Magazine Cinema
E rieccoci qui!
Nuovo mese e nuova star da celebrare, e questa volta la lotta è stata moolto ardua! Ma i calci di Jean-Claude Van Damme non sono bastati a sconfiggere una delle attrici più talentuose in circolazione, per cui ogni film è una garanzia.
Uscita dall'anonimato nel 1997 grazia a un certo Titanic, Kate Winslet ha saputo imporsi in una Hollywood fatta di attrici/modelle, zigomi marcati e fisici mozzafiato con la sua semplicità, le sue forme morbide e una bellezza particolare e per nulla scontata.
A suon di film importanti (tra tutti il ricordo va ovviamente a quel capolavoro di Eternal Sunshine of the Spotless Mind, in cui nonostante capelli di colori improbabili, brilla come non mai), ha costruito una carriera solida che l'ha finalmente portata nel 2009 a vincere un Oscar con The Reader dopo ben 6 nominations... e per non farsi mancare nulla, la nostra si è aggiudicata pure un Emmy nel 2011 grazie alla produzione HBO Mildred Pierce.
Ma veniamo al film con il quale ho deciso di celebrarla.
Nella sua filmografia ancora mi mancava Holy Smoke, pellicola diretta da Jane Campion di cui ho apprezzato parecchio sia un cult come Lezioni di Piano che il suo ultimo prodotto televisivo, Top of the Lake.
Vista la trama -incentrata su una ragazza che si va ad invischiare in una setta indiana- così in voga oggi tra La fuga di Martha, The Master o anche il mockumentary The Sacrament visto a Venezia, le attese erano alte e, forse proprio per queste attese, la delusione si è fatta strada nel finale.
Calma però, il film è notevole non solo per affrontare il dopo, la cura, di una ragazza a cui sembra essere stato fatto il lavaggio del cervello, ma anche perchè riesce a mostrare bene le lotte interiori di una giovane la cui mente fragile sta per cedere, costruendo dei personaggi forti sia fisicamente che emotivamente.
Il fatto è che, esteticamente parlando, il tempo passato ha lasciato segni ben profondi alla pellicola, che vanno dai colori acidi e carichi al montaggio discontinuo e una fotografia psichedelica fin troppo anni '90.
In questo contesto si muovono Ruth e P.J., l'uomo chiamato per farle da terapista d'urto, isolati in una capanna nel deserto australiano. Fin da subito ci si rende conto, però, che Ruth non è così fragile come ci si aspetta, anzi, è forse più forte e subdola del suo nuovo aguzzino, riuscendo in breve tempo a raggirarlo e a conquistarlo. Il rapporto fra i due finisce quindi per invertirsi, con P.J. follemente perso per Ruth, e lei che non riesce a gestire la nuova situazione con distacco e gentilezza.
Nel mezzo della loro vicenda, si staglia una famiglia piccolo borghese composta da una coppia gay, una cognata fedifraga e dei genitori in crisi matrimoniale da anni.
Gestire il tutto non sarà affatto facile, e il finale, buonista al punto giusto, mette la parola fine a tutte le vicende in modo un po' frettoloso, se si pensa che il periodo di cura di Ruth è di appena 3 giorni.
Ok.
Lo ammetto.
Non mi ha esaltato né conquistato questa Jane Campion, e sì, lo stile anni '90 ha fatto la sua parte, ma anche il modo di raccontare la vicenda non mi ha coinvolto troppo.
Quello che è però da salvare di Holy Smoke è certamente l'interpretazione che i due attori principali ci regalano. Da una parte abbiamo Harvey Keitel, sempre fisico e esplicito nei suoi ruoli, che qui passa da integro esperto a succube in breve tempo, rimanendo convincente anche vestito da donna.
Dall'altra abbiamo la nostra Kate, che si mostra senza remore come mamma l'ha fatta, rendendo ancora più forte e intensa la sua Ruth. All'età di 24 anni, infatti, la Winslet non si risparmia certo e tra scene di sesso, di nudo integrale e anche di "intimità" mostra già i chiari segni di una grande attrice, senza freni né paure.
E visto che oggi si celebra lei e solo lei, la scelta del film è comunque azzeccata, no?
Assieme a me, festeggiano anche gli altri blogger:
Bette Davis eyes
Combinazione causale
Director's Cult
Ho Voglia di Cinema
Il Bollalmanacco di Cinema
Montecristo
Movies Maniac
Pensieri Cannibali
Recensioni Ribelli
Scrivenny 2.0
White Russian
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