Magazine Diario personale
"Certi amori, non finiscono; fanno dei giri immensi, e poi ritornano..."
Quando il mio ex mi piantò, ascoltavo Venditti a ripetizione serratissima, nella speranza ci fosse una speranza almeno nelle parole altrui, dato che, per come me l'aveva cantata lui, decisamente non ne avevo.Il confine tra mollato e mollatore, non è solo sottile, ma anche parecchio labile ed incerto: non è detto, ad esempio, che il mollatore non ami più del mollato, è solo che alle volte scattano dei meccanismi mentali che rendono tutto troppo emotivo, e l'amore, per quanto bello vivido e tra persone innamorate, non può prescindere dal celebrale.Stop.Quando il Patatino trovò la forza di mettere un punto, io mi sentii investita di un dolore acuto e sordo; la prima vera perdita della mia vita, un bagaglio esistenziale non di poco conto, che mi troverò a portare con me sempre ed ovunque... Fu ragionevole: volevamo cose completamente differenti. Lui anelava una convivenza, un trasferimento, una concretezza a due ufficializzata e matura, nella quale era disposto ad investire.Io vivevo nel paradigma dell'imperfetto, un emisfero tanto sconclusionato quanto fascinoso, decisamente adatto ad una di ventiquattro anni... volevo indipendenza, rivalsa personale, e rifuggivo gli standard del "per sempre vissero felici e contenti", è quello dei "2 cuori e 1 capanna, tanti bimbi, ed un maritino che torna alle 18 si siede e legge il giornale sul divano..." Nella nostra relazione c'erano premesse discordanti:Essere pericolosamente amanti esclusivi alla scoperta del mondo, avrei voluto.Di stare in una relazione adulta, mi veniva chiesto. Scappai.Con belligeranza ambigua, mi staccai dal mio fidanzato, sperando però sempre, che lui mi seguisse passo passo, che non mi abbandonasse; perché la mia professata indipendenza proseguisse con l'essere solo il tarlo di una testolina bacata, più che una vera esigenza, per quanto invocata a gran voce. Per fortuna il Patatino era un tipo acuto: annusò ben presto l'olezzo del pessimo risvolto, e, senza nemmeno un out out, prese i suoi due e se ne andò. Letteralmente.Ora vive lavora ed è [me lo auguro davvero] felice in Thailandia. Quando asserisco che il karma è una simpatica carogna, so di cosa parlo, perché un annetto post rottura, ho conosciuto Brivido...ed in nove mesi ero sposata, e alle prese con un desiderio di maternità da far paura a tutti i reparti di fecondazione assistita d'Italia. Ovviamente negatomi.Non ho avuto dubbi, era l'uomo per me, fatto apposta per me, come direbbe Mina; e mai, nemmeno per mezzo secondo, ho creduto potesse esserci il rinculo all'entusiasmo, così mi sono messa ad amarlo e a volere che il noi fosse certificato per tutti in tutto. Non è un post di romanticherie in direzione del mio signor marito questo, piuttosto un'analisi sul tempismo e sul karma, due aspetti imprescindibili della felicità. Se solo avessi acconsentito al cambio di rotta, al vedermi mogliettina giovane giovane e al fianco di un ambizioso uomo in carriera, per il quale la famiglia viene prima di tutto, oggi forse sarei mamma...chissà...Certamente non avrei incrociato la totalità di sfumature che può avere un incontro di anime, non avrei passato ore incazzate, non avrei mangiato merda andando a dormire coi massi sotto il materasso, ma sempre accanto a lui, testone riottoso in rivalsa sulla rampa di lancio al successo. Ecco, in modo differente, in questi giorni mi sono trovata a tirare fuori spesso il mio passato...
Sono stata vittima di abusi da parte di me stessa, mi sono inflitta pesanti negazioni alimentari, alla ricerca di una stupida chimera: il corpo perfetto.Quell'incarnazione nefasta di immaginario collettivo, traslato con veemenza sul personale.Non penso di essere stata anoressica, tecnicamente il mio era un disturbo alimentare; di certo c'è che ho rischiato.Ma ne sono uscita.Lo dico con vigore, convinzione è molto orgoglio per me stessa.Un amore solido, degli amici speciali, una famiglia unica, tanta dolorosa analisi e moltissimo faticosissimo sport, dopo, eccola qui, uno scricciolo di donna che ama hamburger e patatine, che si strafoga di latte e biscotti, e che si ingozza di pizza e sushi... Mai diventata nemmeno in carne, ma molto più soddisfatta e in forma.Però il rinculo arriva.Il karma ha i suoi tempi ed i suoi metodi, sta a noi accettarli subito, assecondando i loro voleri, o mettersi in testa una carriera da Highlanders...e fare a pugni contro la salute.Ovvio, da buona estremista ho scelto la seconda. Prima è arrivata la glicemia alta, da me sbeffeggiata a dovere a suon di Nutella e torta di mele, poi, un mese esatto fa, la pancreatite, la svolta.Non voglio attrarre commiserazione, non mi importano i commenti di solidarietà e di lusinga alla mia forza, voglio esprimere un concetto. Paghiamo quello che è stato il nostro vissuto.Nel bene e nel male.Non scordatelo.Il karma agisce, lo fa con metodica lentezza, e vi conosce, lui sa dove andare per toccarvi con più sleale carezza, sta a voi saper intercettare i segnali, fermarvi prima che sia lui a farlo...e mai senza segni...Io sono una cattiva.Nella vita prima io, dopo gli altri.Disposta e disponibile a credere che il fine giustifichi il mezzo.Però contro i muri ci ho sbattuto, e farlo sempre meno frequentemente [anche se decisamente più dolorosamente...] mi sta insegnando che ci si può divertire molto nell'essere cattivi, senza farsi e fare male.Continuo a credere che se ti comporterai bene, non verrai risparmiato, ma so che la vita, che è già tanto pesante, ti apparirà meno greve se saprai regalare a te stesso e agli altri, la tua parte migliore.