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[ Mi è appena arrivato 'Life', ovvero la biografia di Keith Richards scritta a 4 mani con il giornalista James Fox che segue Richards dai primi anni '70. Spero di riuscire nell'impresa di leggerla, e tutta, durante le mie vacanze d'agosto a venire, anche se ho l'impressione che troverò molte cose già dette in passato come in questi spezzoni d'intervista, che lo stesso Richards rilasciò all'indomani dell'uscita del suo primo (e ottimo) album solista del 1988, Talk Is Cheap . A tal proposito ne approfitto per postarvi un suo live, tenuto in Olanda nel 1992] Buona lettura e buon ascolto.
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Devi essere un duro fisicamente, non ha importanza come lo fai, la cosa importante è conoscere te stesso. Io mi sono mantenuto con ogni genere di sostanza, non significa che ognuno debba fare così naturalmente. È solo questione di avere una coscienza intima del tuo corpo e della tua costituzione e della tua resistenza e di cosa puoi maneggiare e cosa non puoi. Specialmente quando hai una chitarra al collo tutto il tempo, hai un bel peso. Devi cercare di mantenere insieme delle persone nello stesso tempo….
Tu fai questo nonostante ciò che ti è capitato durante la tua vita.
Fai questo e altro … il rock business e i musicisti … è molto facile entrare nella droga. È come, l’ho già detto altre volte, non è niente di nuovo,, ma è come se tu fossi il pilota di un bombardiere e ti hanno riempito di anfetamine. È così che i musicisti cominciano a farsi, perché c’è sempre da fare il prossimo dannato concerto. Lavori 350 giorni all’anno e hai 500 miglia e più da fare per la serata, solo per la serata. Così cominci a farci l’abitudine, quando sei sull’orlo del collasso … “hey ragazzo questo ti farà bene …. È così che facciamo noi …. Eccotene un paio”. E avanti così. Perché ti fanno lavorare fino alla morte nel music business, specialmente al livello in cui hai un concerto ogni sera.
Che ne pensi del music business?
Non molto. Ho cercato di evitare di pensare a quello. Ma io uso un’equazione: 98% merda e 2% di bellezza.
Tu hai cominciato in così tenera età che non hai avuto nemmeno il tempo di pensarci.
No. Un minuto prima eravamo una devota blues band per la quale una serie di concerti pomeridiani a Londra significava il culmine del successo e un minuto dopo trascorrevamo cinque anni suonando davanti a un pubblico ti teenagers urlanti senza che nessuno potesse ascoltarci realmente. Brian Jones ha spesso canticchiato “Popeye the Sailor Man” durante i concerti. Nessuno sentiva un accidente. L’idea di Charlie Watts era i essere un musicista serio, una specie di batterista jazz newyorkese. Voleva essere un Philly Joe o un Max Roach, per poi ritrovarsi nel mezzo di dodicenni tredicenni che gli urlano contro e si bagnano i pantaloni. Era veramente imbarazzante!
Hai suonato con non pochi chitarristi d’accompagnamento da Brian a Ronnie Wood e Mick Taylor.
Tutti grandi. Brian … Brian lasciò la chitarra molto presto. Era grande all’inizio. Brian fu il primo ad essere affascinato dal ruolo di pop star e lasciò andare la chitarra nonostante lui ed io avessimo spesso tutto il tempo a capire Jimmy Reed, e Chuck e Bo Diddley e Howlin’ Wolf e Muddy Waters e come due chitarre devono lavorare insieme. Lavoravamo davvero duro e questo perchè mi piaceva. È importante saper suonare con un’altra chitarra. Hai molto più spazio per muoverti e per suonare e nello stesso tempo dai più profondità al suono. Un chitarrista deve correre di qua e di la tutto il tempo. Non c’è mai abbastanza fiato per un chitarrista. La cosa meravigliosa è quando suoni con ragazzi che non hai mai incontrato, tu lasci andare il ritmo e quell’altro subito lo raccoglie e non sai chi sta suonando cosa, questo è sempre ciò che ho amato della chitarra.
01.Take It So Hard - 02.Eileen - 03.Wicked As It Seems - 04.Gimme Shelter - 05.Yap Yap - 06.How I Wish - 07.Too Rude - 08.Big Enough - 09.999 - 10.Demon - 11.Time Is On My Side - 12.Hate It When You Leave - 13.I Could Have Stood You Up - 14.Band introduction - 15.Before They Make Me Run - 16.Bodytalks - 17.Will But You Won’t - 18.Happy - 19.Whip It Up
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