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Karatedo (8): non praticare solo nel dojo

Da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 26 febbraio 2013  Autore: Stefano Bresciani

Non pensare che il Karate si esplichi solo nel Dojo

Questo ottavo precetto di Funakoshi è stato il mio mantra da quando ho capito che le arti marziali possono concretamente diventare il nostro stile di vita. Praticare solamente gli esercizi impartiti nel dojo, concentrandosi solo sull’aspetto tecnico, si perde la quasi totalità del Budo e dei principi sul quale è stato concepito. Il progresso in un’arte marziale non è valutabile in quante ore di lezione, stage o che altro – certo fanno la loro parte – ma dipende dalla qualità della nostra vita che muta in relazione alla disciplina in cui ci alleniamo.

Il dojo vero è la vita quotidiana oltre le mura della palestra comunale, privata o del garage di casa propria, l’umiltà, la lealtà, la sincerità, il rispetto, tutto ciò che concerne l’aspetto spirituale va cercato ogni giorno, ogni istante della propria esistenza. Il Karate non si esplica solo nel dojo, davanti all’insegnante o al compagno di pratica, si esplica nella giusta condotta sul posto di lavoro come in vacanza, a casa come a scuola: è l’insieme delle nostre azioni e pensieri che ci rendono praticanti che camminano lungo il “do”, la via della vita.

In questa via non vi sono scorciatoie, non vi sono trucchetti per arrivare prima, forse si può diventare tecnicamente più bravi rispetto a una persona che si allena poco, appunto, nella tecnica, ma non è possibile bruciare le tappe della crescita spirituale, della maturazione intesa come persona che cresce camminando lungo il sentiero dell’esistenza. Esperienze, incontri, ostacoli, attese sono tutte prove che il buon budoka deve affrontare quando insorgono, sfide da accettare quali il superamento del proprio ego, l’accettazione di limiti e paure, avere la forza di mostrare le proprie debolezze. Sembra paradossale ma non lo è, chi ha iniziato il Budo sa cosa intendo dire, mi auguro che ogni karateka che stia leggendo queste parole, così come qualsiasi altra persona, possa mostrare il suo valore non solo un paio d’ore a settimana, ma in ogni momento della sua vita. Ovunque.

Tutti abbiamo una porzione di debolezza in noi stessi. In un modo o nell’altro talvolta vogliamo qualcosa gratuitamente, senza sforzo. Ma nel karate una cosa simile non è possibile. Lì tutti dobbiamo meritarci di giorno in giorno il nostro rango, il nostro progresso, il nostro status o il grado lavorando sodo e con grande dedizione all’arte.

(Chibana, Maestro di Karate-do)

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