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Kaiju-A-Gogo – I Want to Set the World on Fire

Da Videogiochi @ZGiochi
di Matteo "The_Unk" Lusso

Parafrasando il titolo di una canzone dei The Ink Spots, questa volta vogliamo per davvero vedere il mondo bruciare, almeno per poterne diventare i dominatori assoluti. Kaiju-A-Gogo è un titolo insolito e dal concept piuttosto originale per gli standard odierni. Grazie al crowdfunding che ne ha sancito lo sviluppo iniziale, l’ultima fatica di Kerberos Productions è infine sbarcata su Steam dandoci l’opportunità di vestire i panni di uno scienziato pazzo, con tanto di base segreta, e controllare un enorme kaiju per riuscire a distruggere e così conquistare diverse città in giro per il mondo fino a diventare i padroni incontrastati del pianeta.

Il fratello di Godzilla

Kaiju-A-Gogo è uno strategico in tempo reale, con un sistema di gestione della base che strizza l’occhio ai classici X-COM ma in cui, anziché difendere il mondo dalle minacce aliene, siamo noi, col nostro robottone gigante, a mettere a ferro e fuoco le città più importanti del pianeta e ottenerne così il controllo. Fin da subito il titolo ci permette di controllare il nostro bestione mentre attacca una delle città del Nord America con una visuale isometrica. Lo scopo principale è quello di effettuare abbastanza danni distruggendo case, grattacieli, negozi, monumenti e servizi, selezionando con un semplice click il punto della mappa in cui vogliamo che il nostro kaiju si diriga, in questo modo distrugge tutte le strutture e difese che trova sul suo percorso di distruzione. Non esiste un limite di tempo, ma è conveniente dirigersi ad uno dei bordi della mappa quando la salute del mostro diventa troppo bassa così da abbandonare la città. Quest’ultima si arrenderà, permettendo di ottenere degli introiti mensili per il nostro budget una volta che il suo morale scende al di sotto del 30%. Per far ciò è necessario distruggere soprattutto gli edifici unici presenti in ogni città e diversi fra loro contrassegnati da un alone blu. Tuttavia nel frattempo le forze di difesa risponderanno all’attacco arrivando perlopiù ad ondate continue e saranno composte da fanteria, jeep, elicotteri, caccia, carri armati che aumentano di numero e diventano sempre più corazzati e potenti man mano che il livello DEFCON cresce. Distruggerli crea qualche grattacapo, poiché non esiste modo di mirarle ed evitare che il kaiju perda tempo, e quindi venga colpito più volte, nella distruzione degli edifici. Ad aggiungere difficoltà ci pensa il fatto che i nemici non rimarranno fermi ma inseguiranno la nostra arma di distruzione attraverso le vie cittadine, che, ad eccezione di alcuni ponti, non possono essere danneggiate. La varietà dei nemici è abbastanza buona, così come il design degli edifici, che cambia da regione a regione. Il mondo è infatti diviso in 6 diverse zone a seconda del continente considerato. Ognuno di essi ha più città con un diverso livello di difesa, ma anche di risorse disponibili e man mano che semineremo il terrore, le difese di ogni Paese aumenteranno e verranno schierate maggiori forze di terra, navali o aeree a difesa del territorio.

Affilare le armi

Il nostro kaiju quando non si trova all’attacco sarà fermo nella nostra base situata su un’isola segreta, almeno inizialmente, in cui possiamo spendere le risorse razziate da ogni città. Oltre ai soldi, durante gli attacchi possiamo recuperare conoscenza, attraverso la distruzione di biblioteche, college ed università; uno strano materiale viola in grado di potenziare il kaiju nelle fasi più avanzate, cibo, per nutrire tutti i nostri scagnozzi ed energia. Queste ultime due possono anche essere prodotte nella nostra base, infatti abbiamo la possibilità di ampliarla costruendo nuove strutture più efficienti che ci permettano anche di migliorare il nostro mostro. Abbiamo infatti a disposizione una miriade di abilità speciali, passive e non, da sbloccare ed utilizzare durante le nostre scorribande che però saranno limitate a cinque selezionabili per volta. Ciò è necessario perché i soldati a difesa delle città diventeranno sempre più forti e maggiori di numero creando non pochi grattacapi costringendoci a fare attenzione al modo di muoverci durante l’attacco e quali edifici privilegiare. Infatti ad edifici diversi corrispondono risorse differenti ed un diverso impatto sul morale della città una volta distrutti. Dai negozi è possibile ottenere più denaro, mentre da strutture come le centrali elettriche è ovviamente più semplice ottenere energia. Dobbiamo quindi evitare di muoverci in maniera caotica e senza un obbiettivo ben preciso, anche perché Kaiju-A-Gogo presenta un sistema di tempo che scorre, che può essere velocizzato o rallentato, necessario per riparare il nostro kaiju o costruire nuove strutture nella nostra base, come ad esempio la piattaforma avanzata per il potenziamento del nostro mostro, ma che d’altro canto verrà sfruttato anche dalle città attaccate che non si sono arrese per ricostruire le strutture più importanti e risollevare il proprio morale. Tuttavia, una volta trascorsi diversi anni dall’inizio delle nostre scorribande, anche la nostra stessa base, una volta individuata, verrà attaccata con tenacia dalle stesse persone che abbiamo a lungo terrorizzato. Per questo è possibile costruire anche diverse strutture di difesa come torrette e mura per evitare grossi danni durante questi assalti.

Una distruzione pixelosa

Lo stile grafico di Kaiju-A-Gogo, oltre ad essere una scelta obbligata per un gioco dalle meccaniche così interessanti, ma dai fondi ristretti e dalla natura indie, risulta semplice e molto fumettistico, con mappe, edifici e nemici composti da sprite bidimensionali che ricordano molto lo stile di SimCity 4, ma non per questo il titolo risulta poco curato. La varietà degli edifici, che cambia stile da regione a regione, il fatto che sia presente un ciclo giorno e notte a seconda dell’ora in cui il nostro kaiju arriva in una città e la presenza di effetti visivi come il fuoco che si propaga da una struttura all’altra, senza però danneggiare gravemente quelle in cemento, denotano una grande cura che infatti si nota nel risultato finale, anche se alcuni sprite tendono a sovrapporsi in maniera poco credibile soprattutto quelli delle macerie. L’audio invece non riesce ad entusiasmare molto, anche a causa di rumori di sottofondo, come i cingoli dei carri armati, alla lunga molto fastiosi, nonostante qualche motivetto azzeccato che ci accompagna per tutta l’avventura.

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