In questo quarto appuntamento sui 10 elementi del kata parliamo di velocità. Sebbene nel “waza no kankyu” ci si riferisca alla velocità di ogni spostamento e ogni tecnica (appunto “waza”), ritengo sia doveroso fare una parentesi sulla velocità di apprendimento dei kata stessi.
Per lo studio dei kata, sin dagli albori del moderno Karate-do promosso dal celebre Gichin Funakoshi, veniva adottata la formula “hito kata sannen” (un kata in tre anni): vale a dire, a quei tempi, che si necessitava di ben tre anni per apprendere un singolo kata, al punto che, persino un esperto praticante di Karate, conosceva non più di tre – cinque forme codificate. Si riteneva, inoltre, che una conoscenza superficiale di molti Kata fosse poco utile.
Ti lascio immaginare la consapevolezza degli odierni karateka che “apprendono” un paio di kata all’anno, senza contare il numero di allenamenti e le ore di pratica annuali sono di gran lunga inferiori a ciò che era lo standard quotidiano degli antichi karateka… Io, quando studiavo un nuovo kata negli anni di agonismo, dedicavo almeno due ore ogni sera a una singola parte della forma, e dopo mesi, seppur perfezionandone la tecnica, ancora stentavo a capirne il significato. Ero veloce nell’esecuzione, certo, con un ritmo sostenuto per avere delle chanches in competizione con altri ragazzi… ma sentivo un forte vuoto a livello conoscitivo. Lo scopo di velocizzare un passaggio non era nelle mie corde, a livello dello spirito, il “do” in quei frangenti sembrava un qualcosa di talmente sfuggente e impalpabile che non era possibile associarlo al mio modo di fare Karate, e nello specifico i kata.
Ora come ora, dopo 7 anni che ho appeso il karategi al chiodo, sento il desiderio di riprendere lo studio del karate-do, in solitaria, rivedendo ciò che mi appassionava fisicamente e mentalmente in giovane età, spolverandolo con lo spirito rinnovato e la maturità acquisita in questi anni di vero Budo. In questo particolare periodo sto recuperando le forze e la mobilità, ma senza troppa “velocità”, dell’arto inferiore destro. Un’operazione al menisco mediale che mi ha costretto al riposo per il primo mese del 2014 ma che sto sfruttando positivamente rinforzando la muscolatura proprio con un kata di Karate-do (tale “tekki shodan”).
Essere veloci è importante… ma fino a che punto secondo te?
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