Ken Follett: da “La cruna dell’Ago” a “L’Inverno del Mondo” 30 anni di romanzi

Creato il 18 ottobre 2012 da Postscriptum

Recentemente ho acquistato e letteralmente divorato il secondo capitolo della trilogia “Century” e devo dire che ho ritrovato, seppure in forma lievemente ridimensionata – se mi è concesso – molta dell’incisività e della capacità narrativa che hanno reso onore ai romanzi targati Follett.

Non posso definirmi un cultore dello scrittore e politico gallese ( il sessantatreenne è deputato al Parlamento inglese per il Labour Party)  ma di certo la sua incredibile cura per il dettaglio e la propensione verso la strutturazione di trame intrise di intrigo, colpi di scena e continue evoluzioni nella narrazione derivano dalle sue origini letterarie legate al genere letterario Mistery di cui il primo romanzo, datato 1978, “La cruna dell’Ago” è a mio giudizio la migliore espressione.

i pilastri della terra

La fama vera, però, Follett la raggiunse, sperimentando e raffinando il proprio stile negli anni,  con la pubblicazione de “I Pilastri della Terra” nel 1989, forse il romanzo più amato dai cultori dello scrittore.

Si tratta di uno di quei romanzi storici che appaiono interminabili e davvero noiosi al primo contatto visivo con le dimensioni del volume ma che, una volta aperti ed iniziatane la lettura, ti trascinano all’interno della storia proiettandoti al fianco di personaggi come Tom il Costruttore o Aliena che attraversano gli anni e combattono istante dopo istante per sopravvivere, cadendo e rimettendosi in piedi ed affrontando tutte le difficoltà (fame, malattie, morti, stupri, guerre, tradimenti,etc…) che non erano tanto infrequenti nell’Inghilterra medievale.

Senza voler anticipare nulla a chi ancora non ha preso contatto con il mondo di Follett, mi limito a dire che si tratta di un autore particolare, che adotta uno stile ben preciso, fatto di amore per l’intirgo ed il dettaglio (non per altro è un appassionato di Shakespeare) ma che ha forse come limite un tipo di scrittura a tratti dispersiva, che non tutti i lettori apprezzano.

I pilastri della Terra è senza ombra di dubbio un gran libro, da assaporare e gustare con calma e dovizia di lettura mentre il capitolo successivo di quella saga storica, “Mondo Senza Fine” (pubblicato nel 2007), pur mantenendo lo stesso impianto narrativo, perde certamente di spessore e piacevolezza, dimostrandosi un pò più banale e monotono del volume precedente.

Nel 2010 Follett pubblica il primo capitolo della Trilogia “Century” e adatta letteralmente il suo stile narrativo al periodo della Prima Guerra Mondiale; ora, il libro è di certo più puntuale dal punto di vista storico e politico ma continua a mancare quella “verve” quel guizzo in più che aveva reso celebre lo scrittore gallese trentanni prima, il romanzo resta chiaramente godibile ma quel che manca è il dinamismo nel plot, troppo banale e scontato per gli standards cui il buon Ken ci aveva abituato.

Poi, nel settembre 2012 passo per caso davanti ad una libreria e, con mio sommo stupore e piacere, vedo in vetrina l’ultima fatica del nostro amico d’oltre manica, “L’Inverno del Mondo”, secondo volume della trilogia del secolo ambientato nel periodo della Seconda Guerra Mondiale.

E qui siamo di fronte a tutta un’altra storia, i personaggi, come al solito, sono in parte quelli del precedente capitolo, cui se ne aggiungono di nuovi, la trama è abbastanza raffinata e contorta, la caratterizzazione dei singoli protagonisti in ogni fase della storia è di un livello molto vicino a quella del primo Follett e, sarà anche per il contesto storico in cui il romanzo è ambientato, la lettura torna scorrevole e coinvolgente.

l’inverno del mondo

Un lavoro molto pregevole, tanto coinvolgente da poter e dover essere letto tutto d’un fiato, scandito da ritmi serrati nella storia e dovizia di particolari davvero notevoli, accompagnati dalla solita propensione dello scrittore a dipingere quadri molto crudi e diretti delle vicende umane e delle tragedie che attraversano le epoche storiche in cui contestualizza le vicende dei suoi personaggi.

Insomma, Ken Follett è tornato e pare essere come il buon vino, più invecchia e più i suoi lavori diventano apprezzabili (fatti salvi alcuni anni un pò oscuri, ma dai capitano a tutti i periodi storti no?) e “L’Inverno del Mondo” lo dimostra senza ombra di dubbio, adesso a me non resta che aspettare ansiosamente il prossimo capitolo (presuppongo in uscita nel 2014) mentre a chi di voi vuole iniziare a leggere qualcosa non resta che buttarsi a capofitto su “La Cruna dell’Ago” e “I Pilastri della Terra” e vedrete che di Follett poi vorrete leggere tutto o quasi…


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