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Kenya

Creato il 25 gennaio 2011 da Marianna06

Partiamo nel nostro breve argomentare da un documento legale importantissimo, che porta come anno di nascita la data di dicembre 2010.

Mi riferisco al"Protocollo di Palermo", che in apertura recita così:"Protocollo addizionale della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale per prevenire, reprimere e punire la tratta di persone, in particolare di donne e bambini".

Come tutti i" pezzi di carta" ,nel tempo (sono ormai trascorsi 10 anni), questo documento sul piano operativo non ha avuto certo l'efficacia che avrebbe potuto e dovuto avere ,anche perché la parte avversa conosceva e conosce mille astuzie per poter continuare indisturbata il proprio "gioco" criminale.

Il Kenya, specie il Kenya rurale ossia quello dei villaggi e delle campagne, lontano dalle luci abbaglianti o dai grattacieli svettanti di Nairobi o di Mombasa, è il luogo dove attualmente il reclutamento di schiavi è facilissimo da attuare.

E per schiavi intendo sopratutto donne avviate alla prostituzione( ma non solo) e bambini e bambine.

Questo vuol dire che al di là della tratta,  quella più nota che già conosciamo perché le sue vittime le vediamo giorno e notte sui marciapiedi di mezza Europa(Italia inclusa), esiste una tratta interna al continente africano.

Una tratta praticata da locali che, approfittando di certe ingenuità e di certi" sogni di fanciulla", che umanamente possono essere  anche ben comprensibili, specie se la persona vive in un ambiente povero e  limitato sotto il profilo dell'istruzione, comprano, quasi per niente, carne umana e la rivendono a buon prezzo al migliore offerente.

Per i bambini e le bambine oltre allo sfruttamento nel turismo sessuale, molto attivo di questi tempi anche in Kenya, si può  praticare il prelievo e la vendita di organi, complici medici -macellai ed assassini, che comunque ,dietro  lauto compenso di denaro, si trovano e sono disponibili .

Come avviene la circonvenzione di minori ?

Fingendosi amico.Dimostrandosi disponibile ad un eventuale aiuto sul piano finanziario....

La trappola scatta, perché ci si fida.E pochi minuti dopo non c'è già più niente da fare.

Come porre un argine al triste fenomeno?

Un congruo numero di persone, consapevole di dover intervenire,  per porre fine a questa inconfessabile vergogna, a quello che è un autentico crimine, che mina il futuro del Kenya e di tutta l'Africa, si è organizzata in associazione.

E' nata così l'organizzazione chiamata "AWARENNES  AGAINST HUMAN TRAFFICKING" ossia consapevolezza contro il traffico di umani.

Attraverso materiale informativo e corsi preparatori  in diverse lingue si cerca d'intervenire in tutto il Paese.

A farlo sono molti attivisti dei diritti umani, a prescindere dalla propria confessione religiosa.

L'appoggio economico è delle Nazioni Unite ma anche di altre agenzie internazionali.

Si vuole coinvolgere insomma in un impegno fondamentale tutti, dall'insegnante, al poliziotto, al magistrato, all'uomo e alla donna qualunque del più sperduto villaggio del Kenya, affinché, una volta informati sui trucchetti dei trafficanti, essi  possano attrezzarsi  per vincere la sfida e sfuggire la schiavitù.

Una schiavitù, ahimé ,reale e non certo da manuale scolastico.

Per conoscerne meglio e di più il problema il suggerimento è consultare il sito internet dell'UNODOC: www,unodoc.org  ossia United Nations Office on Drugs and Crime.

E, infine, ricordandoci anche che l'UA, cioé l'Unione Africana ,ha lanciato di recente proprio a Nairobi la ca mpagna :"2010-2020:DECENNIO DELLA DONNA AFRICANA".

 E  naturalmente tenendo con  sé come "livre de chevet " :"Intrattabili,lo schiavismo a fini sessuali" del giornalista romano Fabrizio Mastrofini, che ultimamente s'è occupato del problema.

Tutto è utile in questa vera e propria "guerra", che prevede lunghissime ed estenuanti battaglie prima d'arrivare a concludersi.

L'importante è "NON MOLLARE"!

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

1932-3
 


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