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KAREN ROSE: BRIVIDI E ...

Creato il 04 ottobre 2010 da Isn't It Romantic?

KAREN ROSE: BRIVIDI E PASSIONE 

KAREN ROSE: BRIVIDI E ...
Karen Rose, autrice di bestseller internazionali e vincitrice del premio RITA, è nata e cresciuta nella periferia di Maryland a Washington, DC.  Incontrò suo marito Martin con un appuntamento “al buio” quando entrambi avevano diciassette anni, e dopo che si furono laureati presso l’Università del Maryland, (Karen ha una laurea in Ingegneria Chimica) traslocarono a Cincinnati, Ohio. Karen lavorava come ingegnere per una grande azienda produttrice di beni di consumo, e ha ottenuto due brevetti, ma, come dice Karen, “Avevo la testa piena di scene e di immagini, tanto che non riuscivo a concentrarmi sul mio lavoro, e così ho cominciato a scriverle. Tutto è iniziato per divertimento, ma presto mi sono resa conto di non poterne fare a meno

Il suo romanzo d’esordio, DON'T TELL, è stato pubblicato nel luglio 2003. Da quel momento, Karen ha scritto altri dieci romanzi ed un racconto. Il suo terzo romanzo, I'M WATCHING YOU, ha ricevuto l’ambito premio RITA da parte dell’Associazione Romance Writers of America come Miglior Romantic Suspense del 2005. Nel medesimo anno il suo secondo romanzo, HAVE YOU SEEN HER? è stato anch’esso finalista ai RITA.

Il suo quarto romanzo, NOTHING TO FEAR, finalista ai RITA del 2006, ha ricevuto la nomination per il premio di Romantic Times Magazine nella categoria Miglior Suspense, e per il premio Southern Independent Booksellers Alliance per la narrativa. Il nono romanzo di Karen, DIE FOR ME, è stato finalista ai RITA come Miglior Romantic Suspense e ha vinto il premio Romantic Times' Reviewers' Choice Award nella categoria Miglior Romantic Suspense del 2007.   SCREAM FOR ME (gennaio, 2009) è anch’esso stato finalista ai RITA. Ad oggi, i suoi libri sono stati tradotti in diciotto lingue.

Karen, che ha anche un passato di insegnante di chimica e fisica nei licei, oggi vive in Florida con il marito che ha sposato oltre vent’anni fa, le loro due figlie adolescenti, un cane e due gatti. Quando non scrive, Karen si diverte a viaggiare e sciare.

“Io amo i lieto fine,” dice Karen, “e credo che anche altre lettrici li amino. A volte la vita reale può sopraffarci. E’ bello rifugiarci in un mondo dove sai che tutto finirà per il meglio prima che arrivi l’ultima pagina. Leggere mi ha aiutato nei periodi duri della mia vita, così come in momenti in cui tutto era un po’ caotico. Spero che anche le mie storie offrano ai lettori un piacevole rifugio.”

I personaggi di Karen in genere devono sopportare dure prove. In DON'T TELL, Caroline ha un passato di abusi da parte del marito. C’è Dana, la sua migliore amica, che la incoraggia e la guida, ma molte vittime di abusi non hanno una "Dana" nella propria vita. Comunque, è possibile trovare aiuto per situazioni come questa e per molte altre. A Karen venne l’idea di creare il sito LIFE LINKS, un gruppo di siti che forniscono risorse d’aiuto per vari problemi di diversa natura. “Grazie a Dio, non sono mai stata vittima di abusi, ma ho vissuto altre situazioni dove ho avuto bisogno di cercare aiuto,” dice Karen.

Infatti, Karen ha dovuto sottoporsi a lunghe terapie per la cura della sterilità. Quando la sua primogenita aveva sei settimane, Karen seppe che suo marito Martin aveva un cancro.

“Avevamo bisogno d’aiuto per superare la cosa, l’abbiamo ricevuto, e ora lui sta bene. Spero che visitiate Life Links. Mi piacerebbe usare quest’area del mio sito per condividere aiuto e supporto con più gente possibile”.

