Per far fronte alla costante carenza di energia elettrica che affligge il paese, il governo del Kazakistan, tramite la sua controllata Samruk-Energo JSC, ha varato un grande piano, che comprende ben 14 progetti, volto ad aumentare la capacità di produzione installata nel paese, agendo sia nel campo delle fonti energetiche tradizionali come il carbone sia implementando impianti volti allo sfruttamento di fonti rinnovabili, come parchi eolici.
Ad annunciare la decisione ed illustrare quali saranno gli interventi è Almasadam Satkaliyev, presidente del consiglio di amministrazione della compagnia, controllata del colosso statale Samruk-Kazyna.
Una delle sfide principali sarà la costruzione della centrale termoelettrica nei pressi della città di Balqaš, sulle rive dell’omonimo lago, il più grande del paese e situato nel Kazakistan orientale.
La centrale di Balqaš, che sarà realizzata in collaborazione con la coreana Samsung (che detiene il 75% delle quote), secondo il progetto sarà in grado di generare una potenza di oltre 1.3 Gigawatt, un’opera che, a dire di Satkaliyev, “garantirà al paese una maggiore sicurezza energetica sul lungo termine”, l’industriale ha poi aggiunto che l’alta tecnologia utilizzata consentirà di risparmiare annualmente circa 900.000 tonnellate di carbone; l’impianto è tra l’altro già a buon punto, le infrastrutture necessarie sono infatti già state costruite, le strade che lo connetteranno con la città sono in fase di realizzazione, gli impianti di trattamento chimico delle acque sono stati terminati e la rete di tubazioni che lo collegherà al vicino lago è ormai pronta.
Tra gli altri importanti interventi ci sono anche quelli riguardanti la centrale termoelettrica di Ekibastuz, nel nord-est del paese, con la modernizzazione ed espansione della prima e della seconda unità, intervento finanziato con 200 milioni di dollari dalla Banca Eurasiatica per lo Sviluppo e dall’istituto di credito russo Vnesheconombank, e con l’installazione di una terza portando la potenza totale dell’impianto a 3.5 Gigawatt; metà dell’impianto di Ekibastuz (Ekibastuz SDPP) appartiene infatti alla Russia, che potrà utilizzarlo per fornire energia elettrica anche alle proprie regioni meridionali confinanti con il Kazakistan[1].
Anche il settore dell’idroelettrico sarà coinvolto da questo piano, è il caso della centrale di Shardara, situata nel Kazakistan meridionale; questo impianto, utilizzando i fondi messi a disposizione dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Ebrd), verrà riadattato in maniera graduale, in modo che la produzione non venga interrotta, per soddisfare standard moderni di efficienza, a questo scopo verranno sostituiti i quattro alimentatori con altrettanti in grado di fornire una potenza maggiore e prestazioni migliori. Il progetto avrà un costo totale stimato di circa 76 milioni di euro.
Un’altra importante opera è poi il parco eolico di Ereymentau, nel Kazakistan settentrionale, poco distante dalla capitale Astana, il quale, finanziato anch’esso dalla Banca Eurasiatica per lo Sviluppo, in una fase iniziale, fornirà 45 Megawatt di potenza che, con future espansioni, potranno essere incrementati fino a 300; le ventidue turbine, di tipo FWT 2000, saranno fornite dalla tedesca Fwt, la torre di acciaio, alta 100 metri, verrà prodotta in Ucraina e le pale saranno costruite da una compagnia cinese[3].
Oltre a questi grandi progetti prenderanno il via diversi altri interventi di portata minore, tutti però volti ad un unico scopo, fornire al Kazakistan, un paese che sta vivendo una fase di grande sviluppo economico, l’energia necessaria per soddisfare il sempre crescente fabbisogno del suo grande apparato produttivo.
[1] http://www.eabr.org/e/press_center/news-region/index.php?id_4=18191&id_16=7061&from_4=199
[2] http://euroalert.net/en/contracts.aspx?idl=1420519
[3] http://www.sunwindenergy.com/news/kazakh-wind-farm-gets-german-turbines