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Karatedo (10): trova la sottigliezza

Creato il 12 marzo 2013 da Stefano Bresciani @senseistefano

Data: 12 marzo 2013  Autore: Stefano Bresciani

Karatedo (10): trova la sottigliezza
Essere ispirati dallo spirito del Karate-do è la base del 10° precetto enunciato dal fondatore stile shotokan Gichin Funakoshi, da i più considerato come “il padre del Karate moderno“. Ciò che primariamente distingue la parte antica di questa arte marziale giapponese, rispetto a quella moderna del Budo, è insita proprio nell’aspetto spirituale. Bellissima questa immagine che ho trovato navigando nel web, rappresenta egregiamente, anche se ironicamente, il messaggio per tutti coloro che non intendono fermarsi alla pratica marziale nel dojo.

L’artista marziale, cintura nera o di altro colore, si nota nelle attività quotidiane: a casa, al lavoro o a scuola non è a mio avviso concepibile comportarsi come “se nulla fosse…” Nel dojo ci alleniamo a:

  1. rispettare gli altri e quindi essere cortesi (come da 1° precetto)
  2. non attaccare per primi (fisicamente o verbalmente non cambia)
  3. trovare il senso di giustizia
  4. conoscere meglio se stessi
  5. dare maggior importanza allo spirito più che alla tecnica
  6. avere la mente aperta
  7. essere meno pigri

ecc. ecc. ecc. e poi, non appena togliamo obi (cintura) e budogi (veste per la pratica del Budo) ci trasformiamo completamente? Tante belle cose, principi, insegnamenti, ore di addestramento all’autocontrollo fisico e mentale e poi, alla prima occasione… casca l’asino?!? Quante volte ho constatato scarsa coerenza, mancanza di fluidità in corpo mente e spirito al di fuori delle mura budoistiche. Ricordo con amarezza i tempi in cui le competizioni di karate sfociavano in accese discussioni anche settimane dopo, magari in compagnia di una pizza fumante, e l’astio faceva da padrone in chi probabilmente non comprendeva affatto questo precetto.

La vera sfida del praticante moderno, che non combatte per sopravvivere o vincere il nemico in battaglia, sta nella lotta estenuante al vincere se stessi nel confronto con gli altri e con gli ostacoli che la vita ci presenta. So che è difficile trovare la sottigliezza nella propria esistenza, non è così spontaneo e immediato scorgere le sfumature brillanti del proprio carattere dimostrabilissimo anche fuori dal luogo in cui pratichiamo, però ci dobbiamo provare. Ogni giorno… in ogni luogo… scusa se è poco! Possiamo acquisire una grande abilità, quella di vedere, sentire e percepire il mondo e chi ne fa parte con maggiore acutezza, proprio grazie all’iniziazione ricevuta in seno alle arti marziali che tanto amiamo praticare. E allora amiamole, rispettiamole anche fuori, seguiamo i loro insegnamenti nel quotidiano, con chiunque, a qualunque ora… e un giorno resteremo abbagliati da quanta bontà potremo gustare e potranno in noi gustare, non solo entrando in un dojo!


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