ALCUNE COSE DIVERTENTI CHE L’AUTRICE RACCONTA DI SE’....

Ho ricevuto il mio primo libro horror da mio padre, che, stufo delle mie scelte infantile di Trixie Belden, Nancy Drew e delle reiterate letture di PICCOLE DONNE, mi spinse a leggere "vera letteratura."   Mi consegnò un libro di racconti. Sono assolutamente certa che non li avesse mai letti, perché il primo racconto era “Il Pozzo e il pendolo” di Edgar Allen Poe e (a) io avevo solo otto anni, (b) mio padre è un’ottima persona.  Non sapeva che dopo averlo letto non sarei stata letteralmente più capace di dormire per un bel pezzo.  Mi spaventò a morte.

In genere non sono superstiziosa, ma non salgo mai su un aereo senza un romance da quando sono sopravvissuta a uno spaventoso atterraggio d’emergenza mentre leggevo Jude Deveraux . Mi tenne calma.

Ho viaggiato per tutto il mondo, e una volta sono riuscita a riempire un passaporto e mezzo in tre anni.  La mia città straniera preferita è Londra, benché Roma venga subito dopo.

Una volta in Giappone ho mangiato un pesce vivo per non offendere i miei ospiti, e da allora sono stata chiamata Karen-san.  Adesso il sushi è sulla mia lista di cose da cui girare al largo.

Ho passato il mio diciassettesimo compleanno reclusa in una prigione in Guatemala, e benché ci sia rimasta solo poche ore, non dimenticherò mai il suono di quelle grandi porte che si chiudono di schianto.

Sono l’autrice di due brevetti che spiegano come fare in modo che il Metamucil (un lassativo) abbia un sapore migliore.

Me la cavo con il linguaggio dei segni, anche se non posso dire di essere fluente, e spesso faccio da interprete per la mia bambina sorda.


La LEGGEREDITORE metterà in palio una copia di "Muori per me" che verrà sorteggiata giovedì 15 ottobre tra tutte le lettrici che lasceranno il loro commento. Quindi non dimenticate di firmarvi con un nome o un nick!

RECENSIONE MUORI PER ME (Die for me) di Karen Rose

KAREN ROSE: BRIVIDI E ...
Prima edizione: 2007 by Vision

Edito in Italia da: Leggereditore, settembre 2010

Formato: Trade paperback

Traduzione di: Arianna Gasbarro

Ambientazione: contemporanea, USA

Genere: romantic suspense

Voto/rating: 8,5/10

Se volete saperne di più ecco la nostra news:

http://romancebooks.splinder.com/post/23218526

Un corpo immobile, abbandonato in un sonno indotto, ignaro della sua condizione e che quelli saranno gli ultimi sogni che farà. Pian piano, il risveglio: la confusione, lo spaesamento, i ricordi che riaffiorano faticosamente. Infine la consapevolezza, degli arti legati strettamente, del luogo squallido da cui non ci sarà fuga, dell’odore della paura che aleggia nell’aria. Poi giunge il carceriere, calmo, sicuro, eccitato. Prepara i suoi strumenti di lavoro, strumenti di tortura per le sue vittime, strumenti di estasi per lui. Incidere la carne, strappare gli organi, separare i tendini dalle ossa, e ascoltare le grida e le suppliche di quei corpi impotenti, vederli contorcere dal dolore e dalla disperazione. Vederli infine cedere alla morte e registrare quel momento supremo in cui si passa dallo strazio supremo al nulla assoluto: il culmine di ogni piacere.

Corpi immobili, straziati, celati dalla terra nel loro orrore, composti come effigi. Corpi che una volta erano persone, che erano figli, compagni, amici di qualcuno. Vito Ciccottelli detective della polizia di Philadelphia e Sophie Johannsen archeologa specializzata nel medioevo, che è stata chiamata come consulente, sono pietrificati e angosciati dalla scoperta di un terribile cimitero di senza nome. Una scoperta casuale eppure drammatica, l’opera di un serial killer spietato, l’opera di un essere che di umano non ha più nulla. Un assassino che potrebbe scegliere proprio Sophie come prossima preda.

