Kazakhstan: il discorso alla nazione di Nazarbaev e la nuova politica economica “Nurly Jol”

Creato il 01 dicembre 2014 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR

L’11 novembre il Presidente kazako Nursultan Nazarbaev ha tenuto il suo consueto discorso alla nazione. Un messaggio che è stato volutamente anticipato di alcuni mesi rispetto al passato a causa dell’instabilità politica ed economica esistente a livello internazionale.

Secondo il Presidente kazako, infatti, la fase alla quale si sta andando incontro comporterà la ricostruzione delle fondamenta dell’economia globale e dell’ordine politico internazionale. Inoltre, per quanto si stia assistendo a un recupero dell’economia, le prospettive di crescita anche su scala nazionale non sembrano essere ancora così solide. Come accaduto per molti altri Paesi, anche per il Kazakhstan infatti l’aumento del PIL per il 2014 è stato rivisto al ribasso. Di fronte a un quadro complessivo che non permette di pensare con fiducia a una crescita duratura, Nazarbaev ha lasciato chiaramente intendere come per il Kazakhstan sia giunto il momento di definire una propria strategia di sviluppo in grado di stimolare l’economia nazionale.

Grazie agli alti prezzi delle materie prime, il Kazakhstan nel decennio passato ha potuto avviare un percorso di modernizzazione dell’economia e, seguendo l’esempio di diversi altri grandi Paesi esportatori, anche istituire il Fondo statale per la stabilizzazione dell’economia e per il sostegno a particolari politiche di sviluppo a lungo termine. Ed è proprio attraverso l’utilizzo di una parte di questo Fondo che Nazarbaev intende ricavare le risorse necessarie per l’implementazione del Nurly Jol, la nuova politica economica kazaka annunciata proprio nel corso del discorso alla nazione.

Dopo aver allocato una prima tranche di 500 miliardi di tenge (circa tre miliardi di dollari) a inizio 2014 per sostenere crescita e occupazione, per il 2015 il Presidente ha annunciato un nuovo programma di interventi per un valore totale di altri 500 miliardi di tenge che dovranno essere investiti dal governo per i seguenti cinque ambiti:
• sostegno alle PMI e alle grandi imprese attraverso la concessione di prestiti agevolati;
• riorganizzazione e risanamento del sistema bancario, nonché nuove risorse per il Fondo per i Problemi di Credito della banca centrale kazaka;
• realizzazione di nuove infrastrutture su tutto il territorio e in particolare nelle aree delle zone economiche speciali al fine di attrarre nuovi investimenti;
• ulteriori stanziamenti per l’organizzazione dell’Esposizione Internazionale di Astana 2017 al fine di consentire il proseguimento dei lavori delle opere necessarie allo svolgimento dell’evento;
• sempre in relazione all’Expo, saranno investiti nuovi fondi nella capitale per un sistema di trasporto in grado di gestire una maggiore capacità di traffico.

Altro elemento importante del nuovo corso di politica economica sarà la pianificazione di una serie di opere infrastrutturali per i prossimi cinque anni. I fondi saranno destinati a finanziare progetti per la logistica, i trasporti, le infrastrutture industriali ed energetiche, le opere di urbanizzazione e quelle di carattere sociale, come la costruzione di scuole, asili nido e case popolari. Nell’implementazione di questo piano il governo garantirà la copertura finanziaria del 15% mentre un ruolo importante è previsto per le imprese straniere. Le somme messe a disposizione dal Fondo saranno integrate da una serie di riforme e di iniziative che coinvolgeranno anche le principali istituzioni finanziarie internazionali come la Banca Mondiale, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, la Banca Islamica per lo Sviluppo e la Banca Asiatica per lo Sviluppo, pronte a investire circa 9 miliardi di dollari per 90 progetti ritenuti di prioritaria importanza.

L’annuncio del Nurly Jol conferma la volontà da parte kazaka di riorientare le priorità governative verso la diversificazione dell’economia nazionale e la promozione della crescita economica attraverso un mix di finanziamenti pubblici e fondi provenienti dagli investitori stranieri e dalle principali istituzioni internazionali. Le linee-guida del Kazakhstan si mantengono infatti ancorate ai princìpi stabili nei principali documenti programmatici statali e in particolare alla Strategia “Kazakhstan 2050”. Il governo kazako anche nel 2014 ha infatti mantenuto una costante attenzione alla modernizzazione del Paese e alla sua integrazione nel sistema economico internazionale. In merito a quest’ultimo punto, si evidenzia come l’adesione all’Unione Economica Eurasiatica non abbia minato la relazioni del Kazakhstan con gli altri partner. Prova ne è la recente conclusione dell’Accordo Rafforzato di Partenariato e Cooperazione con l’Unione Europea, siglato a il 9 ottobre a Bruxelles, che ha aperto la strada all’avvio di una più profonda cooperazione in ambito economico e politico tra le due parti.

Un altro esempio concreto è fornito, poi, anche dagli ultimi sviluppi dei rapporti del Kazakhstan con l’Italia. Negli ultimi mesi i due Paesi non solo hanno superato le frizioni derivanti dal caso Abljazov, ma hanno riallacciato un’importante e proficua intesa. Il 12 giugno era stata la visita del Presidente del Consiglio Matteo Renzi a segnare il miglioramento dei rapporti italo-kazaki. In autunno, poi, è stata la volta della missione commerciale italiana in Kazakhstan, guidata dal Viceministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e svoltasi dal 9 al 12 novembre, a porre le basi per un approfondimento della partnership.

Il piano Nurly Jol pertanto rappresenta una nuova, importante tappa nel percorso già delineato nella Strategia “Kazakhstan 2050”, il cui fine è quello di inserire il Kazakhstan tra le prime trenta economie del mondo. Conscio delle criticità insite nell’essere un grande esportatore di materie prime, il Paese ha da qualche anno virato verso una politica finalizzata alla diversificazione dell’economia, all’aumento degli investimenti stranieri e, infine, a una maggiore integrazione nell’economia globale da realizzarsi anche attraverso l’ingresso nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, uno dei principali obiettivi del governo di Astana.

Dal discorso del Presidente Nazarbaev emerge il quadro di un Paese che non rinnega la ormai pluri-ventennale politica di apertura economica e di cooperazione e che, al tempo stesso, rivolge il suo sguardo al futuro. Un aspetto, questo, che risulta essere ancora più significativo se si considerano le difficoltà che si profilano all’orizzonte. Proprio in relazione alla fase di incertezza che la società kazaka dovrà affrontare, Nazarbaev ha dedicato la conclusione del suo intervento all’unità e alla concordia interna. Secondo il Presidente il successo della nuova politica economica dipenderà dalla stabilità politica e dalla coesione tra le varie componenti etniche e religiose. Negli ultimi anni questi aspetti hanno rappresentato il fiore all’occhiello del Kazakhstan, ma al tempo stesso c’è la consapevolezza che questi risultati dovranno essere confermati anche in futuro. Dall’indipendenza a oggi è infatti cresciuta una nuova generazione di cittadini kazakistani che non ha vissuto gli anni segnati dalla divisione inter-etnica e da una situazione economica praticamente prossima al collasso. Compito delle istituzioni diventa quello di far comprendere alla gioventù kazaka il valore fondamentale che la pace interna può avere per il Kazakhstan nel suo insieme.

Nel delineare quest’ulteriore aspetto, il merito di Nazarbaev è di aver compreso come nel caso kazako la tutela della concordia interna sia un aspetto fondamentale per il presente e il futuro dello Stato centroasiatico, poiché solo una società unita, insieme a delle istituzioni solide, può garantire lo sviluppo al Paese.


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