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Kenya – Quando la povertà ti divora l’anima

Creato il 18 dicembre 2013 da Marika L

Mi sono resa conto di non aver mai parlato, su questo blog, di un posto nel mondo che riesce a strapparti il cuore. Questo posto si chiama Kenya. Raccontai parte del mio viaggio in un articolo per Blogdiviaggi (click) ma su questo sito, sul mio sito, non ne ho mai fatto riferimento. Forse perchè non è facile parlare della prima volta in cui ci si schianta contro la povertà, quella vera, quella che fa camminare i bambini a piedi scalzi, quella che spinge la gente a chiederti in regalo ciò che resta del tuo bagnoschiuma. Ecco, quella povertà. Fino a quando non la si tocca con mano, non ci si rende conto di quanto possa entrarti dentro, scavandoti nelle ossa. Ti fa sentire quasi in colpa.

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Programmai il mio viaggio per settembre e con la mia enorme valigia rosa atterrai all’aeroporto di Mombasa, direzione Watamu. Avevo prenotato tre escursioni mettendomi in contatto con Stefano, che con la sua gentilezza mi spiegò che ad aspettarmi all’hotel ci sarebbe stato Ligabue, la mia fantastica guida! Posso garantire la loro disponibilità, serietà e simpatia, senza l’esperienza di Ligabue la mia vacanza non sarebbe stata ugualmente spettacolare!
Per qualsiasi informazione potete visitare il loro sito web: www.safariwatamu.com

I prezzi che solitamente propongono i Beach Boys, ovvero i ragazzi che stazionano perennemente sulle spiagge, sono molto più competitivi rispetto a quelli dei resort. Ed inoltre, visitare un posto con chi vi è nato e cresciuto è tutta un’altra cosa.

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Iniziai a rendermi conto di cosa volesse dire sentirsi minuscoli in un posto in cui la gente non ha davvero nulla nel momento esatto in cui partimmo per il safari allo Tsavo East e la nostra jeep iniziò ad imboccare le prime strade sterrate. Fu allora che mi si spalancò davanti un mondo che era esattamente l’opposto di quello in cui era coccolato il mio hotel. Le piccole case costruite di fango sembravano reggersi a malapena, le pecore pascolavano nei “giardini” ( se così si possono chiamare ) ed i bambini portavano sulla testa degli enormi secchi d’acqua mentre, di ritorno dal pozzo, i loro piedini calpestavano scalzi la terra rossa.

Quello è stato il momento in cui il mio cuore si è fermato.

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La povertà è all’ordine del giorno. Ma noi la osserviamo solo attraverso i media e, per quanto siamo a conoscenza del fatto che tantissime persone muoiono di fame, la riteniamo sempre una cosa lontana da noi. Fino all’istante in cui ti divora.

Ma allora cosa c’è di bello in Kenya? Nel niente, tutto. E quel “tutto” è proprio ciò che dovremmo imparare. Un viaggio in Kenya ti riempie, ti fa tornare a casa con il magone e con un bagaglio enorme di esperienze in più. E’ una meta che io consiglio a chiunque abbia un cuore e la voglia di non limitarsi alla piscina del resort, ma di andare oltre, di arrivare a distruggere la barriera culturale e di entrare a contatto con chi vorrebbe imparare, ma ha molto da insegnare.

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Gli stessi bambini scalzi sono i primi che quando ti salutano con la manina nello stesso momento ti sorridono dicendo “Hakuna Matata!“. Non c’è bisogno che io spieghi cosa significa, no?
Questo è il loro motto e qualsiasi cosa succeda, loro non saranno mai poveri dentro. Hanno il potere di aprire la bocca in un enorme sorriso alla vista di una caramella e di dividerla, se ce ne fosse bisogno, con altri bambini. Una caramella. Perchè questo è ciò che chiedono, cosa farsene dei soldi se il baratto rimane ancora la prima forma di scambio? Sono abituati, seppur circondati da turisti tra i quali anche il meno benestante ha sicuramente molte più cose di loro, ad essere educati e generosi.

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E’ davvero toccante notare come tra di loro siano incredibilmente affiatati, come siano pronti a spalleggiarsi a vicenda.
Forse perchè quando non c’è nulla da perdere, non c’è nemmeno invidia? Questo noi non lo sapremo mai, dal momento che il semplice fatto che io stia scrivendo attraverso un pc e che qualcuno probabilmente lo leggerà, significa che ne io, e ne voi, proveremo mai sulla nostra pelle la povertà, quella vera. Quella dei piedi scalzi. “Hakuna Matata” è un concetto che dovremmo adottare tutti per renderci conto che i nostri piccoli problemi quotidiani sono in realtà dei capricci e che quelli grandi, a parte casi particolari, con determinazione e senza lamentele possono essere risolti.

CHI SA RIDERE E’ PADRONE DEL MONDO!

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