Vito e Sophie sono due anime delicate, sotto una scorza di una certa durezza, due persone che hanno avuto la loro bella dose di sofferenza, due persone in fondo sole, ma anche due persone che vorrebbero amare ed essere amate, che cercano quella casa che solo il cuore può dare. Due individui che nonostante i loro limiti e le loro insicurezze si getteranno in quell’avventura senza paracute che è innamorarsi, perché di fronte agli abissi dell’orrore e della depravazione più assoluta, sono l’amoree la luce a dover prevalere.

Iniziare a leggere questo libro, significa non riuscire a staccarsene, ti inchioda fino all’ultima pagina e si

KAREN ROSE: BRIVIDI E ...
entra in una sorta di apnea che ci permette di espirare solo all’ultima pagina. Karen Rose è un’autrice straordinaria, con un talento naturale per il thriller e un raro dono per la scrittura. Lo stile è semplice e mai banale, molto curato eppure estremamente evocativo, con poche parole si è già immediatamente dentro la storia e la si vede in technicolor, quasi si percepiscono gli odori. Inoltre la Rose è bravissima nel creare e definire nettamente, con qualche pennellata, tutti i personaggi, da quelli minori ai protagonisti, riuscendo a tenere le fila di un racconto ricco e complesso e delle sue tante voci senza mai perdersi e soprattutto senza perdere di verosimiglianza e complessità. E’ evidente che dietro il romanzo c’è molto studio, niente è approssimativo o vago in Muori per me, tutti i dettagli sono curati e contribuiscono a mantenere alta la tensione.

I protagonisti sollecitano immediatamente e abilmente l’identificazione: Vito bello, forte, ma anche sensibile, generoso, passionale; Sophie bellissima, intelligente colta, ma insicura, insoddisfatta e ferita. Vogliono sentire l’amore fluire nei loro corpi e nelle anime, desiderano far vivere quella parte del loro cuore che è andata in letargo, nonostante tutta la bruttura che li circonda, nonostante il pericolo e la morte li seguano dappresso. Non vogliono arrendersi né dichiararsi sconfitti di fronte al male e all’egoismo supremo dei mostri: dichiarati o sotto mentite spoglie. Certo, la loro relazione è in qualche modo secondaria alla trama gialla e non potrebbe essere altrimenti, così come Sophie da una parte è un po’ troppo perfetta e dall’altra è un po’ troppo ingenua e inconsapevole, ma questi sono peccati veniali che non inficiano minimamente la qualità del libro.

La Rose mette tanta carne al fuoco, sorvegliandone attentamente la cottura e oso dire che di amore qui ce ne è molto, anche se non si tratta solo di quello romantico. C’è l’amore per il proprio lavoro, l’amore nei confronti dei colleghi e degli amici, l’amore per le vittime senza nome che attraverso le cure del medico legale e le indagini dei poliziotti riacquistano la loro dignità rubata e violata e possono riposare in pace, l’amore per le famiglie di sangue e quelle cercate. Le scene di Vito con i nipoti e i fratelli sono tenere e commoventi, come sono toccanti quelle di Sophie con gli zii e la nonna, che sono diventati i suoi genitori dopo l’abbandono della madre. Un amore necessario, direi, per contrastare la potenza del personaggio dominate di Muori per me: un serial killer tra i più terribili ci cui abbia mai letto e che tuttavia risulta ipnotizzante come lo sguardo del cobra prima di colpire. L’autrice ci fa entrare nei recessi della sua mente perversa con assoluta naturalezzae con grande acume, legandoci al punto da renderci quasi complici, perché per quanto inorriditi, è impossibile smettere di seguirlo.

Se amate il thriller e il romantic suspense, che lo ricordiamo non è affatto un romance, non perdetevelo, la scrittrice è talmente brava da coniugare il lieto fine con una storia drammaticissima.

Da comprare, immediatamente (anche perchè costa solo 10 euro a fronte di quasi 600 pagine...).   


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