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Karate-do: i 10 elementi del kata (introduzione)

Da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 8 gennaio 2014  Autore: Stefano Bresciani kata karatedo

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Quello che stai per leggere è nientepocodimeno che il 200° articolo di BudoBlog! Da poco più di un anno e mezzo siamo online con questo innovativo blog, il primo che tratta il tema delle arti marziali sulla Via della Pace… e i lettori continuano ad aumentare!

Per questo motivo, dopo attente riflessioni sul tempo ed energie a mia disposizione, accanto alla necessaria collaborazione di altri amici autori, ho deciso di aumentare la frequenza di pubblicazione. Da oggi in poi potrai leggere tre post a settimana, in cui il mercoledì sarà dedicato ad alcune serie a puntate sulle arti marziali tanto amate. Partiamo subito con la prima: il Karate-do.

Il tema di questo post a puntate è qualcosa che mi è sempre stato a cuore, il kata, gli esercizi formali codificati tipici di gran parte delle arti marziali giapponesi. 

Nell’ordine, per le prossime 10 puntate, potrai approfondire ognuno dei 10 elementi del kata:

  1. Yio no Kisin: lo stato mentale. Stato di concentrazione in cui il Karateka deve immergersi dal momento in cui inizia il Kata. E’ l’inizio della fase in cui si inizia ad immaginare il combattimento multiplo e la concentrazione si fa massimanel cercare di simulare il combattimento.
  2. Inyo: l’attivo e il passivo. Il ricordo permanente, durante l’esecuzione del KATA, dell’attacco e della difesa.
  3. Chikara no Kiojaku: la forza. Ogni momento e ogni posizione del KATA richiede esattamente una specifica forza e uno specifico grado di potenza da impiegare.
  4. Waza no Kankyu: la velocità. Ogni tecnica e ogni posizione del KATA richiedono una specifica velocità.
  5. Tai no Shin Shoku: la concentrazione. Ogni posizione e ogni tecnica del KATA richiedono un grado di contrazione ed di stabilità del corpo.
  6. Kokyu: la respirazione. La respirazione deve essere controllata e deve essere sempre in perfetta sintonia con ogni movimento del KATA. La respirazione corretta è fondamentale nel Karate.
  7. Tyakugan: il significato. Eseguire ogni tecnica come se si stesse effettivamente combattendo, rendendo realistico il Kata. Ciò è possibile soltanto ricordando il significato di ogni movimento e visualizzarlo mentalmente. Parte di questo significato è sicuramente il Kiai.
  8. Kiai: l’unione del corpo e della mente. Attraverso il Kiai il Karateka esprime il suo spirito combattivo; il Kiai è parte del KATA e va eseguito nei punti prestabiliti.
  9. Keitai no Hoji: la posizione. In ogni azione del Kata si deve tenere la corretta posizione. Eseguire delle posizioni sempre uguali e corrette ci permette di tornare esattamente alla linea di partenza (en-busen). Oltre ad un significato formale ci aiuta a ricordare di assumere sempre una posizione corretta.
  10. Zanshin: la guardia. Stato mentale di allerta che si deve tenere a KATA terminato.

Non vedi l’ora di leggerli vero? Quale in particolare di piacerebbe approfondire e quali criticità hai trovato nella pratica dei kata? Scrivilo nei commenti!

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Nato e residente a Leno (BS) studio e pratico arti marziali dal 1994. Ho iniziato col Karate ma dopo aver insegnato per alcuni anni e ottenuto la cintura nera 3° dan ho dovuto abbandonare a causa di problemi fisici e non solo... Ho intrapreso la pratica dell'Aikido nel 2003 per stare meglio con il corpo e dopo aver superato l'esame di 2° dan ho avviato l'insegnamento nella Bushidokai ShinGiTai, associazione che ho fondato nel 2009 in qualità di Presidente. Dopo aver ricevuto il 1° livello Reiki nel 2005 ho iniziato a praticare Tai Chi, Iaido (ora cintura nera) e meditazione (Zen è la mia preferita), applicando con successo l'energia vitale in qualsiasi attività lavorativa (geometra è il mio impiego principale) e relazionale (sono felicemente sposato e padre di due splendide bimbe). Ho scritto il libro "105 modi per conoscere l'Oriente" e una trilogia di ebook sul benessere con la Bruno editore.
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