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«Kalispéra» è meglio di «Chiambretti night»

Creato il 17 dicembre 2010 da Iltelevisionario

«Kalispéra» è meglio di «Chiambretti night»

(di Aldo GrassoCorriere della Sera) Sì, buonasera! Per fare un buon programma ci vuole ancora molto, però «Kalispéra» di Alfonso Signorini, alla prima puntata, è già molto meglio di «Chiambretti Night», e questo fa ben sperare. La direzione di Chi e di Sorrisi, la radio e ora anche un programma tutto suo: Signorini è lo stakanovista della multimedialità light. «Kalispéra» è «Verissimo», il gradevole programma del sabato pomeriggio, in versione gossip spinto, tant’è vero che il vero ospite d’onore della serata è stato Roberto D’Agostino, in tour promozionale per il suo «Ultra Cafonal». Forse «Kalispéra» (anche per cancellare pretenziosità liceali) si sarebbe dovuto chiamare «Fintissimo» e le nostre coscienze sarebbero state più tranquille (Canale 5, mercoledì, ore 23).

L’aspetto più piacevole della trasmissione è che mette di buonumore: nessuno si prende sul serio e lo spettatore, a sua volta, non si sente obbligato a prendere niente sul serio, né l’intervista al figlio di Coco Trovato (ormai l’esponente ‘ndranghetista più famoso d’Italia), né l’intervento di Francesco Rutelli (ma può un leader politico, di questi tempi, andare a cazzeggiare in tv e scatenare i turbamenti di Signorini?), né il ministro Gelmini che sembrava la sorella gemella di Arisa. Madrina della serata è stata Simona Ventura (un volto Rai che benedice la concorrenza, questa è l’Italia) costretta ad accennare alle sue scappatelle con Giorgio Gori, per la gioia di Cristina Parodi, volto del Tg5.

Per migliorare, il programma dovrebbe durare solo un’ora, evitare di invitare politici, serrare i tempi eludendo il tono didascalico (non è necessario spiegare sempre tutto), contenere la presenza della Santarelli, della Ribas e di Lele Mora. A proposito di spiegazioni, ma Signorini e la Santarelli sanno che la signora intercettata è un po’ irrisa alla Scala, Mariuccia Zerilli Marimò, è una delle gradi promotrici della cultura italiana a New York?



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