando il collega) e nessuna delle 300 telecamere degli isolati circostanti (siamo in piano centro, vicino all’Armani, figa), per tutta la notte, registra niente.
Secondo me non lo beccano.