BEGIN AGAIN - TUTTO PUO' CAMBIARE (J. Carney 2014) Voto complessivo: 7 e mezzo
Durante il mio lavoro di recupero di film perduti lungo la strada del 2014, autentica sorpresa è stato Tutto può cambiare - Begin Again di John Carney. Posso essere leggermente fazioso perché ho un debole sia per la Knightley, per Ruffalo e anche per le commedie romantiche... Ma questo film è intelligente e sufficientemente originale perché, tanto per cominciare, usa i canoni di un genere che scade spesso nel melenso e fasullo e mette al centro altri temi, molto più interessanti! Di fatti qui il romantico è solo periferico e appartiene alle figure degli ex, che sono importanti, ma non indispensabili. La vera storia del film parte dalla vita disastrata di Dan (Mark Ruffalo), un talent scout musicale depresso, divorziato e al verde che incontra Gretta (Keira Knightley) cantautrice dalla voce vellutata e scaricata dal fidanzato famoso e rocker. L'incontro come si potrebbe presagire dovrebbe avere esiti dalle scintille romantiche e tediose, invece porterà i due a sviluppare il progetto di produrre un album sperimentale in mezzo alle strade di New York con l'aiuto di altri musicisti squattrinati, per poi venderlo sul web a 1 dollaro (sarà un successone). La proficua collaborazione fra le due menti creative metterà in moto un cambiamento per la vita familiare di Dan, che ha grosse difficoltà con la figlia poco più che adolescente e la moglie che non se lo riprende dopo un suo passato allontanamento. Gretta è quindi una supereroina di gusto quasi disneyano perché oltre a gestire perfettamente il rapporto naufragato con il suo ex, aiuta anche Dan e sua figlia, portando un nuovo equilibrio nella famiglia. Gretta arriva dal nulla - o meglio dall'Inghilterra - e risolve magicamente i problemi propri e degli altri, come Mary Poppins. E sa togliere il disturbo nel momento perfetto in cui tutti si sono realizzati al meglio, tranne lei forse...
Poco importa se non è molto credibile che un album si possa registrare per strada senza venire arrestati... Il film è piacevole nella sua curata fotografia di una realtà urbana newyorchese che vibra di creatività che la fa da protagonista, in cui risuonano la voce leggiadra di Keira e le musiche di Gregg Alexander (New Radicals). Una chicca il contributo musicale e attoriale al film da parte di Adam Levine, il celebre frontman dei Maroon 5: è stato un prezioso valore aggiunto visto che oltre a fare un egregio lavoro come attore, fa anche quello che gli riesce meglio cucendo appositamente per il film la sua canzone Lost Stars (arrangiata in tre modi diversi durante tutto il film dal suddetto Alexander). Da vedere, specie se si è in vena di qualcosa che tiri su il morale in una domenica noiosa, buone anche le interpretazioni dei ruoli di supporto, Catherine Keener su tutti.
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