Una vera e propria opera d’arte metropolitana è quella che l’architetto anglo-egiziano Karim Rashid ha donato alla città partenopea. Per i giovani universitari e per tutti i viaggiatori del metrò, l’eclettico designer ha immaginato degli spazi “che incarnassero i saperi e i linguaggi della nuova era digitale, che trasmettessero le idee di comunicazione simultanea, d’innovazione e di mobilità proprie dell’attuale Terza Rivoluzione Tecnologica”.
Perciò, già percorrendo le scale di accesso, il visitatore si ritroverà circondato da una moltitudine di parole coniate negli ultimi cinquant’anni, stampate in rosa e in verde sui rivestimenti in ceramica, come “virtual”, “network”, “operativo”, “portatile”, “database”, “interfaccia” e “software”.
L’ampio e luminoso atrio della stazione immette in una dimensione estetica accogliente e allo stesso tempo spettacolare, per la profusione dei colori vivaci e delle immagini digitali che ricoprono tutti i piani orizzontali della pavimentazione, per le qualità sensuali dei materiali impiegati, come il levigatissimo Corian delle pareti o l’acciaio specchiante delle volte.
Un percorso sensoriale accompagnerà i viaggiatori all’interno di questa futuristica stazione. Al di là dei tornelli e del Box agenti, nei due grandi pilastri cilindrici, grazie al particolare modellato dei volumi, sono riconoscibili da qualsiasi punto di vista dei volti di profilo, metafora del dialogo e della comunicazione tra gli esseri umani.
Un punto di incontro per la città di Napoli che mette in secondo piano la funzione principale della stazione metropolitana per esaltare il concetto di comunicazione e interazione. Non servono altre parole per descrivere questo intraprendente progetto: le immagini della foto gallery parlano da sole.
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