Tra i 10 elementi del kata letti sino ad oggi qual è il più importante?
Quando chiedevo ai miei allievi di karate, in particolare agli adulti, “cos’è un Kata?”, spesso mi rispondevano “una forma, un insieme di movimenti codificati”.
Da un certo punto di vista la definizione è esatta ma con la pratica assidua e consapevole dei kata ci si accorge che questi rappresentano molto di più.
In essi, infatti, sono contenute le esperienze di combattimento dei precedenti maestri che li hanno formati proprio in base alle loro esperienze sul campo di battaglia.
Il principiante ne vede solo l’aspetto esteriore, il non praticante addirittura vede il Kata come un balletto coreografico. Per un buon karateka che studia il Kata nella sua forma interiore esso è fonte di numerose domande e risposte che però lo aiutano a progredire nel do, la “via”. La forma codificata diventa fonte di nuove tecniche di combattimento, di potenziali e infinite applicazioni (bunkai), di studio meticoloso dei passaggi alla ricerca di ogni intrinseco significato. Il M° Anko Asato, uno dei due insegnanti del M° Gichin Funakoshi (fondatore dello stile “shotokan”) soleva dire “un Kata in tre anni”.
Il Kata non è un normale insieme di sequenze ma è il mezzo che può permettere al karateka di progredire nel suo insieme, corpo, mente e spirito.
Nel 1948 presso l’Università Waseda alcuni allievi e il M° Gichin Funakoshi approvarono e sancirono alcuni criteri unificatori dei Kata. In passato, dato che il Karate era solo un’arte marziale e non un’attività sportiva, i Kata erano l’unica forma di allenamento al combattimento. Si può quindi intuire facilmente quale sia la loro importanza: bisogna conoscere con estrema precisione le tecniche e la loro applicazione al punto di dar loro un vero e proprio spirito vitale, nutrendole di “ki”.
I Kata sono l’essenza, il seme, un concentrato di saggezza, conoscenza ed esperienza di centinaia di Maestri di Karate, tradotti in un linguaggio comune fondato sul movimento ritmico, la respirazione e l’abilità tecnica.
Quando vedi un kata dall’esterno, cosa distingue a tuo avviso una buona esecuzione da una mediocre, al di là della mera tecnica?
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