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Katherine Heigl commenta il suo ritorno in TV e le critiche verso “State Of Affairs”

Creato il 17 novembre 2014 da Linda93

Katherine Heigl è la protagonista del nuovo drama politico targato NBC, “State Of Affairs” che debutterà oltreoceano questa sera e la vede nei panni di Charleston “CharliKatherine Heigl commenta il suo ritorno in TV e le critiche verso “State Of Affairs”e” Tucker, un agente della CIA che in seguito all’uccisione del suo fidanzato a Kabul in Afghanistan va a lavorare presso il centro di valutazione delle minacce per la sicurezza della nazione per poi far rapporto al Presidente, interpretata da Alfre Woodard, che tra le altre cose sarebbe stata la suocera di Charlie.

Lo show ha anche sollecitato alcune polemiche da parte degli addetti ai lavori che hanno sottolineato l’inclusione della madre di Heigl, Nancy tra i produttori esecutivi a fianco della figlia. Lo showrunner Ed Bernero ha lasciato la serie dopo due mesi per presunti disaccordi col creatore Joe Carnahan ed è stato sostituito da Dario Scardapana.

Poi ancora il primo episodio è destinato a fare scalpore poiché contiene la decapitazione di un operatore umanitario britannico da parte di militanti del Medio Oriente e sappiamo bene quanto al momento tali questioni siano delicate. Ma ecco un’intervista a Heigl per sapere il suo punto di vista.

TV Guide Magazine | Come State Of Affair è riuscito a riportarla di nuovo sotto i riflettori?
I produttori esecutivi Rodney Faraon e Hank Crumpton sono ex agenti della CIA, il primo era nella squadra briefing di Bill Clinton e George W. Bush. Hanno raccontato molte storie e mi piacerebbe pensare a come nessuno parla mai di quegli analisti. Non hanno una vera gloria nel lavoro in quanto devono mantenere l’anonimato. Non circolano molti soldi. Inoltre l’interpretare una donna adulta in una posizione di potere mi sembrava un qualcosa di attraente.

TV Guide Magazine | Com’è diversa da Izzie?
Izzie ha avuto una carriera molto importante, ma era – io ero – giovane. Lei stava ancora imparando tutto della vita. Quindi ora sono entusiasta di interpretare una vera adulta.

TV Guide Magazine | Ha detto che tornare in TV non è come fare un passo indietro. È stanca di dover sempre difendere le scelte compiute nella sua carriera?
Trovo interessante come le persone si chiedono se la televisione sia una retrocessione. Come si può dire una cosa del genere se guardiamo Matthew McConaughey in True Detective o Kevin Spacey in House Of Cards?

TV Guide Magazine | Il pilot ha visto diverse versioni, è stato un processo snervante?
Il pilot si è trasformato da una cosa all’altra e poi è tornato nuovamente indietro, perché onestamente, il lavoro di Joe Carnahan è davvero fenomenale. Ma trovo l’intero processo interessante piuttosto che snervante.

TV Guide Magazine | Le capita mai di essere in disaccordo con gli scrittori circa cosa succede a Charlie?
Oh, sì. Succede di continuo. Ma penso che accada a tutti gli attori, ci sono momento in cui ci si sente come “questo non è chi lei è, o chi cerchiamo di farla diventare”. La bellezza di essere un produttori è che c’è bisogno che almeno mi stiano a sentire.

TV Guide Magazine | Dati i recenti eventi, perché avete deciso di non togliere la storia della decapitazione?
[Perchè] effettivamente quando ho realizzato “oh mio Dio, non si tratta di cose campate in aria”. La storia che vogliamo raccontare è rilevante.

TV Guide Magazine | Charlie ricopre una posizione molto alla presso la sicurezza e ha dei segreti da mantenere. Può fidarsi dei suoi colleghi?
In questo momento, Joe e io stiamo discutendo del perché lui vuole sempre qualcuno che muore o è davvero orribile. Mentre io sono dell’idea che la squadra è la squadra, il pubblico deve essere in grado di contare su di loro, nessuno dovrebbe avere dei segreti cattivi. Ma vedremo chi vincerà, non ne sono sicura!

TV Guide Magazine | In Grey’s Anatomy si è alzata in piedi ed ha affermato che quel materiale non era per lei.
Sì, forse dovrei scrivere un libro se mi mettessi a parlare di questo. Guarda, ci sono modi gentili, di classe per fare quello che ho fatto, poi ve ne sono altri non così graziosi. Ho trascorso un paio di anni barcollando, se le persone continuano a dire cose su di te, ti domandi se hanno ragione oppure torto ed ha pensare, “mio Dio, sono davvero questo schifo di persona?”. Ma non era la fine del mondo, avrei potuto fare di peggio. Ho sempre intenzione di lottare perché il materiale sia buono.

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