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KC and the Sunshine Band – C’era una volta la discomusic 20

Creato il 15 dicembre 2011 da Marvigar4
KC and the Sunshine Band – C’era una volta la discomusic 20 KC and the Sunshine Band – C’era una volta la discomusic 20

 

   Nel 1973 a Hialeah in Florida Harry Wayne Casey (che lavorava in un negozio di dischi e occasionalmente alla casa discografica TK Records di Miami) e Richard Finch (ingegnere del suono sempre alla TK Records) fondarono la KC And The Sunshine Junkanoo Band, divenuta poi KC and the Sunhine Band. Lo stile della band nacque come fusione di funk, soul, rhythm and blues, ritmi latini, caraibici (soprattutto il Junkanoo, genere musicale delle Bahamas di origine africana), e fu presto noto in tutte le discoteche come Miami Sound. Il primo singolo è Blow Your Whistle (1973) seguito poi da Sound Your Funky Horn (1973), ma il primo vero successo fu nel 1974 una produzione per George McCrae, Rock Your Baby, brano che doveva cantare in un primo tempo lo stesso Casey, se non si fosse rivelato inadatto per la tonalità troppo alta. Rock Your Baby diventò un successo mondiale vendendo oltre sei milioni di dischi e consentì alla band di dedicarsi ai propri progetti. Sempre nel 1974 uscì il primo album Do It Good, con i brani citati precedentemente più Queen of Clubs, ottenendo un buon riscontro soprattutto in Europa, dove il gruppo si recò per una tournée. Nel frattempo erano entrati altri componenti, Jerome Smith (chitarra), Robert Johnson (batteria) e Femin Goytisolo (conga), con l’aggiunta di altri otto nuovi elementi per il tour europeo.

   Nel 1975 fu pubblicato un singolo, Get Down Tonight, che nell’estate dello stesso anno raggiunse il 1° posto della Billboard Hot 100, spingendo così la band a produrre il secondo album KC and the Sunshine Band, con al suo interno altre hit del calibro di That’s the Way (I Like It) e Boogie Shoes. Nel frattempo Harry Wayne Casey scrisse e produsse altri grandi successi come Gimme Some per Jimmy Bo Horne e Where Is The Love per Betty Wright. Terzo album, sempre nel 1975, The Sound of Sunshine, che non ebbe un grande riscontro. Nel 1976 KC and the Sunshine Band ottenne 5 Grammys e uscì il singolo (Shake Shake Shake) Shake Your Booty, nuovo 1° posto nelle classifiche americane e inserito poi nel quarto album, dell’ottobre 1976, Part 3, insieme agli altri due mitici brani I’m Your Boogie Man (altro n.1 nel 1977) e Keep It Comin’ Love (n.2 sempre nel 1977). Il gruppo aveva creato una propria etichetta la Sunshine Sound (distribuita sempre dalla TK) e con la nuova label scrisse e pubblicò Dance Across the Floor (1977) per Jimmy Bo Horne, che raggiunse la Top Ten delle classifiche R&B americane. Intanto la colonna sonora del film simbolo della Disco, Saturday Night Fever, uscì il 10 dicembre 1977 e si piazzò subito al primo posto, avendo al suo interno anche Boogie Shoes, nel 1976 lato b. di Shake Your Booty.

   Nel 1978 KC and the Sunshine Band pubblicò il quinto album, Who Do Ya Love, ma il disco fu solo 36° Billboard Hot 100 e 26° R&B, così come i singoli It’s the Same Old Song, Do You Feel All Right e Who Do Ya Love non ottennero un gran successo. Nel 1979 sesto album, Do You Wanna Go Party, e ultimo numero 1 il singolo Please Don’t Go, in realtà una ballata cover di una canzone del 1975 di Frederick Knight. La discomusic era ormai tramontata e gli altri prodotti della ditta Casey-Finch non vendettero più, oltretutto nel 1980 la TK Records falli per bancarotta e KC and the Sunshine Band passò alla Epic Records. Settimo e ottavo album nel 1981, Space Cadet: Solo Flight e The Painter, ancora due flop commerciali. Il Miami sound era tramontato, nel 1982 il nono album, All in a Night’s Work, riuscì a invertire la tendenza piazzando un singolo, Give It Up, al primo posto nelle UK Charts un anno dopo. KC Ten fu il decimo album della band, il primo senza Richard Finch, e conteneva ancora Give It Up (che stavolta ebbe un buon riscontro anche negli Stati Uniti).

   Altri tre album: Oh Yeah! (1993), I’ll Be There for You (2001) e Yummy (2007) per decretare la fine di questa storica band della Disco…

© Marco Vignolo Gargini



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