Per questa breve uscita, sempre su Raster-Noton, David Letellier si dimentica delle complicazioni e realizza un disco quasi techno. Un volo rapido su queste cime, di sera, seguendo traiettorie semplici, ma non troppo. Kangding Ray di base sarebbe un misto tra i padroni di casa Raster-Noton, Autechre, Pan Sonic e altro ancora, ma qui arzigogoli ritmici e sperimentazioni ambientali o noise non hanno sul serio spazio, anche se l’indiscussa capacità di creare atmosfere e la scaltrezza in quella manciata di variazioni sul battito drittissimo di Pentaki Slopes fa sì che quest’ep non venga a noia e possa tornare utile per svegliare il pubblico dal vivo. Album come OR, ad esempio, sono in qualche modo qui, c’è quella che qualcuno chiamerebbe “classe”, ma l’ep non è rappresentativo di tutto quanto fatto in precedenza, è una possibile diramazione di certi spunti, un po’ come in Monad XI, uscito sempre nel 2012 (ma per Stroboscopic Artefacts) e sempre piuttosto a suo agio con la techno. Insomma, design minimalista e algido di casa Raster-Noton, con qualche crudezza che scongiuri aggettivi tipo “carino”, e una personalità in evoluzione.
Ancora troppo presto (almeno per me) per dire quanto sarà famoso.
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